"Gli
individui non più sussunti sotto la divisione del lavoro sono stati
immaginati dai filosofi come ideale, sotto il nome « l’uomo », e
l’intero processo che abbiamo delineato è stato da loro concepito come
il processo di sviluppo « dell’uomo », così che ad ogni grado della
storia passata si è sostituito « l’uomo » agli individui esistenti e lo
si è rappresentato come la forza motrice della storia. L’intero processo
fu dunque inteso come processo di auto alienazione « dell’uomo », e ciò
deriva essenzialmente dal fatto che l’individuo medio del periodo
posteriore è sempre stato sostituito a quello del periodo precedente e
la coscienza posteriore a quella degli individui precedenti. Con questo
capovolgimento, che astrae senz’altro dalle condizioni reali, fu
possibile trasformare l’intera storia in un processo di sviluppo della
coscienza." - Karl Marx - da "L'ideologia tedesca" -
La
questione appare essere che Marx non pensava che il proletariato fosse
capace di comportarsi come una classe; e se il proletariato è incapace
di comportarsi come una classe allora gran parte della strategia
politica marxista del XX secolo è sbagliata, in quanto presuppone il
contrario: in quanto essa assume che la classe operaia possa agire come
una classe, possa acquisire coscienza in quanto classe ed abbia un
interesse di classe da far valere. Se nessuna di queste ipotesi è vera,
si spiegano molte cose a proposito degli accadimenti politici dello
scorso secolo, compreso l'emergere del fascismo, a partire dal fatto che
la "rivoluzione proletaria" si basava sulla premessa di un evento
esterno, e non dato, alla relazione capitalista: lo sviluppo di una
coscienza politica tra la classe operaia.
Gli argomenti in proposito, sono quelli espressi da Marx nella sua prima spiegazione del materialismo storico: nel primo libro de "L'ideologia tedesca" viene delineato il concetto di rapporto fra individuo, classe e comunità; in particolare viene tracciata quello che è l'emergere delle classi all'interno della società borghese. I membri di quella che sarebbe diventata poi la borghesia emergono dal conflitto con la classe dominante, la nobiltà terriera.
Lo sviluppo delle forze produttive e, in particolare, dei mezzi di comunicazione, aveva reso possibile, in base alle istanze locali di questa classe nascente, di riconoscersi gli uni con gli altri e far valere gli stessi interessi contro un nemico comune. Le condizioni dei borghesi si trovavano in contraddizione con le relazioni esistenti e con il modo di produzione determinato per mezzo di tali relazioni. Tutte queste condizioni, condivise dai borghesi, erano comuni a tutti loro, indipendentemente da ciascuna individualità.
Quest'ultimo è un argomento che viene più volte sottolineato: le condizioni della classe borghese erano indipendenti dagli individui. Il fatto che le condizioni materiali della classe borghese esistessere a prescindere degli individui che componevano la classe è di enorme importanza. I borghesi hanno creato le condizioni per liberarsi dalle relazioni dominanti e lo hanno fatto per mezzo del loro antagonismo con tali relazioni.
Gli argomenti in proposito, sono quelli espressi da Marx nella sua prima spiegazione del materialismo storico: nel primo libro de "L'ideologia tedesca" viene delineato il concetto di rapporto fra individuo, classe e comunità; in particolare viene tracciata quello che è l'emergere delle classi all'interno della società borghese. I membri di quella che sarebbe diventata poi la borghesia emergono dal conflitto con la classe dominante, la nobiltà terriera.
Lo sviluppo delle forze produttive e, in particolare, dei mezzi di comunicazione, aveva reso possibile, in base alle istanze locali di questa classe nascente, di riconoscersi gli uni con gli altri e far valere gli stessi interessi contro un nemico comune. Le condizioni dei borghesi si trovavano in contraddizione con le relazioni esistenti e con il modo di produzione determinato per mezzo di tali relazioni. Tutte queste condizioni, condivise dai borghesi, erano comuni a tutti loro, indipendentemente da ciascuna individualità.
