martedì 6 dicembre 2011

Caro Nichi, basta ambiguità, vogliamo l'unità della Sinistra


Caro Nichi,
siamo un gruppo di ragazze e ragazzi di venti e trent'anni.
Seguiamo dal 2008, dalla fondazione del Movimento per la Sinistra fino alla strutturazione del partito (provvisorio, un ponte per altri lidi - come hai più volte espresso) di SEL, il viaggio, difficile ma anche entusiasmante, per la costruzione di una Sinistra senza aggettivi e plurale: pacifista, libertaria, ambientalista, sindacale, voce forte e chiara degli ultimi, dei più deboli e indifesi dalla crisi feroce del liberismo.
Una sinistra non identitaria ma aperta a tutte le esperienze e alle tradizioni che provengono dalla medesima sete di giustizia e libertà che milioni di uomini e donne nutrono oggi come il presagio di un mutamento epocale e necessario, che deve essere realizzato con la gioia dell'utopia ma anche con un grande senso di responsabilità pratica.
Il Movimento per la Sinistra e SEL sono stati una forte scossa per proporre un nuovo metodo di attivismo politico fondato sulla partecipazione, per porre la relazione tra partito e società civile come elemento fondante della nuova militanza, per rinnovare il vocabolario della politica e spalancare le porte della nostra filosofia di origine del marxismo alle nuove sensibilità e percezioni diffuse, materiali e spirituali, del Post-moderno e della società liquida.
Si voleva dimostrare che uscendo dal ghetto dell'identitarismo sarebbe stato possibile dare all'Italia una Sinistra coraggiosa ma non minoritaria.
Non vogliamo essere una sinistra moderata di governo né una sinistra radicale di opposizione. Vogliamo essere una sinistra radicale di governo.” - dicesti meravigliosamente al congresso di Napoli del 2009.
I risultati non si sono fatti attendere: il secondo laboratorio pugliese, il risultato dei Referendum e gli straordinari eventi di Milano e Napoli sono sotto gli occhi di tutti, dove l'unità del popolo della Sinistra (ancor prima che delle dirigenze di Partito: De Magistris docet) ha ribaltato ogni pronostico.
La Sinistra rivoluzionaria ma gentile, in tutti questi casi, è stata voce e cuore della maggioranza degli italiani, vincendo prima contro la “destra” interna al centrosinistra, e poi vincendo contro il centrodestra.
L'allontanamento (difficile per molti di noi, perché si è trattata di una vera e propria separazione anche da amici ed affetti) dai compagni del PRC è stato assunto come un passaggio doloroso ma necessario.
Era cioè necessario mostrare pubblicamente questo progetto di trasformazione da Partito di impianto novecentesco a soggetto plurale di Sinistra, come esempio di riferimento.
Riteniamo che la funzione dialettica di questo percorso di avanguardia politica si sia esaurita e nel migliore dei modi.
Da “antitesi” ad un immobilismo identitario timoroso e lontano dalla realtà e dai suoi linguaggi, siamo giunti alla migliore “sintesi” possibile.
Infatti, oggi, i compagni di Rifondazione e del PDCI, uniti con Socialismo2000 nella Federazione della Sinistra, sono i primi ad invocare un'unità larga e plurale, basata sui medesimi presupposti che ci eravamo dati a costituzione del Movimento per la Sinistra tra il 2008 e il 2009.
Che cosa stiamo aspettando? Apriamo subito un tavolo di confronto.
Non è assolutamente concepibile, né accettabile, che SEL si ponga, in una fase delicatissima per la storia del Mondo e dell'Italia,
ad un passo dal crollo strutturale del sistema capitalistico mondiale e da una pericolosissima nuova guerra in Medio Oriente, come un freno all'unità di chi dovrebbe organizzare un'alternativa credibile di libertà e giustizia, di ecologia e cultura, contro la rovinosa ideologia liberista degli Ichino, dei Renzi, dei Mario Monti o dei Giulio Tremonti.
Gli ultimi avvenimenti politici dimostrano in maniera evidente che l’Italia è, allo stato attuale dei fatti, un paese commissariato dalla BCE, la cui sovranità non appartiene al popolo ma ai mercati finanziari.
D’altra parte, le scomposte reazioni dei governanti europei di fronte alla proposta dell’ex premier greco Papandreu di indire un referendum popolare, ci segnalano l’evidente incompatibilità tra democrazia e liberismo emergenziale.
Inoltre, l’appoggio incondizionato e senza limiti di tempo offerto dal Partito Democratico al governo Monti implica conseguentemente l’illusorietà di qualsiasi progetto di ricostruzione del centrosinistra fondato su un rapporto di forze non equilibrato, nonché la fine del bipolarismo come l’abbiamo conosciuto negli ultimi 17 anni.
La prudenza assunta da Sinistra, Ecologia e Libertà sulla questione unitaria, il tuo attendismo, questo tatticismo fuori luogo esclusivamente finalizzato alla campagna per le Primarie, non sono più giustificati.
SEL non è nata per essere un comitato elettorale e non può essere limitata dalle strategie, pur giustificate, di un aspirante candidato.
In caso di primarie sosterremo la tua candidatura con tutte le nostre forze, con tutte le nostre energie. Ma lo faremo a maggior ragione nell'unità che deve essere raggiunta.
L'unità della Sinistra diffusa e plurale, l'orizzonte per cui è iniziato questo nostro viaggio, è a portata di mano.
L'orizzonte è qui, è ora.

Lo chiedono i ragazzi dei movimenti studenteschi e contro la crisi, lo attendono i giovani del TILT e delle Fabbriche, lo caldeggiano ufficialmente i compagni della Federazione, lo invocano i giovani “arancioni” di Pisapia e De Magistris, lo guardano con interesse ed attenzione tutti gli elettori delusi dal PD e dal Governo tecnico.
Disattendere questa promessa non si rivelerà solamente un errore strategico ma una vera e propria colpa politica senza precedenti.

Davide Nota (Ascoli Piceno, simpatizzante)
Fabio Monti (SEL - Federazione di Teramo)
Giulia Laurenzi (Roma, simpatizzante)

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