A.A.A. (Alliance Against Austerity), Alleanza contro l’austerità, questo lo slogan che ha caratterizzato la due giorni del Forum Européen des Alterantives che si è tenuto nello scorso fine settimana a Parigi, nella centralissima Place de la République. Due giorni intensi, caratterizzati da decine di dibattiti, alcuni nella grande tenda delle plenarie allestita in piazza altre in strutture messe a disposizione dai compagni francesi. Presenti delegazioni di numerosi partiti aderenti alla Sinistra Europea, sindacati, associazioni impegnate nelle tante battaglie che partendo dalla lotta all’austerity hanno individuato loro particolari e specifiche aree tematiche di intervento. In realtà gli incontri sono iniziati il venerdì sera con la proiezione, presso la sede della Direzione del Pcf, del film “Opération Correa” un documentario di Pierre Carles in cui si tenta di spiegare la specificità di quanto sta accadendo in Ecuador.
La prima plenaria, il sabato mattina, era incentrata su una proposta di alternativa di sviluppo in Europa che può nascere solo dal confronto nella vera sinistra. E poi workshop sulla situazione greca, sui beni comuni, sulla lotta contro la disoccupazione e la precarietà, la scuola, il contrasto all’evasione fiscale. E poi le mille possibilità che da sinistra possono nascere per costruire una Europa diversa, alternativa a quella in mano ai poteri finanziari, in cui i temi da portare a valore siano il diritto al lavoro, al reddito, alla cittadinanza sostanziale, la libertà di movimento per i migranti e una stampa libera non sottomessa a pochi gruppi oligarchici. Impossibile stilare un elenco completo dei temi trattati, dalla lotta alla corruzione alla necessità di una nutrizione sana (altro che Expo), dalla necessità di pace e di una cultura della pace, alla democratizzazione del sistema bancario, alle lotte per i diritti Lgbt.
La serata di sabato si è conclusa con un concerto in piazza, la domenica, fra due plenarie si sono tenuti incontri che rilanciavano in maniera ancora più precisa l’idea che in questo mondo, di cui anche una parte della sinistra italiana è parte, possano nascere proposte credibili con cui essere nel conflitto determinato dalla crisi. La necessità di continuare a combattere il TTIP, la realizzazione di strumenti di comunicazione alternativi, la questione del debito con cui si strangolano soprattutto i paesi mediterranei, le lotte delle donne e l’urgenza di contrastare il populismo dell’estrema destra, cosa fare per rapportarsi a quanto accade nei paesi del sud del Mediterraneo e in Ucraina, come combattere ogni tipo di razzismo e come pensare il lavoro per il ventunesimo secolo.
La plenaria finale, organizzata per celebrare la vittoria di Syriza ma attenta anche a quanto pochi giorni prima era accaduto in Spagna, è stata occasione non formale per ribadire anche i punti di criticità che ancora si vivono nella Sinistra Europea. La necessità di praticare le lotte e di porsi obbiettivi ambiziosi non relegati al proprio singolo contesto statuale, quella altrettanto stringente di non pensare a modelli vincenti ed esportabili tout court ma di costruire tenendo conto delle similitudini e delle specificità di ogni singolo contesto, il bisogno di affrontare il confronto a viso aperto, senza politicismi o margini di ambiguità in una situazione in cui anche ciò che resta delle speranze che si definiscono “socialdemocratiche” sono ormai totalmente asservite al neoliberismo. Si è trattato, come nei dibattiti tematici, di una discussione franca e scevra da formalismi, a tratti anche ruvida ma importante.
Si respirava, ascoltando le persone, girando nella piazza fra un caffè e una birra, un volantino e un intervento, la voglia di costruire intelligenza collettiva, di non fermarsi a misurare le distanze che separavano ogni singola esperienza ma a volerle far comunicare e valorizzare. Un clima di fiducia contagioso che si diffondeva in un pubblico intergerenazionale, plurilingue, prodotto della frammentazione di diverse culture, quella comunista, socialista, ambientalista o semplicemente di chi si ritrova da una parte della barricata perché individuava in quel campo un referente fondamentale per la difesa dei diritti di tutte e di tutti.
Rappresentativa la presenza di Rifondazione Comunista, dal segretario Paolo Ferrero all’europarlamentare Eleonora Forenza, dalla responsabile lavoro Roberta Fantozzi al responsabile esteri Fabio Amato, fino a chi scrive. Le platee hanno riconosciuto al lavoro faticoso e duro del nostro partito una importanza enorme. Maite Mola, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, nel suo intervento finale ci ha tenuto a ringraziare l’Italia per l’affermazione della lista L’Altra Europa con Tsipras di cui Rifondazione è stata ed è tuttora elemento imprescindibile. Un riconoscimento esplicitamente legato al fatto che non può esserci una Sinistra rappresentativa del vecchio continente se non rappresentata anche dall’Italia, non solo per la sua storia passata ma per quanto sta avvenendo nel presente.
