Sullo spionaggio statunitense contro gli “alleati” la reticenza del governo e degli apparati di stato è decisamente vergognosa.
Il presidente del Parlamento Europeo ha protestato, la Germania e la Francia hanno protestato. E’ evidente, anche a occhio nudo, l’assordante silenzio delle autorità italiane sulla vicenda dello spionaggio statunitense ai danni degli “alleati”, incluse le ambasciate italiane a Washington e alle Nazioni Unite. Se Napolitano si è limitato a chiedere “risposte soddisfacenti ad una questione spinosa”, la timidissima dichiarazione del ministro Mauro e quella assai compiacente del ministro Bonino, confermano la totale subalternità – anzi servilismo – degli apparati dello Stato e del ceto politico trasversale di governo – agli apparati degli Stati Uniti.
Emblematico il commento del ministro degli esteri Bonino, secondo cui “L'importante è che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull'area di libero scambio tra le due sponde”. Dunque mentre la Germania sottolinea piuttosto chiaramente come la crisi diplomatica non possa non avere ripercussioni sul trattato di libero scambio transatlantico, il governo italiano diventa il paladino più zelante di un trattato che, anche a occhio nudo, favorisce gli Stati Uniti che possono ricorrere – e sono già ricorsi – alla stampa di nuove banconote mentre la Bce continua a negarsi l’opzione del quantitative easing. Parlare di “libero scambio” con questa asimmetria è qualcosa che somiglia al suicidio.
Ma la vicenda è inquietante e grottesca non solo sul piano economico. Per l’Italia è l’ulteriore conferma di un servilismo storico verso gli Usa che diventa però inaccettabile e insostenibile nel XXI° secolo, all'interno di una competizione globale ormai conformatasi intorno ad “aree monetarie” che vanno sostituendo i “blocchi geopolitici” della guerra fredda.
In questi giorni abbiamo letto di come la Gran Bretagna, ad esempio, sia parte del problema per la sua complicità storica con gli apparati di intelligence e militari statunitensi. Nel 2001 una risoluzione del Parlamento Europeo (osteggiata da Londra) condannava il sistema di spionaggio anglo-statunitense che si reggeva sul sistema Echelon. Ma quel sistema aveva uno dei suoi perni più importanti proprio in Gran Bretagna.
Lo spionaggio si è poi evoluto fino al nuovo sistema Prism, attraverso cui gli USA spiano tutti e tutto quello che possono per poi passarlo al setaccio, alleati inclusi. Qualcuno rammenta il lavoro di spionaggio sistematico sulla fiera aerospaziale francese di Le Bourget? Oppure quello finalizzato alla guerra delle commesse tra Airbus e Boeing? In molti cercano di minimizzare: “tra amici ci si spia un po’, lo sanno tutti, lo fanno tutti”.
Ma nell’epoca della guerra fredda contro l’Urss i paesi della Nato erano schierati tutti dalla stessa parte. Gli Usa hanno provato a replicare lo scenario e la gerarchia di alleanza alimentando la “guerra contro il terrorismo”. Ma i tempi sono cambiati e l’asimmetria della crisi e delle soluzioni, tra l’area del dollaro e quella dell’euro, lo rivelano piuttosto brutalmente. Stati Uniti ed Eurozona hanno oggi interessi diverse e soluzioni diverse, le camere di compensazione del passato stentano a funzionare.
E l’Italia in tutto questo? La piccineria e il servilismo del ceto politico – di destra o di centrosinistra - e degli apparati dello Stato verso gli Usa è vergognoso in misura impressionante. Ne abbiamo la conferma in questi giorni sulla vicenda dello spionaggio, ma anche in Sicilia sull'installazione del Muos a Niscemi. Gli Usa vogliono installare un sistema di spionaggio e intercettazione e il governo Letta vuole facilitargli la strada. La stessa cosa fecero Berlusconi e Prodi a Vicenza con la base militare al Dal Molin (oggi Del Din). C'è poi la vicenda dello spionaggio sui colloqui per il gasdotto South Stream siglato tra Italia, Russia e Turchia (allargatosi a Francia e Germania) che gli USA non gradiscono perchè bypassa il loro Nabucco.
In molti di questi casi si ha addirittura l’impressione che l’Italia si sia spiata da sola e poi abbia passato le informazioni all’intelligence statunitense. La reticenza e la riluttanza dei ministri italiani ci sta dicendo questo. Il governo e le forze che lo sostengono meritano di essere spazzati via della storia e dal futuro di questo paese, senza se e senza ma. Presto.
