domenica 4 dicembre 2011

«Qui mi sento a casa Il nostro segreto? La partecipazione» Intervista a De Magistris

Intervista a Luigi de Magistris, Sindaco di Napoli
Sindaco De Magistris, che impressione ha di questo congresso? L’hanno coperta di applausi, il dato è incontrovertibile.
Sono rimasto molto colpito. Un bel clima, bella gente. Mi hanno riservato un’accoglienza calorosa. E sono particolarmente contento che Rifondazione abbia scelto Napoli. Non solo sono nella mia città, in questa sala mi sento a casa perché sono di sinistra. Le mie radici culturali sono di sinistra. Comuniste. In fondo se sono diventato sindaco è anche un po’ colpa di Rifondazione. Il Prc ha creduto da subito nella mia candidatura. Insieme abbiamo scritto belle pagine di politica in campagna elettorale e ne stiamo scrivendo altre oggi che siamo al governo della città.
Il governo Monti sta preparando la manovra economica. Dalle prime anticipazioni non si intravede niente di buono. Gli enti locali hanno già dato l’allarme.
E sono anch’io molto preoccupato. La manovra di ferragosto è stata devastante per gli enti locali, in particolar modo per Napoli. E il governo Monti deve invertire la rotta. Oggi la sfida è quella di costruire nel paese un’alternativa al neoliberismo, ad un capitalismo senile che sta per crollare. Altrimenti, così come abbiamo visto uscire Berlusconi dalla porta, lo vedermo rientrare dalla finestra. Sono state importantissime le manifestazioni dei metalmeccanici della Fiom, delle donne, degli studenti. Ma non dobbiamo dimenticare che Berlusconi è stato cacciato quando la moglie – le donne capiscono sempre per prime – ha detto che “non stava bene”. I neoliberisti hanno capito che per portare avanti le loro politiche serviva qualcuno che avesse la faccia più pulita, che fosse più presentabile dell’utilizzatore finale. Noi vogliamo un segnale di rottura con il vecchio governo. Vorrei che lunedì fra le proposte di Monti ci fosse quella di applicare l’aliquota massima ai capitali scudati, quelli tornati dall’estero. Un provvedimento che permetterebbe di recuperare 20 miliardi di euro. Non è difficile passare dalle chiacchiere ai fatti. Basta volerlo.
Domanda d’obbligo: l’opposizione sociale può consentire alla sinistra una comune strategia di azione? Riusciranno le varie anime della sinistra a ritrovarsi?
Non solo può, ma deve. Io personalmente lo voglio. Uniti contro la crisi e per l’alternativa non è solo uno slogan, è un manifesto politico. Bisogna far sì che le persone recuperino fiducia nei partiti. Ma ancora non basta. Occorre parlare anche alla piazza, che non è anti politica ma voglia di politica. Ci definiscono “estremisti” perché vorremmo che l’articolo 1 della Costituzione venisse applicato alla lettera. Rispondiamo che il “modello Pomigliano” non va bene. Non siamo d’accordo con Marchionne, lo diremo in ogni sede possibile. Il nostro modello è la democrazia partecipativa. Dobbiamo dividerci un po’ meno, essere più uniti contro i poteri forti. Ora la domanda la faccia fare a me: “Posso chiede un po’ d’acqua del sindaco?”
Certamente. Naturalmente dalla brocca di vetro. Napoli è stato il primo comune ad aver trasformato la rete idrica in una società pubblica. Si chiama “acqua bene comune”.

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