domenica 1 luglio 2012

"Per anni il mio lavoro è stato inviare curriculum e aspettare"di Maria Cabri



Davide, 34 anni, non trova più lavoro. Ha girato per agenzie interinali (è iscritto in oltre 40 agenzie, ma nessuna lo ha mai chiamato!), risponde alle inserzioni del Centro per l’Impiego, dove è iscritto, e a quelle che compaiono settimanalmente su tutti i quotidiani.
“Alla mia età, senza capitali da investire in un’attività mia, e senza conoscenze e agganci che mi consentano di lavorare come dipendente, è già finita! Ne ho tanti di amici che non lavorano, pur continuando a cercare e ad inviare curriculum, come faccio io. Il risultato è lo stesso, anche per loro. Viviamo tutti a casa dei genitori, come fosse facile, alla nostra età! Ma soprattutto senza avere la percezione di un possibile domani!”
 
Le agenzie interinali hanno tutto l’interesse a farti iscrivere, a prescindere dal fatto che abbiano o meno un lavoro da offrirti: quello che serve loro sono banche dati corpose per vendersi meglio alle aziende. Così si spiegano i tanti annunci civetta con cui attirano i candidati… Ma senza specifiche, particolari qualifiche, la possibilità di ricevere una telefonata è praticamente nulla!
 
Anche le aziende fanno la loro parte. Molte utilizzano gli annunci di lavoro come forma di pubblicità a costo zero. Basta girare per il corso di una qualunque delle nostre città per notare cartelli di ricerca del personale che rimangono esposti per mesi e mesi (provate a inviare il vostro curriculum… non risponderà nessuno). Questo perché un’azienda che offre lavoro dà di sé un'immagine sana, positiva.
 
Così, sempre più persone, giovani e adulti, rinunciano a inviare la propria candidatura. Non hanno più fiducia nel sistema di reclutamento della forza lavoro. “Serve una spinta”, “Serve l’aggancio”, “Servono soldi per farsi raccomandare”. E non rinunciano certo per scarsa determinazione... Dopo che la ricerca affannosa di anni si traduce in soli 3 mesi di impiego, o in 6 mesi di stage come cassiera, l’autostima crolla (non solo nei giovani, ma anche in chi, in passato, si è messo alla prova in diverse occasioni) e la speranza è persa!

Di tanta ricerca cosa rimane?
 
Davide mi guarda per un istante coi suoi occhi verdi e vibranti, che abbassa per rispondermi senza farsi travolgere dall’emozione: “Ormai sono così depresso, che invio curriculum solo per i miei genitori… tanto a cosa serve? Come si può lavorare così poco e poi inviare candidature che parlano di “esperienza” lavorativa? Quale esperienza, ormai? Per anni, il mio lavoro è stato propormi a chiunque, inviare curriculum, e aspettare… aspettare… Non ce la faccio più!”
 
sabato 30 giugno - di Mai Più Disoccupati

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