Prima immagine. Tanto per rinfrescare la memoria. I salvataggi delle banche, in miliardi di euro.
A fine 2011 i salvataggi pubblici delle
banche erano arrivati a 1.1.48 miliardi per la Gran Bretagna; 144
l’Olanda; 196 il Belgio; 418 miliardi nella virtuosa Germania. Non è il
totale dei soldi usati per puntellare una finanza sempre più instabile.
Andrebbero aggiunti gli oltre 1.000 miliardi prestati all’1% con il TLRO
della Banca Centrale, poi il TLTRO, poi i tassi portati quasi a zero,
poi il quantitative easing, le cartolarizzazioni, e l’elenco potrebbe
continuare.
Rimanendo ai soli piani di salvataggio veri e propri e non
all’insieme delle misure, parliamo di un totale (unicamente in Europa)
di circa 2.400 miliardi di euro. Una somma da mettere a confronto con i
circa 15 miliardi di aiuti che sono in ballo in questo momento per
sostenere la Grecia.
Sì ma… Si dirà che questi 15 non sono certo i primi. Anche la Grecia
ha ricevuto parecchi aiuti dall’Europa. Ecco allora l’immagine n.2, da
un articolo del Sole24Ore del febbraio scorso.
In alto l’esposizione verso la Grecia a dicembre 2009. L’esposizione
italiana, francese o tedesca era esattamente pari a zero. Erano le
banche private ad avere allegramente prestato decine di miliardi alle
controparti greche, e a rivolerle indietro quando sono andate in crisi a
seguito della bolla dei subprime, lasciando la Grecia in ginocchio. Qui
intervengono le generose istituzioni europee e internazionali con i
“piani di salvataggio”, che altro non sono stati se non una gigantesca
partita di giro per mettere al sicuro le banche francesi, tedesche e di
altri Paesi. Il debito passato dal privato al pubblico, secondo il noto
principio di privatizzare i profitti e socializzare le perdite.
Ad affermarlo è anche un delegato del FMI, che già a gennaio 2010
denunciava come il presunto salvataggio della Grecia fosse «concepito
solo per salvare i creditori, nella gran parte banche del vecchio
continente e non la Grecia». Uno studio indipendente ha mostrato come
per lo meno il 77% di tutti gli aiuti forniti alla Grecia tra maggio
2010 e giugno 2013 siano finiti al settore finanziario e non alla
popolazione o allo Stato ellenico.
Come dire che, oltre la montagna di denaro regalato o prestato a
interesse nullo alle banche, persino i fondi destinati – nelle
dichiarazioni ufficiali – ad aiutare i Paesi in difficoltà, sono finiti a
salvare il sistema bancario.
Passiamo all’immagine n.3, che non riguarda né il vergognoso
ammontare dei salvataggi, né l’altrettanto vergognosa destinazione dei
fondi. Perché c’è di peggio. E sono le condizioni – e l’assenza di
condizioni. Di seguito un estratto del documento “proposto” alla Grecia
dai burocrati europei. Nello specifico riguarda le pensioni, ma non è
necessario leggerlo, basta il colpo d’occhio delle modifiche richieste
durante il “negoziato”.
Sarebbe
stato opportuno pubblicare una quarta immagine, con le analoghe
condizioni richieste alle banche per ottenere i salvataggi unicamente
pochi anni fa, ma il problema è che non c’è una tale immagine perché non
c’è stata nessuna condizione: migliaia di miliardi di euro di assegno
in bianco. A dispetto del mostruoso impegno dei governi e della banca
centrale, a dispetto anche delle roboanti dichiarazioni che hanno chiuso
ogni vertice internazionale dal 2008 in poi, il nulla.
Non è stato chiesto alle Banche nessun piano di austerità, non è
stato imposto un limite all’utilizzo di derivati, non sono state messe
nemmeno un minimo di condizioni di buon senso per evitare per lo meno
che con i soldi pubblici ricevuti le stesse banche potessero truffare i
risparmiatori o evadere le tasse. Niente sul sistema bancario ombra,
niente sulla presenza di filiali e controllate nei paradisi fiscali,
nulla di nulla.
Il mese scorso alcuni dei più grandi gruppi bancari, molti dei quali
hanno ricevuto somme enormi in salvataggi pubblici, hanno patteggiato
una multa miliardaria per una gigantesca truffa sul mercato dei cambi.
Una truffa che sarebbe andata avanti dal 2007 al 2013, proprio quando
venivano inondate di soldi pubblici. In buona parte gli stessi gruppi
bancari che, in soli tre anni, tra gennaio 2012 e dicembre 2014, hanno
dovuto pagare 139 miliardi di dollari di sanzioni alle autorità
statunitensi.
Il sistema bancario ombra, che opera al di fuori di qualsiasi regola o
controllo, avrebbe raggiunto (il condizionale è d’obbligo visto che non
si riesce nemmeno a darne una definizione univoca) circa 75.000
miliardi di dollari. Ma il problema che tiene l’Europa con il fiato
sospeso è il debito pubblico greco, meno dello 0,5% di questa cifra.
L’assenza di condizioni per banche private che hanno come obiettivo
il massimo profitto non è nemmeno ipotizzabile per uno Stato sovrano che
dovrebbe tutelare l’interesse dei suoi cittadini. Qui non è possibile
nessun cedimento, occorre essere inflessibili per dare l’esempio a
tutti. Ancora prima, è necessario perché dobbiamo conquistare la fiducia
dei mercati finanziari, evitare attacchi speculativi che potrebbero
acuire le difficoltà.
I tempi e le richieste della finanza non sono quelle della
democrazia, ed è la democrazia a doversi piegare. Nuovamente per
rinfrescare la memoria, solo pochi mesi fa questi erano i titoli dei
principali quotidiani italiani alla notizia di un’elezione democratica:
Un
tema solo. Le elezioni spaventano i mercati. Un mondo in cui c’è chi
guadagna miliardi speculando sui disastri altrui, il problema è
accontentare e “restituire fiducia” ai mercati, non cambiare le regole.
Lo scorso anno i primi 25 gestori di hedge fund – i fondi speculativi
che tramite derivati e altri strumenti arrivano a scommettere anche sul
fallimento di interi Paesi – si sono portati a casa poco meno di 14
miliardi di dollari. Il primo si è preso 1,3 miliardi di dollari, circa
100 milioni di euro al mese.
Il che non è evidentemente un problema, per istituzioni che si
oppongono però a uno dei punti del programma del governo Tsipras, che
vorrebbe riportare il salario minimo ai 751 euro del 2011, prima che la
Troika obbligasse la Grecia a ridurlo a 580 euro. Il problema attuale
sono 751 euro per chi lavora, non i 100 milioni al mese per chi specula.
Un numero per capire come va il mondo? 100.000.000/751 = 133.155.
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