mercoledì 3 agosto 2011

Ora il PD milanese vuole intitolare una strada a Bettino Craxi

Non bastava lo scandalo tangentopoli, il partito di Bersani supera se' stesso nel masochismo elettorale



Chi ricorda bene un noto personaggio politico, condannato e fuggito all’estero, nel regime del dittatore tunisino (suo amico) Ben Ali dopo aver governato il Paese per anni, contribuendo lautamente a far lievitare un clamoroso debito pubblico di cui ancora oggi gli italiani pagano le conseguenze? Ovviamente si parla di Bettino Craxi, leader del PSI che fu, da molti considerato l’artefice dei successi berlusconiani.
Negli anni seguenti alla sua morte, personaggi di dubbia moralità hanno proseguito degnamente la sua opera. Nessuno può negare che Craxi fu uno statista con la schiena più dritta di molti dei suoi successori a Palazzo Chigi, soprattutto se pensiamo a qualche cialtrone, puttaniere e barzellettiere deriso dal mondo intero.
Oggi, un piccolo esercito di smidollati arrivisti (anche grazie ad una buona dose di trasformismo), vuole fare della sua figura, e delle epiche sue gesta narrate da una vastissima requisitoria processuale, un vessillo dietro al quale nascondere la propria arroganza con la quale si calpestano quotidianamente costituzione e altre leggi, giustizia, moralità pubblica, storia recente, verità.
Sul sito di
Giulio Cavalli si legge:
“La capogruppo del PD in Consiglio comunale a Milano è d’accordo su una via per Bettino. Su Craxi gli schieramenti sono divisi. Se il portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti è entusiasta, il no della Lega è smorzato dal ministro Luca Zaia. Nel Pd sono favorevoli i consiglieri comunali Carmela Rozza e Natale Comotti (un ex socialista uscito dal partito prima di Tangentopoli) e il consigliere provinciale Roberto Caputo, purché si scelga viale dell’Innovazione alla Bicocca, quartiere simbolo del lavoro. Segnatevelo.”
L’interessante blog politico milanese ‘
Pisapia? Ja Bitte!‘, vera sentinella sull’operato del nuovo inquilino di Palazzo Marino, riprende la cosa mettendo in guardia il neo sindaco vendoliano dal rischio di cedere a ex socialisti riciclati nel PD, sempre più con l’acqua alla gola per le tangentevoli vicende che vedono coinvolto Penati & compari.
A margine: nella congrega di estimatori del farabutto Bottino Craxi (fuggito precipitosamente dopo nutrito lancio di monetine e morto latitante pur di non scontare la condanna) c’è pure la Carmela (Rozza, ndr – il destino è nel nome), in arte PD, ma che ora sarà chiaro a tutti a che famiglia appartiene. E, ça va sans dire, non poteva mancare Roberto Caputo, re del saltaquaglismo della peggior risma, socialista (ma di quelli tipo Craxi e Martelli, non quelli sani tipo Pietro Nenni e Sandro Pertini nostro) riciclatosi a ripetizione da destra a sinistra, con barba e senza barba per confondere le idee, pur di restare in sella.
Se Pierluigi Bersani vuole salvare il partito dall’ennesima colata di fango che si merita, visti i loschi personaggi che hanno trovato rifugio dietro quel simbolo ideologicamente sempre più inconsistente, piuttosto che far finta di nulla, dovrebbe dichiarare pubblicamente che IL PD, attraverso i suoi eletti in qualsiasi consesso, NON AVALLERA’ MAI L’ATTRIBUZIONE DI TOPONOMASTICA A POLITICI CONDANNATI, tanto più se latitanti.
Sarebbe ancora meglio liberarsi di certi personaggi, lasciando che propagandino le proprie battaglie toponomastiche da altri pulpiti…
Vista la realtà del PD, pare difficile credere che questo avvenga. Quel partito non è solo il nuovo packaging per ex comunisti, “ma-anche” (come direbbe Wveltroni), un ricettacolo di ex socialisti e democristiani, quelli che quando Craxi in parlamento fece come Cristo, chiedendo di scagliare la prima pietra se fossero innocenti, la pietra la scagliarono davvero, restando seduti ai loro scranni (alcuni sono ancora lì, dopo 19 anni).
Non ci si stupisca quando, fra qualche lustro, si andrà a fare shopping in viale Berlusconi o si parcheggerà l’auto in piazza Gelli: una serie di inquietanti denominazioni freme dalla voglia di marcare le nuove conquiste dell’abusivismo dei palazzinari che verranno.

fonte: alessandroghebreigziabiher.blogspot.com

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