Con
la firma del regolamento attuativo del protocollo del 31 maggio 2013 e
del 28 giugno 2011, si chiude il cerchio di Cgil, Cisl e Uil sulla
Rappresentanza. La velocizzazione impressa dal segretario del Pd Matteo
Renzi ha in qualche modo spaventato i tre sindacati confederali che
vogliono mettere il futuro governo e il Parlamento davanti al fatto
compiuto. Il passaggio ha di fatto sparigliato la struttura del
congresso della Cgil, basata sul documento di maggioranza tra Camusso e
Landini. A questo punto con la Fiom che chiede alle sue strutture di
bloccare le assemblee di base in quanto l'atto firmato da Camusso vìola
tutti i regolamenti interni, soprattutto nella fase congressuale, non è
detto che a maggio si tenga un regolare congresso, sicuramente un
congresso diverso da come era partito qualche mese fa. Qui di seguito le
posizioni espresse da Camusso, Landini e Cremaschi. Quest'ultimo
rappresenta infatti la corrente che per il congresso aveva scelto di
stare all'opposizione.
Susanna Camusso: "Con il varo del regolamento attuativo, si dà piena attuazione all'accordo del 31 maggio dello scorso anno sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale. Si determina la reale misurazione della rappresentanza di ogni organizzazione sindacale e si rende evidente e trasparente quanto e chi rappresentano. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria dimostrano in questo modo di sapersi rinnovare e di dare trasparenza e regole democratiche alla propria azione negoziale, di favorire la partecipazione dei lavoratori con il voto per i delegati e sugli accordi.
Ora gli addetti delle imprese aderenti a Confindustria avranno un potente strumento democratico per decidere della propria vita lavorativa. Mi auguro che presto anche con le altre associazioni datoriali si possa raggiungere questo importante traguardo che costituisce il modello per dare finalmente piena attuazione al dettato costituzionale".
Maurizio Landini: "Visitando il sito www.cgil.it, apprendo che la segretaria generale della Cgil ha firmato il testo di un accordo con alcuni contenuti mai discussi in nessun organismo della nostra organizzazione."
"Ciò che doveva essere un regolamento attuativo dell'accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla rappresentanza si trasforma in un nuovo accordo. Da una prima lettura si evidenzia che il nuovo accordo prevede sanzioni verso le organizzazioni sindacali o i lavoratori eletti, si introduce l'arbitrato interconfederale in sostituzione dell'autonomia delle singole categorie sindacali e compaiono elementi di limitazioni delle libertà sindacali anche in contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale sulla Fiat."
"Tutto ciò rende evidente l'urgenza e la necessità di una convocazione immediata del direttivo della Cgil e, nel rispetto dello Statuto della nostra organizzazione, di procedere alla consultazione degli iscritti interessati dall'accordo. Lunedì, intanto, si riunirà la segreteria nazionale della Fiom-Cgil per esprimere un giudizio più compiuto sull'accordo, anche in vista del Comitato centrale già convocato per il 16 gennaio."
Giorgio Cremaschi: Il regolamento applicativo dell’accordo del 31 maggio sottoscritto venerdì sera da Confindustria e da CGIL CISL UIL viola lo Statuto della CGIL e soprattutto la Costituzione.
Naturalmente non è che la cosa ci stupisca, il testo sottoscritto da poco semplicemente trasforma in regole scrupolose i principi e lo spirito antidemocratici già contenuti nell’accordo del 31 maggio 2013. Tuttavia vedere ora quelle regole è sconvolgente.
Tralascio il dettaglio degli orrori e vado ai punti di fondo.
L’accordo viola la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riammesso la FIOM in Fiat, e afferma che solo i firmatari che accettano tutte le sue regole hanno i diritti sindacali.
L’accordo accetta le deroghe in azienda ai contratti nazionali sugli orari, sulla prestazione e sulle condizioni di lavoro cioè su tutto, alla faccia di tutte le posizioni ufficiali della CGIL. Sacconi e il suo articolo 8 sono soddisfatti.
L’accordo prevede la esigibilità degli accordi, di questi accordi in deroga, anche per chi non è d’accordo e le sanzioni per chi li contrasta, sanzioni che colpiscono il sindacato e i delegati aziendali. Questo è semplicemente l’accordo separato di Pomigliano esteso a tutti.
L’accordo prevede che una giuria di arbitri formata da tre rappresentanti di CGIL CISL UIL , tre della Confindustria e un “esperto”esterno decida sui comportamenti delle categorie. Cioè la FIOM sarà giudicata da una commissione dove padroni e sindacati complici sono la grande maggioranza.
Tutte queste clausole violano i principi e lo Statuto della CGIL, per questo la firma di Susanna Camusso è illegittima, non ci rappresenta e per noi non ha alcun valore. Disubbidiremo e combatteremo questo accordo in difesa delle libertà sindacali e di quelle dei lavoratori con tutti gli strumenti democratici atti a rovesciarlo.
A Maurizio Landini che ora dice no e chiede la consultazione, diciamo che se avesse detto no il 31 maggio ed allora avesse preteso il voto dei lavoratori, che invece su quella intesa non son stati neppure informati, a Landini diciamo che se si fosse opposto allora oggi non saremmo a questo disastro.
In ogni caso il gruppo dirigente della FIOM è ancora in tempo per recuperare almeno in parte alla cantonata pazzesca che ha preso. Invece che sospendere i congressi della FIOM, scelta fuori dalle regole che danneggia solo chi dissente, si dissoci dalla maggioranza della CGIL e dal suo documento congressuale, che al primo punto mette proprio l’esaltazione dell’accordo del 31 maggio. Landini rompa con Susanna Camusso e venga a lottare con noi contro questo accordo e contro il modello di sindacato che propone. E lo faccia sul serio, senza le giravolte a cui ci ha abituato da un pò di tempo in qua.
