venerdì 5 giugno 2015

"Elezioni regionali, mettere in campo subito una alternativa vera". Intervento di Roberto Musacchio



Mai come in questo caso la lettura del voto delle regionali dipende anche e soprattutto da cosa si vuole fare. Intendiamoci: naturalmente c’è una analisi accurata che deve essere svolta e da questo punto di vista i dati sui flussi forniti dall’Istituto Cattaneo sono preziosi. E c’è una analisi articolata, sociale e politica, su cui in molti si stanno cimentando. Elementi come la astensione ormai a livelli da allarme rosso per la democrazia sono irrinunciabili da affrontare per qualsiasi prospettiva futura. Essi riguardano tutti i soggetti politici che, tutti, perdono voti, come è stato detto, con la sola eccezione della Lega di Salvini. Si arresta la spinta propulsiva del renzismo che perde colpi quantitativamente e qualitativamente.

La battuta di arresto al Nord è emblematica se si pensa a quanta volontà di “modernità” ha messo in campo il “Rottamatore” e quanti favori ha fatto ai settori confindustriali. Come scrive Bonomi la realtà della crisi di molte aree dello stesso Nord del Paese e molto aldilà della comprensione e del raggio d’azione dello stesso Renzi. Per altro, aggiungo io, la “stretta” della austerità europea, che già colpì la proposta politica dell’allora candidato Bersani, risultata poco credibile anche ai cosiddetti ceti produttivi, permane e colpisce ancora il PD nonostante i regali fatti in termini di soldi e di modello sociale, Jobs Act in testa, da Renzi. Le destre di Salvini e dei vari pezzi di Forza Italia hanno trend diversi, in crescita la Lega, in ulteriore difficoltà il Cavaliere e i suoi alleati o ex tali. La conquista però di due Regioni, il Veneto di Zaia e la Liguria di Tosi, le rende potenzialmente in partita.

I cinque stelle hanno una affermazione politica generale significativa visto il livello regionale per loro ostico ma non “conquistano” nessuna “vittoria”. Dato, questo, di una qualche rilevanza considerando che i meccanismi elettorali escogitati da tempo per superare i caratteri della democrazia rappresentativa verso quella che viene definito un sistema politico “esecutorio” incidono sui comportamenti dei corpi elettorali spingendo una parte crescente alla astensione e cercando di convogliare i rimanenti verso il solo tema del “chi vince” a prescindere dalle politiche che verranno fatte. Anche perché queste, le politiche, sono appunto quasi totalmente rese obbligate proprio dal quadro europeo e dalla austerità.

In questo contesto le sinistre di alternativa hanno un risultato che certo conferma i loro limiti soggettivi ma anche la difficoltà grandissima, ormai da tempo, di far vivere nelle urne la contestazione della austerità e una prospettiva di fuoriuscita dal quadro dominante. Ciononostante qualche segnale importante si è pure manifestato. In particolare il risultato ligure ha rappresentato una capacità di resistenza alla offensiva martellante sul voto utile particolarmente odiosa considerando quanto dannose siano le politiche operate da chi se ne fa artefice. E anche il risultato toscano è un segno di vitalità. Si è visto che comunque l’unità delle forze, politiche e sociali, aiuta. Certo non basta e infatti in Campania e nelle Marche non è servita a raggiungere almeno la eleggibilità. Ma aiuta, come già avvenne per le elezioni europee con l’esperienza dell’Altra Europa con Tsipras. Sono molti a sottolineare, anche giustamente, i limiti persistenti di ciò che esiste a sinistra e l’esigenza di un processo generale di ripensamento. E sempre in molti e sempre giustamente sottolineano come sia necessaria una unità sociale, come si è detto, di ciò che il liberismo vuole dividere. Elementi entrambi imprescindibili.

Ma, ripeto, io penso che essi si possano esprimere al meglio dentro un contesto che sia dichiaratamente quello della ricerca dell’unità. E, per essere chiaro, non semplicemente di una unità d’azione, pur preziosa, ma di una unità tesa a farsi soggettività politica nuova, di dimensione europea ed alternativa al PD e al renzismo, capace di intrecciare profondamente il sociale e il politico. Per questo ho detto che il senso vero di queste elezioni sarà quello che saremo capaci di dargli noi sulla base delle scelte che opereremo. Ci sono, fortunatamente, in campo molte lotte, da quelle contro il Jobs Act, a quelle della scuola, a quelle ambientali. Ci sono forze che vanno dicendosi disponibili all’unità, comprese nuove forze che si liberano dal renzismo.

C’è un quadro europeo che si è mosso, in primo luogo grazie alla Grecia di Tsipras. L’unica coalizione sociale e politica compiuta contro l’austerità e per un’altra Europa. Ma poi in Spagna le elezioni delle città ci hanno dato coalizioni vincenti anche se nelle regionali vi è un dato più faticoso che conferma che per arrivare ad una capacità di alternativa politica piena la strada non è semplice. Comunque in Spagna a questo si lavora per le elezioni politiche provando a fare nazionalmente quello che si è fatto nelle città. In Irlanda la vittoria nel referendum sul diritto al matrimonio per gli omosessuali ha un valore storico e si accompagna ad una competitività del Sinn Fein sul terreno del governo per le elezioni prossime. Lo scenario europeo è la chiave perché se non cambia questo non può vivere l’alternativa. E questo scenario è gestito dal connubio tra popolari e socialisti. E’ questo scenario che ha reso possibile il PD di Renzi e rende indispensabile una forza autonoma ed alternativa per aspirare a cambiare le cose. Questa è la lezione greca, ma anche spagnola.

Per questo è morto il centro sinistra e pensare ancora di rianimarlo significa in realtà impedire al nuovo di nascere. Dunque la scelta di arrivare alle prossime elezioni con un soggetto politico della sinistra unitario e alternativo va fatta oggi. L’Italicum è stato apparecchiato proprio per mettere in scena una corsa a tre,tra tre destre e tre populismi. Il populismo renziano, e del PD, a difesa dello status quo. E quelli, subalterni del grillismo o reazionari delle destre. Una alternativa vera va messa in campo da subito per arrivare ad agire nei tempi più rapidi possibili e ad essere credibile come lo si è in Grecia, in Spagna o in Irlanda.

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