Quest'ultimo è un argomento che viene più volte sottolineato: le condizioni della classe borghese erano indipendenti dagli individui. Il fatto che le condizioni materiali della classe borghese esistessere a prescindere degli individui che componevano la classe è di enorme importanza. I borghesi hanno creato le condizioni per liberarsi dalle relazioni dominanti e lo hanno fatto per mezzo del loro antagonismo con tali relazioni.
"Le
stesse condizioni, la stessa opposizione, gli stessi interessi dovevano
far sorgere in complesso anche gli stessi costumi dappertutto."
Le
condizioni materiali dei borghesi emergono gradualmente, e la classe
stessa si separa lungo la linea della divisione del lavoro, assorbendo
parte della classe dei possidenti e trasformando la classe dei senza
proprietà, insieme ad una parte dei possidenti, in proletari. In questo
modo, la proprietà già esistente viene trasformata in capitale,
industriale o commerciale.
A questo punto, Marx ed Engels, fanno un'affermazione decisamente importante, circa la vita interna di una classe:
A questo punto, Marx ed Engels, fanno un'affermazione decisamente importante, circa la vita interna di una classe:
"I
singoli individui formano una classe solo in quanto debbono condurre
una lotta comune contro un’altra classe; per il resto essi stessi si
ritrovano l’uno di contro all’altro come nemici, nella concorrenza."
E'
un punto fondamentale: ogni classe è classe solo in quanto porta avanti
una battaglia comune contro un'altra classe. Il suo carattere come
classe viene determinato esclusivamente dal suo conflitto contro altre
classi. In assenza di un tale conflitto, qualsiasi classe, nella
società, è solamente un massa di concorrenti ostili l'uno all'altro.
Questo punto di vista sulle classi, nell'opera di Marx, è un filo che si
dipana attraverso tutte le sue opere, per tutta la sua vita. E'
talmente importante che appare nel terzo volume del Capitale, dove Marx scrive:
"
Appena non si tratta più di ripartire i profitti ma di suddividere le
perdite, ciascuno cerca di ridurre il più possibile la propria quota
parte della perdita e di riversarla sulle spalle degli altri. La perdita
per la classe nell’insieme è inevitabile, ma quanto di essa ciascuno
debba sopportare, in quale misura debba assumersene una parte, diventa
allora questione di forza e di astuzia e la concorrenza si trasforma in
una lotta fra fratelli nemici. L’antagonismo fra l’interesse di ogni
singolo capitalista e quello della classe capitalistica si manifesta
allora nello stesso modo come nel periodo di prosperità si era
praticamente affermata l’identità di tali interessi per mezzo della
concorrenza."
Tutta la
comprensione di quelle che sono le Classi nella società capitalista
viene meno nel momento in cui dimentichiamo che la vita interna di
ciascuna classe è determinata dall'ostilità e dalla concorrenza. Una
"fraternità ostile", è il termine più adatto per poter pensare una
classe nella società borghese. E questo ha un'importanza fondamentale al
fine della comprensione, in quanto significa che, a causa
dell'infuriare della concorrenza dentro ciascuna classe, gli interessi
della classe nel suo insieme, vista come un intero (per esempio, le
condizioni materiali comuni a tutti i membri della classe), assumono una
forma che è indipendente dalla classe.
"D’altra
parte la classe acquista a sua volta autonomia di contro agli
individui, cosicché questi trovano predestinate le loro condizioni di
vita, hanno assegnata dalla classe la loro posizione nella vita e con
essa il loro sviluppo personale, e sono sussunti sotto di essa. Questo
fenomeno è identico alla sussunzione dei singoli individui sotto la
divisione del lavoro e può essere eliminato soltanto mediante il
superamento della proprietà privata e del lavoro stesso. Abbiamo già
accennato più volte come questa sussunzione degli individui sotto la
classe si sviluppi in pari tempo in una sussunzione sotto idee di ogni
genere, ecc."
Quello che chiamiamo
classe, non è, in alcun modo, la somma degli individui membri di quella
formazione sociale, bensì una cosa che è materialmente indipendente da
quei membri. La classe è un'astrazione indipendente nella quale i membri
individuali vengono sussunti, e le loro vite vengono determinate da
essa. E se questo è cio che è una classe, il proletariato non può
comportarsi come classe nello stesso modo in cui si è comportata la
borghesia, la quale era in contraddizione con le esistenti relazioni e
con il modo di produzione determinato da quelle relazioni, semplicemente
perché non è così per il proletariato. Semplicemente, non è in
contraddizione, il proletariato è un prodotto delle condizioni esistenti
dei rapporti borghesi di produzione. E' un prodotto della borghesia,
allo stesso modo in cui lo è, ad esempio, la grande industria. Come
classe, il proletariato "non ha alcun interesse particolare da far
valere nei confronti della classe dominante".