Per quanto ci riguarda useremo tutte le assemblea congressuali dove riusciremo ad arrivare per mettere sotto accusa il gruppo dirigente che ha firmato questa resa. Si deve sapere che c’è chi dissente, disobbedisce e soprattutto non si arrenderà mai.
Susanna Camusso: "Con il varo del regolamento attuativo, si dà piena attuazione all'accordo del 31 maggio dello scorso anno sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale. Si determina la reale misurazione della rappresentanza di ogni organizzazione sindacale e si rende evidente e trasparente quanto e chi rappresentano. Cgil, Cisl, Uil e Confindustria dimostrano in questo modo di sapersi rinnovare e di dare trasparenza e regole democratiche alla propria azione negoziale, di favorire la partecipazione dei lavoratori con il voto per i delegati e sugli accordi.
Ora gli addetti delle imprese aderenti a Confindustria avranno un potente strumento democratico per decidere della propria vita lavorativa. Mi auguro che presto anche con le altre associazioni datoriali si possa raggiungere questo importante traguardo che costituisce il modello per dare finalmente piena attuazione al dettato costituzionale".
Maurizio Landini: "Visitando il sito www.cgil.it, apprendo che la segretaria generale della Cgil ha firmato il testo di un accordo con alcuni contenuti mai discussi in nessun organismo della nostra organizzazione."
"Ciò che doveva essere un regolamento attuativo dell'accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria sulla rappresentanza si trasforma in un nuovo accordo. Da una prima lettura si evidenzia che il nuovo accordo prevede sanzioni verso le organizzazioni sindacali o i lavoratori eletti, si introduce l'arbitrato interconfederale in sostituzione dell'autonomia delle singole categorie sindacali e compaiono elementi di limitazioni delle libertà sindacali anche in contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale sulla Fiat."
"Tutto ciò rende evidente l'urgenza e la necessità di una convocazione immediata del direttivo della Cgil e, nel rispetto dello Statuto della nostra organizzazione, di procedere alla consultazione degli iscritti interessati dall'accordo. Lunedì, intanto, si riunirà la segreteria nazionale della Fiom-Cgil per esprimere un giudizio più compiuto sull'accordo, anche in vista del Comitato centrale già convocato per il 16 gennaio."
Giorgio Cremaschi: Il regolamento applicativo dell’accordo del 31 maggio sottoscritto venerdì sera da Confindustria e da CGIL CISL UIL viola lo Statuto della CGIL e soprattutto la Costituzione.
Naturalmente non è che la cosa ci stupisca, il testo sottoscritto da poco semplicemente trasforma in regole scrupolose i principi e lo spirito antidemocratici già contenuti nell’accordo del 31 maggio 2013. Tuttavia vedere ora quelle regole è sconvolgente.
Tralascio il dettaglio degli orrori e vado ai punti di fondo.
L’accordo viola la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riammesso la FIOM in Fiat, e afferma che solo i firmatari che accettano tutte le sue regole hanno i diritti sindacali.
L’accordo accetta le deroghe in azienda ai contratti nazionali sugli orari, sulla prestazione e sulle condizioni di lavoro cioè su tutto, alla faccia di tutte le posizioni ufficiali della CGIL. Sacconi e il suo articolo 8 sono soddisfatti.
L’accordo prevede la esigibilità degli accordi, di questi accordi in deroga, anche per chi non è d’accordo e le sanzioni per chi li contrasta, sanzioni che colpiscono il sindacato e i delegati aziendali. Questo è semplicemente l’accordo separato di Pomigliano esteso a tutti.
L’accordo prevede che una giuria di arbitri formata da tre rappresentanti di CGIL CISL UIL , tre della Confindustria e un “esperto”esterno decida sui comportamenti delle categorie. Cioè la FIOM sarà giudicata da una commissione dove padroni e sindacati complici sono la grande maggioranza.
Tutte queste clausole violano i principi e lo Statuto della CGIL, per questo la firma di Susanna Camusso è illegittima, non ci rappresenta e per noi non ha alcun valore. Disubbidiremo e combatteremo questo accordo in difesa delle libertà sindacali e di quelle dei lavoratori con tutti gli strumenti democratici atti a rovesciarlo.
A Maurizio Landini che ora dice no e chiede la consultazione, diciamo che se avesse detto no il 31 maggio ed allora avesse preteso il voto dei lavoratori, che invece su quella intesa non son stati neppure informati, a Landini diciamo che se si fosse opposto allora oggi non saremmo a questo disastro.
In ogni caso il gruppo dirigente della FIOM è ancora in tempo per recuperare almeno in parte alla cantonata pazzesca che ha preso. Invece che sospendere i congressi della FIOM, scelta fuori dalle regole che danneggia solo chi dissente, si dissoci dalla maggioranza della CGIL e dal suo documento congressuale, che al primo punto mette proprio l’esaltazione dell’accordo del 31 maggio. Landini rompa con Susanna Camusso e venga a lottare con noi contro questo accordo e contro il modello di sindacato che propone. E lo faccia sul serio, senza le giravolte a cui ci ha abituato da un pò di tempo in qua.
Per quanto ci riguarda useremo tutte le assemblea congressuali dove riusciremo ad arrivare per mettere sotto accusa il gruppo dirigente che ha firmato questa resa. Si deve sapere che c’è chi dissente, disobbedisce e soprattutto non si arrenderà mai.
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