“Partiti, si riaprono i giochi”. È il titolo di
apertura del Corriere della Sera, galvanizzato da due notizie davvero
elettrizzanti: Beppe Pisanu e Lamberto Dini (156 anni in due) comunicano
con altri 28 parlamentari Pdl: “Andiamo oltre il Pdl”; e Piercasinando
riunisce a porte chiuse la “Costituente di Centro ” e azzera i vertici
dell’Udc per nominare un organismo “più snello” in vista del varo del
Partito della Nazione, con l’ausilio di Pezzotta (chi si rivede) e
magari di Passera.
Buttiglione lo definisce “partito moderato, laico, ma
di ispirazione cattolica”. Ma anche vegetariano, però di ispirazione
carnivora. Roba forte. Infatti, nei bar e sugli autobus, la gente si
lecca i baffi e non parla d’altro. Gli astensionisti disdicono
gl’impegni presi per il 6 e 7 maggio: “Cazzo, se Pisanu e Dini vanno
oltre il Pdl e Pier fa il Partito della Nazione si va a votare di corsa,
anche su una gamba sola”.
Il Pompiere della Sera prende molto sul serio le due
iniziative, cui dedica ben tre pagine e da cui Massimo Franco deduce che
“si scioglie l’iceberg del voto moderato” in vista del “sistema
politico post-berlusconiano”, mentre il Pdl cerca di sopravvivere sotto
il pelo dell’acqua”. Che sarebbe poi Alfano, più simile peraltro al pelo
superfluo che al pelo dell’acqua. Per sopravvivere, Angelino Jolie
annuncia: “Presto, dopo le amministrative, con Berlusconi lanceremo la
più grande novità della politica”.
Ieri comunque il Cainano s’è portato avanti col lavoro e ha anticipato qualcosa nel suo habitat naturale:
il Tribunale di Milano. In piedi accanto alla gabbia dei detenuti, ha
spiegato che i festini arcoriani nella sala della lapdance (Ghedini la
chiama pudicamente “camera della musica”), con le mignotte travestite da
suore, da poliziotte, da infermiere e persino da Ronaldinho, altro non
erano se non “gare di burlesque”. Ma certo, ecco che cos’erano: gare di
burlesque. Del resto l’eleganza dei travestimenti rimanda ipso facto al
tipico clima da Inghilterra vittoriana. A pensarci prima, si evitavano
tutte quelle balle sulla nipote di Mubarak. Sia come sia, il Cainano è
tornato quello dei tempi migliori, quando non aveva ancora i capelli:
sparito il toupet catramato, ieri sfoggiava la palla da biliardo degli
anni ruggenti. Un look primaverile, leggero, cabriolet: ai primi caldi,
lui esce di casa senza il tettuccio, versione decappottabile.
Basterà “la più grande novità della politica” per salvare il Pdl dall’estinzione e soprattutto da Alfano?
In caso contrario, son pronti Pisanu e Dini, detti gli “oltristi”, e
il Partito della Nazione, di cui ieri il Corriere pubblicava la foto di
gruppo attorno a un tavolo imbandito. Magari non avranno elettori, ma i
leader abbondano: ne abbiamo contati ben 13. Fra gli altri, spiccavano
l’astuto Bocchino, quello che si fece beccare con la Began a Capri e con
un trans in albergo (“mi aveva chiesto un’intervista, era iscritto
all’Ordine dei giornalisti”). Il sagace Rutelli (quello derubato di 13
milioni su 20 da Lusi, ma a sua insaputa). L’onesto Cesa (quello che nel
’93, finito a Regina Coeli, mise a verbale: “Ho deciso di vuotare il
sacco” e confessò 13 tangenti). E il coerente La Malfa (che in vent’anni
è riuscito a militare nel centrosinistra, nel centrodestra e ora nel
Terzo Polo: gli restano solo Rifondazione e Forza Nuova).
Mancavano purtroppo alcuni pilastri del moderatismo cattolico, come Totò Cuffaro, momentaneamente distaccato a Rebibbia,
il che spiega come sia riuscito Casini a ridurre le poltrone senza
venire azzannato alla giugulare: nello sfoltimento lo aiuta la forza
pubblica. Ma non si esclude una prossima confluenza degli Oltristi nel
Partito della Nazione, che potrebbe ribattezzarsi Partito Oltre la
Nazione o Nazione Oltre il Partito. E necessiterebbe di forniture
straordinarie di fleboclisi, cateteri, fasce prostatiche e paste adesive
per dentiere.
In caso di denti
d’oro, è consigliabile il cemento a presa rapida: basta un colpo di
sonno e un tesoriere di passaggio te li cava di bocca con le tenaglie.
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