Da domani a mezzanotte il terreno sequestrato a
Chiomonte per costruire il fortino-cantiere per la Tav sarà zona
militare. Chi la violerà finirà in carcere. Intanto Esposito (PD) se la
prende con un preside che ha mandato due classi a visitare il luogo del
delitto
Tra poche ore, subito dopo la mezzanotte di domani, sarà
previsto l'arresto per chi tenterà di entrare nel cantiere della
Torino-Lione alla Maddalena di Chiomonte che dal primo gennaio diventa
area di interesse strategico nazionale. Di ricordarlo si è incaricato il
Questore di Torino, Aldo Faraoni, nella tradizionale conferenza stampa
di fine anno evidenziando l'impegno bellico profuso a difesa
dell'inutile, costosa e dannosa grande opera, tra l'altro ben lungi
dall'essere iniziata veramente, grazie alla pluridecennale mobilitazione
di massa della gente della Val di Susa e dei movimenti contro la
devastazione ambientale di tutta la penisola. Il divieto di accesso, ha
precisato il questore, varrà anche per i proprietari dei terreni: la
scusa è che tra questi ci sarebbero decine di simpatizzanti No Tav che
hanno acquistato un piccolissimo appezzamento nell'area della Valle
Clarea per ostacolare l'iter burocratico degli espropri.
«Gli scontri non sono mai stati colpa nostra, non siamo mai stati provocatori e l'obiettivo è sempre stato perseguire la sicurezza dei cittadini» ha sottolineato il Questore di Torino Aldo Faraoni ricordando che anche la notte del primo dell'anno le Forze dell'ordine - Polizia, Carabinieri ma anche militari - continueranno a presidiare l'area del cosiddetto 'cantiere' della Torino-Lione.
«Gli scontri non sono mai stati colpa nostra, non siamo mai stati provocatori e l'obiettivo è sempre stato perseguire la sicurezza dei cittadini» ha sottolineato il Questore di Torino Aldo Faraoni ricordando che anche la notte del primo dell'anno le Forze dell'ordine - Polizia, Carabinieri ma anche militari - continueranno a presidiare l'area del cosiddetto 'cantiere' della Torino-Lione.
Senza grandi sussulti e polemiche politiche - chi tace, del resto,
acconsente - un pezzo del territorio nazionale viene dichiarato zona
militare e le garanzie costituzionali sulla libertà di movimento,
espressione, manifestazione vengono spazzate via, cancellate. Una misura
senza precedenti che la dice lunga su quanto i poteri forti impegnati
nel salasso dell'economia nazionale in tempi di crisi siano nervosi e
impazienti. Un nervosismo rivelato ancora una volta non da un esponente
della destra, ma di quel PD che sulla questione dell'alta velocità si
sta rivelando assai più oltranzista di Lega e Pdl.
«La Valle di
Susa non è Marzabotto e i poliziotti non sono i nazifascisti» ha scritto
il deputato del Pd Stefano Esposito in una lettera - (minatoria?) -
inviata l'altro ieri al preside del liceo 'Lorenzo Federici' di Trescore
Balneario, in provincia di Bergamo, e per conoscenza al ministro
dell'istruzione Francesco Profumo. Sotto accusa la 'gita scolastica' di
due classi dell'istituto che alcuni insegnanti hanno portato a visitare
l'area dove dovrebbe sorgere il cantiere della Torino-Lione. I ragazzi e
la ragazze hanno potuto così avvicinarsi alle contestatissime reti del
fortino, accompagnati da alcuni attivisti no Tav e da due insegnanti -
di religione - che sono stati addirittura identificati dai difensori
dell'ordine pubblico.
Alle prime polemiche il preside della scuola,
Elio Manzoni, aveva risposto equiparando - anche se molto indirettamente
- la resistenza contro l'alta velocità della popolazione della Val Susa
alla resistenza antifascista e antinazista durante la Seconda Guerra
Mondiale. «A indignarmi - ha tuonato il parlamentare del Pd - è
l'accostamento vergognoso e inaccettabile che Lei ha voluto fare tra la
scampagnata in Valle di Susa con i No Tav e le visite a Marzabotto e a
Bologna fatta nel recente passato dagli studenti del liceo». «Si vuol
forse lasciar intendere che i poliziotti, che a Chiomonte difendono non
un cantiere ma lo Stato, sono come i nazifascisti e che, quindi, chi si
oppone con violenza alla Tav ha una qualche comunanza ideologica e
morale con gli eroi della lotta partigiana?».
Al premier Mario
Monti, che sul tema dell'alta velocità - come su molte alte - sta
dimostrando di voler andare avanti 'come un treno', si sono rivolti con
una lettera aperta Sandro Plano, presidente della Comunità Montana Valle
Susa e Val Sangone, e Girolamo Dell'Olio, presidente dell'associazione
di volontariato Idra. «Le rinnoviamo l'appello a considerare con ogni
possibile attenzione le circostanze in relazione al progetto
Torino-Lione e del nodo ferroviario Tav di Firenze - hanno scritto. -
Leggiamo che ancora oggi le forze politiche che sostengono il Suo
governo ribadiscono la volontà di imporre al Paese investimenti in
grandi infrastrutture segnati da pesanti criticità come fossero fattori
di crescità. Perseverare nell'adozione di quel modello nefasto di
investimenti capital intensive e a sviluppo fuori controllo non
gioverebbe alla creazione di occupazione quantitativamente
significativa, qualitativamente sana e duratura, ma produrrebbe al
contrario un'ulteriore crescita del già gigantesco debito pubblico,
senza peraltro giovare . concludono Plano e Dell'Olio - alla
soddisfazione di alcune delle vere esigenze nazionali: il trasporto
pubblico di massa su ferro, la manutenzione delle infrastrutture, la
difesa idrogeologica del territorio, la miriade di piccole opere ad alta
intensit… di lavoro più che necessarie».
Monti non ha, al momento, risposto. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...
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