Sentite
questa (trascrivo letteralmente).<Montando un’operazione nella quale
Unicredit sembrava investire in un contratto di “pronti contro termine”
su sottostanti “strumenti partecipativi di capitale” in lire turche,
quando invece tra Barclays e Unicredit tutto era in partenza concordato a
tavolino affinché Unicredit facesse in realtà un investimento in un
deposito interbancario presso Barclays…>. Non so voi, ma io non c’ho
capito un’acca. E però l’operazione sopra descritta <fa una bella
diifferenza in tassazione: Unicredit, invece di pagare le tasse sul 100%
degli interessi di un deposito interbancario, può pagare per legge solo
il 5% sui dividendi del “pronti contro termine”,cioé 245 milioni di
tasse in meno>. Sic. Giusti i 245 milioni di sonante frode fiscale
messi in tasca da Alessandro Profumo, proprio lui, il gran banchiere ex
ad di Unicredit ed attuale presidente del Monte dei Paschi di Siena, or
ora mandato sotto processo con altri 16 soci. Proprio lui, uscito da
Unicredit con una buonuscita di 40 milioni di euro e in odore di
candidatura Pd.
Lor banchieri. Dal canto
suo, praticamente negli stessi giorni, il Massimo Ponzellini, presidente
della Bpm (Banca popolare milanese) è agli arresti domiciliari per uno
scherzetto di 5,7 milioni erogati sotto la voce mazzette a “cordate
politico-affaristiche”. Quisquilie. Nell’era dell’impero
Finanzcapitalismo, vige la Legge della Banca, al cui confronto quella
della giungla fa ridere. Con un clic, ne ammazza milioni. Vi dice
qualcosa la Lehman Brothers? Obama la conosce bene, un fallimento da
quasi 1000 miliardi di dollari, il crack più grande del mondo, la madre
delle crisi che strangolano il pianeta, Europa in testa, dal 2008.
Delitti e misfatti, basta
un clic, non si spara un colpo; loro usano cose misteriose e invisibili,
che non fanno rumore, che si chiamano derivati, subprime, hedge fund,
holding, corporate, cartolarizzazione, benchmark, beta, trading, future…
Boh.
Bello questo libro di Marco
Fratini-Lorenzo Marconi che ha per titolo “Vaffanbanka!” (Rizzoli), da
tenere sul comodino, come una sorta di <manuale di autodifesa>
contro <l’analfabetismo finanziario e la contagiosa malabankità>.
Meglio saperlo, infatti,
che le Banche fanno stragi. La famigerata “bolla” in un poco più di un
anno, con la distruzione di valore provocata dalla crisi dei suprime, ha
“bruciato” 29 trilioni di dollari, vale a dire quasi la metà del Pil
mondiale. E per i salvataggi ci sono voluti 12 trilioni di dollari,
tutti sul conto dei bilanci statali, Usa, Germania, Francia, Gran
Bretagna, Italia. Cioé noi, i soliti ignoti 7 miliardi.
Clic.
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