Il Forum si è chiuso con un appello a sostegno di Syriza e del popolo greco, oggi più che mai punto nodale di resistenza contro una Troika che vorrebbe impedire che si propagassero gli effetti salutari delle politiche del nuovo governo. La sconfitta dell’austerity passa per Atene e quando il 20 giugno la Grecia intera si ritroverà in piazza per respingere l’attacco imposto dalle istituzioni finanziarie europee e dai lacci della Commissione, non dovrà essere lasciata da sola. E combattere l’austerità anche nel proprio paese è quello che ci chiedono anche i compagni greci. Il materiale emerso dal forum è comunque reperibile per intero su http://www.forum-des-alternatives.eu/ e http://www.european-left.org/
La prima plenaria, il sabato mattina, era incentrata su una proposta di alternativa di sviluppo in Europa che può nascere solo dal confronto nella vera sinistra. E poi workshop sulla situazione greca, sui beni comuni, sulla lotta contro la disoccupazione e la precarietà, la scuola, il contrasto all’evasione fiscale. E poi le mille possibilità che da sinistra possono nascere per costruire una Europa diversa, alternativa a quella in mano ai poteri finanziari, in cui i temi da portare a valore siano il diritto al lavoro, al reddito, alla cittadinanza sostanziale, la libertà di movimento per i migranti e una stampa libera non sottomessa a pochi gruppi oligarchici. Impossibile stilare un elenco completo dei temi trattati, dalla lotta alla corruzione alla necessità di una nutrizione sana (altro che Expo), dalla necessità di pace e di una cultura della pace, alla democratizzazione del sistema bancario, alle lotte per i diritti Lgbt.
La serata di sabato si è conclusa con un concerto in piazza, la domenica, fra due plenarie si sono tenuti incontri che rilanciavano in maniera ancora più precisa l’idea che in questo mondo, di cui anche una parte della sinistra italiana è parte, possano nascere proposte credibili con cui essere nel conflitto determinato dalla crisi. La necessità di continuare a combattere il TTIP, la realizzazione di strumenti di comunicazione alternativi, la questione del debito con cui si strangolano soprattutto i paesi mediterranei, le lotte delle donne e l’urgenza di contrastare il populismo dell’estrema destra, cosa fare per rapportarsi a quanto accade nei paesi del sud del Mediterraneo e in Ucraina, come combattere ogni tipo di razzismo e come pensare il lavoro per il ventunesimo secolo.
La plenaria finale, organizzata per celebrare la vittoria di Syriza ma attenta anche a quanto pochi giorni prima era accaduto in Spagna, è stata occasione non formale per ribadire anche i punti di criticità che ancora si vivono nella Sinistra Europea. La necessità di praticare le lotte e di porsi obbiettivi ambiziosi non relegati al proprio singolo contesto statuale, quella altrettanto stringente di non pensare a modelli vincenti ed esportabili tout court ma di costruire tenendo conto delle similitudini e delle specificità di ogni singolo contesto, il bisogno di affrontare il confronto a viso aperto, senza politicismi o margini di ambiguità in una situazione in cui anche ciò che resta delle speranze che si definiscono “socialdemocratiche” sono ormai totalmente asservite al neoliberismo. Si è trattato, come nei dibattiti tematici, di una discussione franca e scevra da formalismi, a tratti anche ruvida ma importante.
Si respirava, ascoltando le persone, girando nella piazza fra un caffè e una birra, un volantino e un intervento, la voglia di costruire intelligenza collettiva, di non fermarsi a misurare le distanze che separavano ogni singola esperienza ma a volerle far comunicare e valorizzare. Un clima di fiducia contagioso che si diffondeva in un pubblico intergerenazionale, plurilingue, prodotto della frammentazione di diverse culture, quella comunista, socialista, ambientalista o semplicemente di chi si ritrova da una parte della barricata perché individuava in quel campo un referente fondamentale per la difesa dei diritti di tutte e di tutti.
Rappresentativa la presenza di Rifondazione Comunista, dal segretario Paolo Ferrero all’europarlamentare Eleonora Forenza, dalla responsabile lavoro Roberta Fantozzi al responsabile esteri Fabio Amato, fino a chi scrive. Le platee hanno riconosciuto al lavoro faticoso e duro del nostro partito una importanza enorme. Maite Mola, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, nel suo intervento finale ci ha tenuto a ringraziare l’Italia per l’affermazione della lista L’Altra Europa con Tsipras di cui Rifondazione è stata ed è tuttora elemento imprescindibile. Un riconoscimento esplicitamente legato al fatto che non può esserci una Sinistra rappresentativa del vecchio continente se non rappresentata anche dall’Italia, non solo per la sua storia passata ma per quanto sta avvenendo nel presente.
Il Forum si è chiuso con un appello a sostegno di Syriza e del popolo greco, oggi più che mai punto nodale di resistenza contro una Troika che vorrebbe impedire che si propagassero gli effetti salutari delle politiche del nuovo governo. La sconfitta dell’austerity passa per Atene e quando il 20 giugno la Grecia intera si ritroverà in piazza per respingere l’attacco imposto dalle istituzioni finanziarie europee e dai lacci della Commissione, non dovrà essere lasciata da sola. E combattere l’austerità anche nel proprio paese è quello che ci chiedono anche i compagni greci. Il materiale emerso dal forum è comunque reperibile per intero su http://www.forum-des-alternatives.eu/ e http://www.european-left.org/
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