Sono Franco, classe 1952. Sì, proprio la
classe che tutti i giornali citano, quella dei cinque anni lavoro in
più. Lo scorso anno sono stato lasciato a casa dalla mia azienda con 38
anni di contributi. Non mi sono perso d’animo e ho fatto decine di
colloqui ma nulla, alla mia età, in Italia, la stessa Italia che ora mi
chiedono di salvare, le possibilità di assunzione sono nulle.
Sperando
nell’arrivo della pensione, che con il sistema delle quote sarebbe
arrivata dopo circa un anno, mi sono dedicato a fare del bene agli altri
dando persino più tempo agli altri che alla mia famiglia. E intanto i
risparmi iniziavano a scendere. Ebbene, passano pochi mesi e la riforma
Maroni introduce le finestre mobili. Altri 12 mesi di sforzi per salvare
i conti dell’Italia e poi sarei stato più sereno. I risparmi intanto
continuavano a scendere. Il 2 maggio 2012 avrei maturato il diritto per
la pensione.
Oggi la sorpresa. L’amara sorpresa. Una professoressa in lacrime, che nessuno ha eletto, mi dice che se voglio vedere la mia pensione devo lavorare altri quattro anni o in alternativa aspettare ben 6 anni.
Oggi la sorpresa. L’amara sorpresa. Una professoressa in lacrime, che nessuno ha eletto, mi dice che se voglio vedere la mia pensione devo lavorare altri quattro anni o in alternativa aspettare ben 6 anni.
Ho un
mutuo da pagare, due figli incredibili (avuti in tarda età poiché da
giovane non potevo permettermelo) che studiano, a cui mancano ancora 3
anni per finire l’università e i miei risparmi sono a malapena
sufficienti a durare altri 12 mesi. Ho le lacrime agli occhi mentre
scrivo, non so cosa dire a Gianluca e Marzio. Mia moglie, anch’essa
disoccupata, mi guarda e corre in camera a piangere.
A sessant’anni dovrei essere più forte, più duro, più temprato, ma tutte le mie certezze sono svanite, le prospettive sono scomparse, le serenità non le ricordo più. Sono stato una persona onesta per quarant’anni, alzandomi alle cinque tutti i giorni, lavorando anche al sabato e la domenica se necessario, al freddo di inverno e al caldo d’estate. Ora, dopo avermi sottratto ingiustamente già due anni dei miei risparmi e dei versamenti che ho fatto all’Inps per 38 lunghi anni, qualcosa mi fa capire che tutte le speranze sono finite. Non so se avrò il coraggio di dire ai miei figli che la nostra famiglia sta affondando, a mia moglie che il nostro sogno non potrà durare e che il loro futuro sarà probabilmente compromesso. Direttore, aiuto!
A sessant’anni dovrei essere più forte, più duro, più temprato, ma tutte le mie certezze sono svanite, le prospettive sono scomparse, le serenità non le ricordo più. Sono stato una persona onesta per quarant’anni, alzandomi alle cinque tutti i giorni, lavorando anche al sabato e la domenica se necessario, al freddo di inverno e al caldo d’estate. Ora, dopo avermi sottratto ingiustamente già due anni dei miei risparmi e dei versamenti che ho fatto all’Inps per 38 lunghi anni, qualcosa mi fa capire che tutte le speranze sono finite. Non so se avrò il coraggio di dire ai miei figli che la nostra famiglia sta affondando, a mia moglie che il nostro sogno non potrà durare e che il loro futuro sarà probabilmente compromesso. Direttore, aiuto!
Franco. P. - Liberazione
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