Il presidente del Parlamento Europeo ha protestato, la Germania e la Francia hanno protestato. E’ evidente, anche a occhio nudo, l’assordante silenzio delle autorità italiane sulla vicenda dello spionaggio statunitense ai danni degli “alleati”, incluse le ambasciate italiane a Washington e alle Nazioni Unite. Se Napolitano si è limitato a chiedere “risposte soddisfacenti ad una questione spinosa”, la timidissima dichiarazione del ministro Mauro e quella assai compiacente del ministro Bonino, confermano la totale subalternità – anzi servilismo – degli apparati dello Stato e del ceto politico trasversale di governo – agli apparati degli Stati Uniti.
Emblematico il commento del ministro degli esteri Bonino, secondo cui “L'importante è che gli Usa forniscano tutte le spiegazioni per evitare il blocco delle trattative sull'area di libero scambio tra le due sponde”. Dunque mentre la Germania sottolinea piuttosto chiaramente come la crisi diplomatica non possa non avere ripercussioni sul trattato di libero scambio transatlantico, il governo italiano diventa il paladino più zelante di un trattato che, anche a occhio nudo, favorisce gli Stati Uniti che possono ricorrere – e sono già ricorsi – alla stampa di nuove banconote mentre la Bce continua a negarsi l’opzione del quantitative easing. Parlare di “libero scambio” con questa asimmetria è qualcosa che somiglia al suicidio.
Ma la vicenda è inquietante e grottesca non solo sul piano economico. Per l’Italia è l’ulteriore conferma di un servilismo storico verso gli Usa che diventa però inaccettabile e insostenibile nel XXI° secolo, all'interno di una competizione globale ormai conformatasi intorno ad “aree monetarie” che vanno sostituendo i “blocchi geopolitici” della guerra fredda.
In questi giorni abbiamo letto di come la Gran Bretagna, ad esempio, sia parte del problema per la sua complicità storica con gli apparati di intelligence e militari statunitensi. Nel 2001 una risoluzione del Parlamento Europeo (osteggiata da Londra) condannava il sistema di spionaggio anglo-statunitense che si reggeva sul sistema Echelon. Ma quel sistema aveva uno dei suoi perni più importanti proprio in Gran Bretagna.
Lo spionaggio si è poi evoluto fino al nuovo sistema Prism, attraverso cui gli USA spiano tutti e tutto quello che possono per poi passarlo al setaccio, alleati inclusi. Qualcuno rammenta il lavoro di spionaggio sistematico sulla fiera aerospaziale francese di Le Bourget? Oppure quello finalizzato alla guerra delle commesse tra Airbus e Boeing? In molti cercano di minimizzare: “tra amici ci si spia un po’, lo sanno tutti, lo fanno tutti”.
Ma nell’epoca della guerra fredda contro l’Urss i paesi della Nato erano schierati tutti dalla stessa parte. Gli Usa hanno provato a replicare lo scenario e la gerarchia di alleanza alimentando la “guerra contro il terrorismo”. Ma i tempi sono cambiati e l’asimmetria della crisi e delle soluzioni, tra l’area del dollaro e quella dell’euro, lo rivelano piuttosto brutalmente. Stati Uniti ed Eurozona hanno oggi interessi diverse e soluzioni diverse, le camere di compensazione del passato stentano a funzionare.
E l’Italia in tutto questo? La piccineria e il servilismo del ceto politico – di destra o di centrosinistra - e degli apparati dello Stato verso gli Usa è vergognoso in misura impressionante. Ne abbiamo la conferma in questi giorni sulla vicenda dello spionaggio, ma anche in Sicilia sull'installazione del Muos a Niscemi. Gli Usa vogliono installare un sistema di spionaggio e intercettazione e il governo Letta vuole facilitargli la strada. La stessa cosa fecero Berlusconi e Prodi a Vicenza con la base militare al Dal Molin (oggi Del Din). C'è poi la vicenda dello spionaggio sui colloqui per il gasdotto South Stream siglato tra Italia, Russia e Turchia (allargatosi a Francia e Germania) che gli USA non gradiscono perchè bypassa il loro Nabucco.
In molti di questi casi si ha addirittura l’impressione che l’Italia si sia spiata da sola e poi abbia passato le informazioni all’intelligence statunitense. La reticenza e la riluttanza dei ministri italiani ci sta dicendo questo. Il governo e le forze che lo sostengono meritano di essere spazzati via della storia e dal futuro di questo paese, senza se e senza ma. Presto.
Nessun commento:
Posta un commento