Il problema, però, sta nel fatto che anche se non ha interessi da far valere contro la classe dirigente e non si trova in contraddizione con le esistenti condizioni, nondimeno rimane caratterizzata internamente come "fraternità ostile", come qualsiasi altra classe della società borghese. Inoltre, è una fraternità ostile di concorrenti che non entra mai in conflitto con la sua classe dirigente. In questo modo, il carattere competitivo delle relazioni intra-classe assume piena espressione: non c'è limite a quest'ostilità e non c'è niente da mediare o limitare.
Gli argomenti usati da Marx erano rivolti a spiegare perché questa classe - il proletariato - segnava la fine della società divisa in classi, e dello Stato stesso. Proprio in quanto questa classe non ha alcun interesse da far valere in quanto classe, metterà fine allo Stato (del resto, la borghesia ha rovesciato la classe dominante dell’ancient regime, senza aver avuto bisogno di un partito di avanguardia, mentre, secondo alcuni marxismi, per qualche inesplicabile ragione, il proletariato non potrebbe riuscirci!). Ma i proletari non possono vincere nessuna lotta di classe proprio per la stessa ragione per la quale rappresentano la fine delle classi e della società di classe. Marx ha mostrato come il capitalismo sarebbe crollato, non importa come finisce la lotta di classe, anche se finisce con la completa sottomissione dei proletari alla borghesia. Il proletariato non mira a rovesciare la classe dirigente, ma mira a porre fine alla competizione. E questo ha implicazioni positive e negative: implica sindacati così come implica razzismo e ostilità contro gli immigranti. Entrambe sono perfette espressioni della coscienza del proletariato e possono facilmente coesistere fianco a fianco all'interno della classe nel suo insieme.
Che è come dire che la coscienza politica del proletariato è del tutto incoerente, e che una strategia puramente politica per superare il capitalismo non può che fallire, necessariamente!
Il problema, però, sta nel fatto che anche se non ha interessi da far valere contro la classe dirigente e non si trova in contraddizione con le esistenti condizioni, nondimeno rimane caratterizzata internamente come "fraternità ostile", come qualsiasi altra classe della società borghese. Inoltre, è una fraternità ostile di concorrenti che non entra mai in conflitto con la sua classe dirigente. In questo modo, il carattere competitivo delle relazioni intra-classe assume piena espressione: non c'è limite a quest'ostilità e non c'è niente da mediare o limitare.
Gli argomenti usati da Marx erano rivolti a spiegare perché questa classe - il proletariato - segnava la fine della società divisa in classi, e dello Stato stesso. Proprio in quanto questa classe non ha alcun interesse da far valere in quanto classe, metterà fine allo Stato (del resto, la borghesia ha rovesciato la classe dominante dell’ancient regime, senza aver avuto bisogno di un partito di avanguardia, mentre, secondo alcuni marxismi, per qualche inesplicabile ragione, il proletariato non potrebbe riuscirci!). Ma i proletari non possono vincere nessuna lotta di classe proprio per la stessa ragione per la quale rappresentano la fine delle classi e della società di classe. Marx ha mostrato come il capitalismo sarebbe crollato, non importa come finisce la lotta di classe, anche se finisce con la completa sottomissione dei proletari alla borghesia. Il proletariato non mira a rovesciare la classe dirigente, ma mira a porre fine alla competizione. E questo ha implicazioni positive e negative: implica sindacati così come implica razzismo e ostilità contro gli immigranti. Entrambe sono perfette espressioni della coscienza del proletariato e possono facilmente coesistere fianco a fianco all'interno della classe nel suo insieme.
Che è come dire che la coscienza politica del proletariato è del tutto incoerente, e che una strategia puramente politica per superare il capitalismo non può che fallire, necessariamente!
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