di Fabio Marcelli
A che serve il Fondo monetario internazionale,
organizzazione piena zeppa di funzionari ben pagati che gravano sugli
erari degli Stati membri? Sostanzialmente a nulla, se non a imporre in
modo neocoloniale le proprie sbagliatissime idee ai Paesi più deboli.
Questo esoso carrozzone e i suoi burocrati hanno avuto modo di
confermare questa che rimane la sua vocazione, tanto più nell’ambito di
una crisi che proprio le idee e le politiche sbagliate
propagandate dal Fondo hanno contribuito fortemente a suscitare e
consolidare. E dire che non era mancata qualche voce critica e sensata,
tra i consulenti del Fondo, riguardo ad esempio alla nocività delle crescenti disuguaglianze sociali.
Ma questi in fondo sono dettagli. La sostanza è ben altra e di
ribadirla si è incaricata, in relazione alla crisi greca, l’ineffabile Christine Lagarde, burocrate d’oro, che ai popoli del mondo costa ben € 1.953,00 al giorno, per giunta esentasse. Secondo questa funzionaria, le misure proposte dal governo Tsipras per uscire dalla crisi debitoria non vanno bene.
Non va bene la progettata nuova imposta sui ricchi, non vanno bene i
tagli alla difesa e ai baby-pensionati, non va bene la risistemazione
delle aliquote Iva. Un piano fiscale per otto miliardi in due anni viene
rigettato in spregio a qualsiasi principio democratico.
L’intento è triplice. Da una parte sostituirsi del
tutto al popolo e al governo greco per dettare le misure che vanno
adottate in ossequio al fallimentare credo neoliberista di cui la
Lagarde è una superstipendiata sacerdotessa. Dall’altro giocare
apertamente sul terreno politico facendo fallire un esperimento politico
dichiaratamente di sinistra e su questo il Fmi sa di avere tutto
l’appoggio della loffia classe dirigente europea – non è un caso che
Moscovici, commissario europeo agli affari monetari, abbia incontrato il
leader dello screditato partito centrista greco To Potami.
Ma soprattutto ricordare al mondo intero che il Fmi esiste e lotta per
salvaguardare la propria inutile inesistenza contro i popoli del mondo.
Un organismo che è servito nel corso della sua fallimentare e dannosa esistenza unicamente per tradurre in minacce i diktat dei padroni dell’economia mondiale,
avvalendosi della liquidità come di una sciarpa per strangolare i
governi e i popoli. Un organismo oggi del tutto fuori della storia, come
dimostra anche il peso ancora troppo insufficiente affidato ai Paesi emergenti, Cina in testa, i quali hanno dato vita , in sede Brics, ad un’autonoma Banca di sviluppo
che sicuramente sarà molto più utile o quantomeno meno dannosa del
Fondo. Banca a cui, sia detto per inciso, sarebbe opportuno che il
governo greco si rivolgesse per liberarsi definitivamente delle dannose
ingerenze del Fmi.
Del resto, se questa è stata la triste storia del Fmi, è ben
comprensibile che i suoi lautamente pagati dirigenti vogliano attenersi
ad essa, nell’intento di ripetere i fasti dei tempi che furono in un
mondo notevolmente trasformato rispetto ad allora. Si conferma peraltro
anche l’inesistenza di soluzioni ai problemi economici
che siano ‘oggettivamente’ valide. Esiste in realtà un ventaglio di
soluzioni che corrispondono ciascuna a una determinata logica politica e
di classe. Quella fatta propria da Fmi e Unione europea è quella delle
classi dominanti che vogliono che le cose continuino nel modo sbagliato
in cui si sono svolte finora, determinando la nascita e il peggioramento delle crisi
e infinite sofferenze al popolo greco e a tutti i popoli del mondo,
purché fossero beninteso salvaguardati i loro profitti e lauti stipendi.
Una casta globale infinitamente più costosa, dannosa
e pericolosa della nostra. Che ci costerà moltissimo, se porterà a
termine il suo piano contro la Grecia, in termini di rilancio dello
spread e di conservazione in perpetuo di un micidiale modello di
sottosviluppo che continua a fare danni in tutto il mondo. Sarebbe
davvero il caso di liberarsene, sciogliendo il Fmi e deferendo quelle
fra le sue funzioni che sono effettivamente utili ad organismi ispirati a
logiche del tutto differenti.
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