di Alessia Bottone
Buongiorno Ministro Fornero, mi chiamo
Alessia Bottone, ho 26 anni e sono disoccupata. La mia storia è stata
già raccontata da alcuni giornali, ma vorrei parlarne anche con Lei.
Dopo aver lavorato come cameriera da quando avevo 16 anni, dopo essermi
laureata, dopo aver abitato in sette paesi diversi facendo stage non
retribuiti, dopo aver imparato l’inglese, il francese e lo spagnolo e
dopo aver fatto un tirocinio alle Nazioni Unite, sono tornata in Italia
perché ho finito i miei risparmi ma anche perché speravo di riuscire a
inserirmi nel mondo del lavoro. Nella realtà sono disoccupata da sette
mesi, lavoro due giorni al mese come cameriera (se mi chiamano).
Le agenzie interinali dicono che non c’è
nulla per me, il Centro per l’impiego dice che sono sprecata in Italia,
molti rispondono che la mia laurea non serve, altri dicono che avendo
viaggiato molto sono una persona instabile. Ho mandato 200 curriculum
per candidarmi come hostess e promoter ma mi hanno detto che sono troppo
bassa. Volevo fare le pulizie, ma ero troppo laureata. In molti
guardano il mio curriculum e mi dicono che sono fortunata perché ho meno
di 29 anni e quindi ho almeno la possibilità di essere assunta come
apprendista.
E se ne avessi 31? Ho chiesto ad una banca un finanziamento per pagarmi un altro stage all’estero e mi hanno risposto che potevano aiutarmi solo se volevo comprarmi un computer, ma non se volevo farcela da sola in Svizzera. Ho pensato di fare la commessa, ma persino vendere in un negozio è diventato un lusso. Un lusso perché si guadagnano 300 euro al mese in stage. Ed io non me lo posso più permettere di vivere con 300 euro al mese. Ed è proprio di questo che vorrei parlarLe. Vorrei chiederle perché fino a quattro anni fa una commessa poteva essere assunta come apprendista ed oggi invece si sente l’esigenza di “formarla” tramite un tirocinio? Perché una segretaria ha bisogno di fare lo stage dopo il diploma per poi non essere assunta? Perché a 27 anni, dopo aver fatto quattro stage mi dicono che sono una risorsa da formare? Spesso diciamo che lo stage si fa per fare curriculum.
Il mio cv adesso è composto da quattro pagine, ma adesso mi dicono che è troppo lungo e che bisogna accorciarlo. Io ci ho creduto. L’ho ascoltata mentre parlava con Fabio Fazio il 18 Marzo 2012 a “Che tempo che fa”. Le Sue parole sono state “Lo stage è formativo, quando studi, quando hai finito lo stage non è più consentito; se volete qualcuno lo pagate”. Sono d’accordo con Lei e penso anche che uno stage di sei mesi per insegnare ad un ragazzo o ad una ragazza a piegare le magliette e a venderle sia un po’ eccessivo. Al contempo credo sia surreale chiedere ad una ragazzo che ha seguito, dopo gli studi universitari, un Master di 10.000 euro per poi “assumerlo”come stagista offrendogli 300 euro al mese per 12 ore di lavoro giornaliere. Tanto valeva andare a fare la commessa sei anni fa senza chiedere ai genitori di mangiare pane e cipolla per anni.
E se ne avessi 31? Ho chiesto ad una banca un finanziamento per pagarmi un altro stage all’estero e mi hanno risposto che potevano aiutarmi solo se volevo comprarmi un computer, ma non se volevo farcela da sola in Svizzera. Ho pensato di fare la commessa, ma persino vendere in un negozio è diventato un lusso. Un lusso perché si guadagnano 300 euro al mese in stage. Ed io non me lo posso più permettere di vivere con 300 euro al mese. Ed è proprio di questo che vorrei parlarLe. Vorrei chiederle perché fino a quattro anni fa una commessa poteva essere assunta come apprendista ed oggi invece si sente l’esigenza di “formarla” tramite un tirocinio? Perché una segretaria ha bisogno di fare lo stage dopo il diploma per poi non essere assunta? Perché a 27 anni, dopo aver fatto quattro stage mi dicono che sono una risorsa da formare? Spesso diciamo che lo stage si fa per fare curriculum.
Il mio cv adesso è composto da quattro pagine, ma adesso mi dicono che è troppo lungo e che bisogna accorciarlo. Io ci ho creduto. L’ho ascoltata mentre parlava con Fabio Fazio il 18 Marzo 2012 a “Che tempo che fa”. Le Sue parole sono state “Lo stage è formativo, quando studi, quando hai finito lo stage non è più consentito; se volete qualcuno lo pagate”. Sono d’accordo con Lei e penso anche che uno stage di sei mesi per insegnare ad un ragazzo o ad una ragazza a piegare le magliette e a venderle sia un po’ eccessivo. Al contempo credo sia surreale chiedere ad una ragazzo che ha seguito, dopo gli studi universitari, un Master di 10.000 euro per poi “assumerlo”come stagista offrendogli 300 euro al mese per 12 ore di lavoro giornaliere. Tanto valeva andare a fare la commessa sei anni fa senza chiedere ai genitori di mangiare pane e cipolla per anni.
E allora Ministro io mi chiedo perché
non ha considerato nella riforma la necessità di contrastare con urgenza
l’uso distorto degli stage? Forse perché è lo stesso Ministero degli
Affari Esteri (MAE CRUI) che promuove tirocinii non retribuiti
post-laurea che non hanno scopo di assunzione. Perché si investe solo in
borse di studio per mandare i ragazzi all’estero a studiare, a fare
stage senza pensare a chi poi è obbligato a tornare, a chi non può
partire. Perché le Università, ma anche le scuole superiori si danno da
fare per inviare i ragazzi all’estero se poi devono vederli tornare con
un pugno di mosche in mano? Ho letto il testo della riforma. Per ciò che
concerne lo stage si richiama la Conferenza Permanente per i rapporti
tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano a
definire linee guida(quindi non vincolanti) in materia di stage entro
180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Procrastinare un problema
così urgente non è la soluzione. Come possiamo chiedere ad un negozio
di non far lavorare per sei mesi una commessa a bassissimo costo se lo
Stato stesso non da l’esempio?
Ministro, noi ci sacrifichiamo, ma
abbiamo bisogno di risposte concrete. La situazione non è più
sostenibile e non tanto perché non abbiamo un riscontro economico,
quanto perché al mattino ci svegliamo e sentiamo che ci manca qualcosa:
la dignità!
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