In
Italia il posto fisso è sempre più un miraggio, ormai meno di due
assunzioni su dieci sono a tempo indeterminato. E’ quanto emerge
dall’Indagine Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro sul terzo
trimestre del 2012. Nel periodo luglio-settembre le assunzioni stabili
previste sono appena il 19,8% su un totale di quasi 159 mila.
Le cattive notizie poi non finiscono qui. Secondo la relazione
annuale di Bankitalia, le busta paga dei dipendenti sono al palo. Le
retribuzioni medie reali nette, dal 2000 al 2010, sono infatti aumentate
solo di 29 euro, passando da 1.410 a 1.439 euro (+2%). Risultati su cui
pesano, ovviamente, la crisi economica e gli interventi che hanno
toccato in particolare gli statali. Dipendenti pubblici che per il
momento, tuttavia, sembrano aver evitato il pericolo di un taglio delle
tredicesime.
Dai dati emerge inoltre che il gap tra centro-nord e sud-isole non
arresta la sua corsa: l’incremento è stato del 2,5% contro lo 0,7%. In
termini reali al centro-nord si è passati da 1.466 euro del 2000 a 1.503
euro del 2010, con un aumento di 64 euro; mentre nel mezzogiorno le
retribuzioni passano da 1.267 euro a 1.276 euro, con una crescita di
soli 9 euro. Rispetto alla media nazionale le retribuzioni si attestano a
un +4% per i lavoratori del centro-nord e -10,1% per quelli di sud e
isole, mentre 10 anni dopo di arriva a +4,4% e -11,3%.
I grafici mostrano anche gli effetti negativi che la crisi ha avuto
sulle retribuzioni; secondo le rilevazioni condotte con cadenza biennale
emerge che nel 2006 le retribuzioni medie arrivavano a 1.489 euro, due
anni dopo (con l’inizio della crisi) erano scese a 1.442 euro, e nel
2010 la situazione era ulteriormente peggiorata, arrivando a 1.439 euro.
La riduzione in termini reali, in quattro anni, è stata di 50 euro
(-3,3%).
In generale la crisi ha influito sulle buste paga di tutti i
lavoratori dello stivale: nel centro-nord del paese la riduzione è stata
di 46 euro (-2,9%), mentre nel sud e isole il taglio è stato di 56 euro
(-4,2%). Le differenze restano notevoli anche tra i due sessi; con gli
uomini che sono passati da 1.539 euro a 1.586 euro (+47 euro), e le
donne, che partivano da 1.220 euro e sono arrivate e 1.253 euro (+35
euro).
Tra il 2008 e il 2010 le retribuzioni reali mensili pro capite dei
lavoratori a tempo pieno, al netto di imposte e contributi sociali,
spiega Bankitalia, sono cresciute dello 0,8% (2% per le donne). Nello
stesso periodo la quota dei lavoratori a bassa retribuzione è salita di
tre decimi di punto percentuale, al 9,4%. Palazzo Koch spiega che,
proprio a causa dell’espansione del part-time, le retribuzioni nette
medie per il totale dei lavoratori dipendenti sono diminuite dello 0,2%,
riflettendo esclusivamente il calo del mezzogiorno.
da la Repubblica
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