Nessuna tregua ai razzisti
Razzismo e fascismo sono malepiante che crescono all’ombra della
crisi e del neoliberismo.
All’ombra della dittatura delle tre M (Monti,
Marchionne e Merkel), che si preparano a seminare la miseria per
l’Italia e l’Europa, distruggendo quel poco che resta dei diritti,
trovano spazio i codardi che cercano capri espiatori. A coloro che sono
colpiti dal capitalismo finanziario si indica come colpevole lo straniero, fomentando la guerra fra poveri. Un giochino già avvenuto negli anni Venti e Trenta in Europa. Non a caso si parla sempre più spesso di Weimar, e non solo in Israele.
Non pazzi isolati quindi. Casseri e Breivik sono esponenti in piena regola di una destra che, nonostante ora dopo aver lanciato il sasso nasconda la mano, ha seminato l’odio contro i diversi: zingari, immigrati, omosessuali, ebrei, nella speranza di raccogliere frutti politici da questa semina.
Non solo una destra delle piccole sigle “militanti”, come Casapound e Forza Nuova, ma la destra che fino a ieri era al governo e oggi continua a condizionarlo pesantemente. La destra di Berlusconi che diceva no all’Italia “plurietnica”, e della Lega che sul razzismo ha costruito le sue fortune, fino ad esprimere comprensione per l’autore della strage norvegese per bocca del suo esponente Borghezio.
Ma il problema è ancora più vasto. Basta leggere i commenti al massacro dei senegalesi di Firenze e al pogrom di Torino, e non solo sui siti di destra ma anche nelle rubriche delle lettere della stampa gratuita, per rendersi conto dello spaventoso rumore di fondo che produce la nostra società malata. Nell’Europa impoverita dalle politiche neoliberiste, invecchiata e resa ignorante alligna il germe del fascismo e del razzismo. E non mancano, come ho appena scritto, gli imprenditori politici che vogliono attingere a questo serbatoio di angoscia, paura, malessere e odio per fare fortuna. Questi ultimi sono ovviamente i peggiori di tutti e come tali vanno trattati.
La lotta contro il razzismo deve svolgersi prevalentemente sul piano culturale. Ma a fascisti e razzisti va negata ogni dignità culturale e ogni agibilità politica. Le loro sedi vanno chiuse in applicazione della normativa vigente che vieta l’apologia del fascismo e quella del razzismo. Ad essi deve essere impedito di manifestare nelle vie e nelle piazze d’Italia.
Come insegna Nelson Mandela, che fra le altre cose è presidente onorario dell’Associazione internazionale dei giuristi democratici, nessuno nasce razzista, il razzismo e l’odio vengono imparati, così come può essere insegnato l’amore, che è più naturale imparare da parte del cuore umano.
Lo stesso Mandela afferma anche che una nuova società non può essere concepita riproducendo il passato ripugnante. Questa affermazione vale anche, in certa misura, per l’Italia di oggi, che solo ripudiando totalmente la forte componente razzista presente, da ultimo, nel ventennio berlusconiano, potrà acquisire finalmente il necessario carattere multiculturale.
E’ in gioco l’identità del nostro Paese e dell’Europa, il cui carattere irrimediabilmente multiculturale va affermato con forza: è nel meticciato, fisico ma anzitutto culturale, che si colloca il futuro dell’umanità.
Anche i simboli contano in questa lotta fondamentale. Va immediatamente intitolata ai cittadini senegalesi Samb Modou e Diop Mor la piazza di Firenze in cui sono stati vigliaccamente e barbaramente uccisi. E si approvi quanto prima una legge che consenta a milioni di immigrati di diventare finalmente cittadini italiani.
Non pazzi isolati quindi. Casseri e Breivik sono esponenti in piena regola di una destra che, nonostante ora dopo aver lanciato il sasso nasconda la mano, ha seminato l’odio contro i diversi: zingari, immigrati, omosessuali, ebrei, nella speranza di raccogliere frutti politici da questa semina.
Non solo una destra delle piccole sigle “militanti”, come Casapound e Forza Nuova, ma la destra che fino a ieri era al governo e oggi continua a condizionarlo pesantemente. La destra di Berlusconi che diceva no all’Italia “plurietnica”, e della Lega che sul razzismo ha costruito le sue fortune, fino ad esprimere comprensione per l’autore della strage norvegese per bocca del suo esponente Borghezio.
Ma il problema è ancora più vasto. Basta leggere i commenti al massacro dei senegalesi di Firenze e al pogrom di Torino, e non solo sui siti di destra ma anche nelle rubriche delle lettere della stampa gratuita, per rendersi conto dello spaventoso rumore di fondo che produce la nostra società malata. Nell’Europa impoverita dalle politiche neoliberiste, invecchiata e resa ignorante alligna il germe del fascismo e del razzismo. E non mancano, come ho appena scritto, gli imprenditori politici che vogliono attingere a questo serbatoio di angoscia, paura, malessere e odio per fare fortuna. Questi ultimi sono ovviamente i peggiori di tutti e come tali vanno trattati.
La lotta contro il razzismo deve svolgersi prevalentemente sul piano culturale. Ma a fascisti e razzisti va negata ogni dignità culturale e ogni agibilità politica. Le loro sedi vanno chiuse in applicazione della normativa vigente che vieta l’apologia del fascismo e quella del razzismo. Ad essi deve essere impedito di manifestare nelle vie e nelle piazze d’Italia.
Come insegna Nelson Mandela, che fra le altre cose è presidente onorario dell’Associazione internazionale dei giuristi democratici, nessuno nasce razzista, il razzismo e l’odio vengono imparati, così come può essere insegnato l’amore, che è più naturale imparare da parte del cuore umano.
Lo stesso Mandela afferma anche che una nuova società non può essere concepita riproducendo il passato ripugnante. Questa affermazione vale anche, in certa misura, per l’Italia di oggi, che solo ripudiando totalmente la forte componente razzista presente, da ultimo, nel ventennio berlusconiano, potrà acquisire finalmente il necessario carattere multiculturale.
E’ in gioco l’identità del nostro Paese e dell’Europa, il cui carattere irrimediabilmente multiculturale va affermato con forza: è nel meticciato, fisico ma anzitutto culturale, che si colloca il futuro dell’umanità.
Anche i simboli contano in questa lotta fondamentale. Va immediatamente intitolata ai cittadini senegalesi Samb Modou e Diop Mor la piazza di Firenze in cui sono stati vigliaccamente e barbaramente uccisi. E si approvi quanto prima una legge che consenta a milioni di immigrati di diventare finalmente cittadini italiani.
Fabio Marcelli, Il Fatto Quotidiano
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