lunedì 2 luglio 2012

Tagli veramente “lineari” di Sergio Cararo, www.contropiano.org

Dai tagli alla spesa pubblica si salvano i fondi per le missioni di guerra e per le scuole private. Una logica del tutto “lineare” con le nefaste priorità del governo Monti.
Spulciando i dettagli dei tagli alla spesa pubblica che si abbatteranno sul paese, vengono fuori alcuni elementi che gridano vendetta. Le Regioni vedranno ridotte le proprie risorse di 700 milioni di euro per il 2012 e di un miliardo a partire dall'anno prossimo. A questi tagli si aggiungeranno quelli sul Servizio Sanitario Nazionale già previsti in un altra parte del decreto sulla spending review. I tagli per i Comuni saranno di 500 milioni subito e di due miliardi per il 2013. Per le Province il taglio sarà di 500 milioni quest'anno e di un miliardo l'anno prossimo. Ma quando si parla di tagli scattano anche gli anticorpi delle priorità ideologiche del governo.
Per renderli metabolizzabili ad una opinione pubblica che avrebbe buoni motivi per preoccuparsi e arrabbiarsi, queste priorità vengono definite “esigenze indifferibili” e quindi devono essere finanziate a qualsiasi costo. Si tratta di finanziamenti per 2 miliardi e 700 milioni di euro che andranno a finanziare per un miliardo le missioni di guerra in cui sono impegnate le forze armate italiane (Afghanistan soprattutto) per combattere le più ingiuste e inutili delle guerre, 400 milioni per il 5 per mille alle onlus (che sono in realtà soldi versati volontariamente dai cittadini), 200 milioni per uno al capitolo scuole private e agevolazioni all'autotrasporto merci, dieci milioni alle università private (Bocconi, Luiss etc.) e 90 per il diritto allo studio. Non sono quantificati i finanziamenti all'operazione Strade Sicure, che non riguarda la messa in sicurezza delle strade italiane, che pure ne avrebbero bisogno, ma della presenza dei militari nelle strade delle grandi città davanti alle ambasciate o nelle stazioni. Non sono ancora noti i fondi stanziati per i terremotati dell'Emilia-Romagna. Quelli possono aspettare, forse non apartengono alla casta degli "indifferibili".

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