Chiediamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di
intervenire con un solenne monito rivolto al governo e alla magistratura
perché siano applicate rigorosamente due tra le leggi più
sistematicamente disattese nel nostro paese: la legge 545 del 20 giugno
1952 (detta “legge Scelba”), e la legge 205 del 25 maggio 1993 (detta
“legge Mancino”).
La seconda punisce “con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e “con la reclusione da sei mesi a quattro anni” la “mera partecipazione” a qualsivoglia “organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
La prima punisce “con la reclusione da cinque a dodici anni” chiunque in “un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.
Se queste leggi fossero state applicate sempre e rigorosamente non saremmo mai arrivati al dilagare di violenza razzista e fascista che ha toccato nei giorni scorsi a Torino e Firenze vertici di ignominia. Se queste leggi fossero applicate senza se e senza ma l’Italia sarebbe finalmente e immediatamente liberata dalle disonoranti metastasi fasciste e razziste che invece agiscono alla luce del sole, con la tolleranza e connivenza di troppe autorità politiche nazionali e locali.
La seconda punisce “con la reclusione sino a tre anni chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e “con la reclusione da sei mesi a quattro anni” la “mera partecipazione” a qualsivoglia “organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
La prima punisce “con la reclusione da cinque a dodici anni” chiunque in “un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.
Se queste leggi fossero state applicate sempre e rigorosamente non saremmo mai arrivati al dilagare di violenza razzista e fascista che ha toccato nei giorni scorsi a Torino e Firenze vertici di ignominia. Se queste leggi fossero applicate senza se e senza ma l’Italia sarebbe finalmente e immediatamente liberata dalle disonoranti metastasi fasciste e razziste che invece agiscono alla luce del sole, con la tolleranza e connivenza di troppe autorità politiche nazionali e locali.
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