sabato 10 dicembre 2011

Ecco i parlamentari che si oppongono alla riduzione dello stipendio – Nomi e cognomi

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Si accende lo scontro sul decreto del governo che da gennaio taglia gli stipendi di deputati, senatori e di tutte le cariche elettive. Ma loro non ci stanno: “Decidiamo noi, lede l’autonomia del parlamento”. E bravi, l’autonomia del Parlamento: peccato che tutti gli altri provvedimenti del governo che colpiscono i cittadini li hanno accettati senza battere ciglio. Ma sul loro stipendio no, rivendicano l’autonomia del Parlamento. Ma cerchiamo di capire meglio: l’indennità di un deputato italiano ammonta oggi a 11.704 euro al netto della diaria. La media delle retribuzioni nell’eurozona è invece di 5.339 euro e quello sarebbe l’implicito suggerimento del governo Monti.
Purtroppo, come dicevamo, una volta arrivato nella commissione Affari Costituzionali della Camera il decreto è stato bocciato. La nostra proposta è questa: scrivere una mail ai componenti della commissione per invitarli ad appoggiare la logica di riduzione prevista nel decreto. Basta andare nel link che segue e cliccare su “scrivi al deputato” e, se vi va, lasciate qui sotto un commento con il testo della vostra mail e il deputato cui l’avete inviata:  

PRIME REAZIONI AL NOSTRO POST, LA RISPOSTA DI MASSIMO DONADI (IDV)

Ha ragione il Popolo Viola. C’è chi rivendica l’autonomia del parlamento solo per proteggere i propri privilegi. Ma sbaglia quando non distingue tra partiti e tra parlamentari. E soprattutto quando attribuisce alla commissione Affari Costituzionale, di cui faccio parete anch’io, la responsabilità del mancato taglio delle indennità dei parlamentari. La responsabilità, infatti, è delle commissioni riunite Bilancio e Finanze, che stanno esaminando il decreto contenente la manovra economica. Ma parlare di responsabilità collettiva non ha senso, perché ognuno porta in commissione le proprie posizioni. E le nostre, quelle di Italia dei Valori, sono molto diverse da quelle di chi si è opposto alla decurtazione. Questo lo sanno tutti, le nostre battaglie sono note da tempo. Anche in Parlamento c’è chi lavora per abbattere i privilegi della Casta, per tagliare i costi della politica, per eliminare gli sprechi. Non siamo tutti uguali. E purtroppo dobbiamo denunciare un fatto grave: ancora una volta, con motivazioni pretestuose, è stato dichiarato inammissibile la nostra proposta di abolizione dei vitalizi dei parlamentari. La Casta è senza vergogna perché pensa a tutelare se stessa persino nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, fa pagare ai lavoratori, alle imprese ed alle famiglie il costo del risanamento. E’ proprio la politica che dovrebbe dare il buon esempio e rinunciare ai propri privilegi in un momento difficile per tutto il Paese. E’ proprio da questo atteggiamento di autotutela che nasce l’indignazione popolare ed il sentimento dell’antipolitica, che allontana i cittadini dalla vita pubblica. E’ stata scritta una brutta pagina, ma l’Italia dei Valori non demorde e continuerà questa battaglia di trasparenza e di giustizia sociale a nome di tutti i cittadini che sono stanchi di essere presi in giro. Oltre a questo ci auguriamo che il governo accolga le tante proposte presentate anche da Italia dei Valori per rendere questa manovra più equa. Chiediamo significative correzioni per rendere più equa e sostenibile questa manovra, per ripartire i sacrifici in maniera più giusta. In particolare chiediamo che le nostre proposte sulla lotta all’evasione fiscale e sui tagli ai costi della politica vengano accolte, perché reperirebbero risorse importanti e perché renderebbero più giusta socialmente ed economicamente questa manovra.

PRESIDENTE
SEGRETARI
ALTRI MEMBRI

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