martedì 13 dicembre 2011

SEL NON ORA QUANDO?

È passato poco più di un mese e già la “foto di Vasto” appare come un reperto sbiadito della politica che fu. L’asse che doveva tenere insieme Pd, IdV e SEL, come futuro architrave di governo di un rinnovato centro sinistra, si è sfaldato sotto il maglio del governo dei banchieri. 
Il Pd – e ne pagherà amaramente le conseguenze – ha scelto la compartecipazione attiva alle decisioni di Monti, qualche borbottio e qualche contentino ma nulla di più.  
Il partito di Di Pietro, attraversato da una discussione interna, oscilla fra le pressioni che arrivano in Italia dal Pd e nel quadro europeo, dal gruppo liberal democratico a cui è iscritto. Difficile capire se prevarrà la scelta di opporsi ad una manovra giudicata iniqua e poi continuare ad appoggiare il governo o se alla fine, di fronte magari ad un voto di fiducia, prevarranno le pressioni centriste.  
Ma la situazione più complessa la vive il partito di Nichi Vendola che ha tentato e tenta ancora di coniugare l’impossibile, le tensioni sociali connesse alla crisi con il progetto del centro sinistra. Ed è un continuo alternarsi di posizioni critiche verso la manovra, anzi, con proposte di alternativa vera e propria come la patrimoniale e il taglio alle spese militari, subito seguite da messaggi rassicuranti verso il Pd. Ma, a differenza degli altri personaggi della foto, in SEL esiste una forte componente, probabilmente maggioritaria, composta tanto dalla base quanto da una parte della dirigenza, presente nei conflitti, che di fatto è interna ai movimenti sociali poco graditi al centro sinistra o meglio a quello che ne resta. E se una voce esterna ma certamente autorevole e di richiamo come l’ex Presidente della Camera Fausto Bertinotti, dichiara ripetutamente la morte del centro sinistra e la necessità di uscire dal recinto della politica, in tanti altri e altre chiedono e praticano una reale opposizione nei territori. Chi sta lavorando con i forum ambientalisti e per il rispetto dei referendum sull’acqua, chi vede ormai questo governo come espressione della peggiore destra e condannato a portare il paese verso una fase recessiva che sarà pagata dalle fasce sociali più deboli. L’esperienza concreta mostra come lo spazio di riformabilità all’interno di uno schieramento così moderato e condizionato dai poteri forti, sia stato una effimera chimera, inefficace quanto il sogno di poter determinare tutto attraverso la catarsi delle primarie e l’affermarsi di un leader solo al comando, magari di sinistra ma capace, in quanto leader, di modificare gli assetti raggiunti. Ormai dovrebbe essere chiaro anche agli occhi meno avvezzi che non sarà la narrazione di un leader salvifico a permettere vie alternative per uscire dalla crisi, non c’è spazio per progetti di labili riforme, oggi è il tempo del conflitto e della ricostruzione di una sinistra, capace di superare anche gli spazi angusti dei propri contenitori. E sono in molte e in molti a fremere, a dichiarare apertamente una criticità verso Vendola a cui si rimprovera anche di aver definito un partito scarsamente aperto al dibattito e alla democrazia interna. C’è voglia di stare nei movimenti e nelle piazze, di esporre una radicalità nei contenuti, di ridefinire un campo di alternativa reale, non minoritario ma neanche subalterno alle scelte delle segreterie dei partiti. Chi è sul territorio percepisce il disagio verso misure ingiuste, inutili e inique, che colpiscono i diritto dei lavoratori e dei pensionati, degli studenti e dei precari e contro cui stanno reagendo i corpi più vivi della società. E sono numerosi i dirigenti di SEL a chiedere al proprio fondatore di compiere una svolta e scendere sul terreno delle lotte, riaggregarsi a sinistra e chiudere la stagione del politicismo. Un dibattito interno a SEL che va rispettato e in cui bisogna augurarsi che prevalgano le voci di chi sta in piazza rispetto alle scelte di potere, ma bisogna fare presto. I tempi della crisi cambiano velocemente gli scenari e ci vuole poco a restare indietro e a perdere credibilità.

Stefano Galieni, www.controlacrisi.org



Nessun commento: