martedì 20 dicembre 2011

Monitorare i conti correnti, Grillo è contrario E la Rete premia il comico genovese - di Eleonora Bianchini, Il Fatto Quotidiano

Il comico genovese sul suo sito attacca la decisione del governo di controllare i conti in banca dei cittadini italiani. "E’ un passo avanti verso la Repubblica Italiana dei Soviet. I grandi evasori non transitano sul conto corrente"
 
Uno strumento contro l’evasione fiscale, secondo il Governo; un “passo verso la Repubblica dei Soviet” secondo Beppe Grillo e decine di suoi fan, che su Facebook e nei commenti sul blog concordano con lui. L’oggetto in questione è Serpico, il data-base dell’anagrafe tributaria che contiene tutti i dati anagrafici e fiscali relativi a persone fisiche e persone giuridiche, con in più alcuni ulteriori strumenti come le informazioni sugli elenchi clienti e fornitori e i rapporti con i paesi black list. Dal suo blog il comico genovese boccia il sistema, che entrerà in funzione a pieno regime dal 1 gennaio 2012: “Grazie a questa potenza di fuoco ogni singola transazione dei nostri conti degli italiani verrà esaminata. E’ un passo avanti verso la Repubblica Italiana dei Soviet – prosegue Grillo – i Grandi Evasori non transano sul conto corrente, i Grandi Corruttori non fanno bonifici. Chi ha usufruito dello Scudo Fiscale non ha dato disposizioni alla banca per un versamento di 100 milioni di euro sull’estero”.

In realtà è già da cinque anni che il sistema informatico della Sogei funziona: processa 22.200 informazioni al secondo ed è composto da duemila server. Il governo Monti ha deciso di potenziarlo. Quello che cambierà è che il computer potrà fotografare i movimenti dei conti correnti anche in assenza di un fascicolo aperto per presunte irregolarità. Ma il leader del Movimento 5 Stelle sul blog incalza:Il sapere che la mia identità, di contribuente onesto, è a disposizione di decine o centinaia di persone non mi sta bene. E’ violazione della privacy” e “chi ci ha portato in questa situazione, a partire dai parlamentari, renda pubblico in Rete i movimenti del suo conto corrente degli ultimi cinque anni”. Una reazione che rimanda al 2008, quando l’ex ministro del governo Prodi Vincenzo Visco decise di pubblicare online sul sito dell’Agenzia delle Entrate i redditi degli italiani prima che intervenisse il Garante della Privacy. Allora Grillo parlò di “colonna infame” e di un “favore che il governo ha fatto alla criminalità”.

La trasparenza fiscale insomma, ha sempre destato preoccupazione per il leader del Movimento 5 Stelle, anche se Serpico negli ultimi anni ha portato risultato importanti: infatti ha fatto raddoppiare da 5 a 11 miliardi la cifre recuperata dall’Erario ed è riuscita a scovare oltre 350mila evasori. Ma nonostante i buoni risultati del sistema anche i consiglieri del Movimento Cinque Stelle concordano con il leader. “A essere colpiti sono i cittadini comuni, mentre i grandi capitali fuggono in Svizzera – spiega Davide Bono, consigliere regionale del Piemonte, secondo il quale Serpico “in sé potrebbe essere considerato giusto”, ma “la priorità non può essere quella di tartassare i cittadini che pagano le tasse in cambio, peraltro, di scarsi servizi. Per prima cosa bisogna agire contro criminalità organizzata e corruzione”. E’ della stessa opinione anche Marco Piazza, consigliere comunale di Bologna: “Né Beppe né noi del Movimento abbiamo problemi a rendere pubblico il nostro conto corrente. Chi non ha niente da nascondere al fisco non deve temere nulla. Ma è fastidioso che prima di attaccare chi ha privilegi e trasferisce il denaro nei paradisi fiscali si colpiscano i comuni cittadini”.

A supportare Grillo anche centinaia di commenti sul blog e sulla pagina Facebook. Per Antonio i contribuenti sono “solo mucche da mungere” e secondo Paris texas “con questa norma aumenterà la percentuale di plutocrati che porterà il danaro all’estero”. Serpico insomma non risolverà il problema del sommerso perché, nota Antonia, “chi fa il nero non usa le banche” e si tratta di “un tentativo per farci dimenticare le cause e i soggetti e le persone che sono all’origine di questa crisi”, aggiunge Giuseppe. Sono in pochi però a non essere d’accordo con la levata di scudi del leader del Movimento 5 Stelle. Carmelo, ad esempio, ritiene “che questo sia un buon modo per stanare coloro che non dichiarano nulla, ma che poi hanno grandi capitali e beni di lusso sparsi in tutta la penisola. Chi fa una vita modesta e guadagna onestamente il suo stipendio o la sua pensione, non dovrà temere proprio nulla. Davanti al fisco, io credo che siamo tutti dei numeri e quindi a pari livello. Nessuno è più “bello” o “brutto” degli altri cittadini” e MG si rivolge a Grillo: “Ma cosa te ne frega della privacy? Siamo tutti in rete tutti sanno dei cavoli tuoi e miei”. Ed è proprio la riservatezza su cui Grillo insiste che alcuni contestano: “Beppe Amatissimo – scrive Leo – lo riconosco: riguardo ai redditi, sei certamente 2 milioni (di euro) più volte sensibile di me. Quando si parlava di intercettazioni urlavi: intercettatemi! Quando si parla di soldi, lo urlo io: controllatemi pure!”.

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