di Lucia Bigozzi - intelligonews.it -
La sveglia deve suonare a luglio. Paolo Ferrero, segretario
del Prc, il giorno dopo l’addio di Fassina al Pd scandisce l’agenda del
processo unitario che deve portare alla Costituente della sinistra.
Nella conversazione con Intelligonews, spiega come e perché ciò
che è in costruzione “ambisce a diventare forza di governo alternativa
all’asse neo-liberista Merkel-Renzi”. Ma ne ha anche per il Pd a
trazione renziana…
Dall’addio di Fassina al Pd all’approdo a Possibile. Qual è il
ruolo politico della nuova forza civatiana? E’ destinato all’opposizione
o si candida al governo del Paese?
«Le scissioni, le uscite dal Pd che si sono verificate,
positivamente trovano un punto di aggregazione in Possibile, in coloro
che sono attorno a Cofferati, Fassina e altri. Prima considerazione: non
c’è dispersione ma un punto di aggregazione a questa funzione. Credo
che tra Possibile, Sel, Rifondazione Comunista, Altra Europa, occorra
lanciare un processo di costruzione di un soggetto politico, sapendo che
ognuno è un pezzetto e che bisogna costruire insieme un processo
unitario e che le forze in movimento devono lanciarlo: ma deve essere un
processo aperto – una testa un voto – e soprattutto deve essere rivolto
a coloro che non stanno in alcuna aggregazione politica. E’ un progetto
politico che si candida al governo, nel senso di un governo che esca
dalle politiche di austerità e dalle politiche neo-liberiste, come
stanno facendo Siryza in Grecia e Podemos in Spagna. Centrodestra e
centrosinistra sono uniti nella condivisione di politiche neo-liberiste e
di austerità, tanto è vero che la Merkel, Renzi e gli latri sono tutti
appassionatamente sullo stesso treno. Il processo che costruiremo è
quello di una sinistra che si candida a governare su un impianto
alternativo a quello attuale, che sta producendo disastri».
Lei ritiene possibile una confluenza del suo partito in Possibile?
«E’ evidente che no… No, nel senso che un processo
unitario è lanciato da tutti ed ha caratteristiche che vanno al di là di
ogni singola parte che si è messa in movimento. Diciamo così: un
processo unitario si basa sul riconoscimento; uno direbbe: ‘io Tarzan,
tu Jane’. C’è chi mette al centro i diritti civili, chi i diritti
sociali, chi ha provenienze liberali, socialiste, comuniste,
ambientaliste: in qualche modo si tratta anche di unire i diversi filoni
culturali della sinistra. Insomma, un processo in grado di riconoscere,
nominare tutte le parti che lavorano alla sua composizione per
costruire una cosa che sia più grande e diversa dalla somma delle parti.
Il processo unitario è pre-condizione per il vero obiettivo che è un
processo costituente ampio e l’unità serve a dar vita a un processo
costituente».
Fassina ha parlato della presentazione del suo progetto il 4
luglio, sul sito di Possibile si indica ottobre. Quale deve essere la
tempistica?
«È ovvio che una cosa sono le date dei singoli movimenti, le
singole parti – ad esempio Fassina farà il primo incontro il 4 luglio,
domenica scorsa lo ha fatto Civati, noi riuniremo la direzione di Prc il
3 luglio, Sel farà una iniziativa il 10 o l’11 – ma sui tempi della
costruzione unitaria, io penso che bisogna cercare di essere rapidi
nella partenza. Il processo deve essere una Costituente che dura nel
tempo ma secondo me è necessario dare un segnale entro il mese di
luglio».
Civati ha detto che è stato l’elettorato di sinistra a provocare
di fatto questa scissione dal Pd non i parlamentari che se ne sono
andati. Significa che il mandato degli elettori è stato tradito o che
sono i singoli parlamentari non si riconoscevano più nel Pd renziano?
«Sono vere entrambe le cose. E’ vero sia che, palesemente,
l’elettorato di sinistra e l’elettorato popolare, quello degli
insegnanti, dei lavoratori, cioè fasce di elettorato che avevano in
qualche modo affidato le loro speranze al Pd, si sono sentiti presi in
giro; quindi hanno abbandonato e lo si vede nei numeri del consenso.
Tanto per capirsi: il Pd non lo ha abbandonato Marchionne…Parallelamente
c’è la considerazione di Fassina che considero corretta e cioè che
Renzi non è nient’altro che il portare a coerenza l’impianto sbagliato
del Pd di Veltroni del Lingotto. Fassina notava come Bersani sia stata
una parentesi, non Renzi. In questo, il Pd di Renzi svela la sua vera
essenza che è quella di un partito liberale moderato, tutto interno alle
politiche neo-liberiste e non ha alcuna caratteristica di sinistra. Se
si vuole, sembra un ritorno all’800 dove votavano solo le classi
dominanti e anche lì c’era una destra borghese e una sinistra borghese,
ma tutto questo non aveva nulla a che fare con il popolo; queste due
espressioni di destra e sinistra non erano uguali, ma non cambiava nulla
per quanto riguarda il rapporto con il popolo. E’ esattamente la
situazione di oggi e la Costituente della sinistra è molto simile a
quello che fece il nascente movimento socialista, ovvero portare le
istanze del popolo dentro la politica, evitare che il problema del
popolo fosse solo un problema di ordine pubblico e che diventasse,
invece, la questione sociale, cioè una questione politica. Finora hanno
lavorato ad espellere le istanze popolari dalla politica e dalla
democrazia e il modo in cui trattano il governo Tsipras è evidente:
viene sbeffeggiato e non vengono assunte le cose che propone perché
ritenute impensabili e indicibili dentro quell’orizzonte. In questo
senso, la Costituente della sinistra è anche una rifondazione della
politica e della democrazia. Sul piano antropologico è il passaggio
dalla passività al protagonismo delle persone: è questo il nodo di
fondo. La Costituente della sinistra è questo o non è».
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