mercoledì 11 aprile 2012

Debito pubblico Italiano: con il Governo Monti è aumentato

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Controllate bene la data, non è il primo aprile e quindi non si tratta di uno scherzo: grazie alle “manovre anti-crisi” del Governo Monti, il debito pubblico non solo non è diminuito ma è aumentato. A sottolinearlo è anche l’attento Franco Bechis: “Dal 15 novembre del 2011 al 31 marzo 2012 sono scaduti titoli di Stato di varia natura per 152.940 miliardi di euro. Monti ne ha rinnovati in quantità maggiore dello scaduto: 188.288 miliardi di euro. È grazie a quella differenza, di circa 35,3 miliardi di euro che è aumentato il debito pubblico italiano". E mentre sotto il già pessimo e spendereccio Governo Berlusconi il debito pubblico aumentava di circa 6 miliardi al mese, con Monti questo aumento è arrivato addirittura a quota 15,5”.
E badate bene: non si tratta di “eredita della precedente amministrazione” ma dell’immobilismo contro le vere caste palesato da chi sta governando attualmente. I “tecnici” hanno infatti effettuato operazioni chirurgico-finanziarie per dare qualche ridicolo buffetto ai super-privilegiati e per riempire di sonori calci nel deretano i già poveri e i sempre meno “ricchi”. Demagogia? Esagerazione? Allarmismo complottista? Blasfemia scritta da chi non essendo laureato alla Bocconi dovrebbe solo tacere? Bene: allora bando alle opinioni e vediamo dati e fatti partendo dalla riforma del lavoro, un pastrocchio inconcludente che non ha risolto nulla. I dipendenti statali strapagati ed in alcuni casi illegittimamente assunti restano dove sono. Gli stipendi d’oro di persone come Manganelli (che guadagna 4 volte di più del capo dell’Fbi) nessuno oserà toccarli. Come ha sottolineato Il Fatto, nemmeno i 1.143 alti funzionari, di cui 767 occupano poltrone a cui non hanno diritto, verranno sfiorati dai tecnici.
                          
La tanto irrinunciabile riforma dell’articolo 18 rende il licenziamento più facile asserendo di volersi basare sul “modello tedesco” ma, nei fatti, trasformandosi in un penoso compromesso dove di rigore germanico non c’è nulla e di italico-iniquo-corporativistico molto. Un esempio? In Germania a parità di condizioni un lavoratore guadagna anche il doppio, nel Bel Paese si depotenziano le tutele ma gli stipendi e i salari restano inchiodati. L’enorme e non più sostenibile macchina statale non subirà cure dimagranti, nessun dipendente pubblico privilegiato dovrà rinunciare a qualcosa. E pensare che persino Confindustria ha ripetuto ai professoroni che, prima di una presunta difficoltà di licenziamento, a bloccare gli investimenti in Italia, sono proprio la tassazione esasperata, la criminalità organizzata, la burocrazia ottocentesca e la mancanza di infrastrutture.
E l’IMU? La situazione è così apocalittica che non si sa da dove partire per raccontarla. Magari dalle 41.000 famiglie che vivono in alloggi di cooperative a proprietà indivisa e che, grazie a Mister Monti, dovranno sopportare un aggravio fiscale del 1350% rispetto alla formula ICI (dai 45 euro per 70Mq ai 665 di oggi). Queste famiglie, già povere, saranno quindi definitivamente stroncate. I tecnici espertissimi però festeggiano: “ben” 500.000 euro in più incassati dallo Stato e Amen. Poi ci sono gli edifici agricoli supertassati con l’assurdità dell’IMU sui fabbricati rurali vasti (considerati seconde case). Secondo le associazioni di categoria si tratta di “una doppia tassazione, essendo i fabbricati strumentali all’attività agricola già tassati quando vengono pagate l’IRPEFe l’ICI sui terreni”. Dulcis in fundo ci sono i pensionati ricoverati in casa di riposo che, se hanno la colpa di possedere un appartamento, di sicuro sono dei super-ricchi e quindi devono pagare nuove tasse, considerato come seconda casa (che poi questi so anziani: vorranno per caso portarsi qualche risparmio nella tomba?) quel loro unico piccolo possedimento nel mattone.
                       
E così, pian piano, il pareggio di bilancio entra in Costituzione (domani la proposta sarà valutata al Senato) e si posiziona in posizione privilengiata rispetto ad altri diritti della collettività che, evidentemente, sono meno importanti o comunque non utili al completamento del folle disegno neoliberista. Però è pur vero che bisogna essere intellettualmente onesti e riconoscere ai montiani un passo importante verso la crescita: le S.R.L ad un euro; un altro colpo di genio tipico dei super-dotti che non sarebbe mai venuto in mente ad un semplice diplomato (con 60/100) in ragioneria. Vabè poi ci sarebbe anche la “liberalizzazione” che riguarda gli orari d’apertura degli esercizi commerciali; anche in questo caso un goffo tentativo di emulare gli stranieri (in questo caso gli anglosassoni): gli italiani hanno sempre meno soldi da spendere ma i negozi saranno aperti di più. In ultimo c’è da dire che Monti una conquista l’ha ottenuta: anche la Chiesa pagherà l’ICI.

Peccato però per quel clamoroso sconto alle fondazioni bancarie. “Fanno opere di bene”, si giustificano i tecnici. Solo che Sechi su Il Tempo ci ricorda che queste fondazioni “possiedono quote determinanti delle grandi banche, e partecipano agli utili, di cui solo una quota viene ridistribuita in opere di bene. E possiedono un enorme patrimonio immobiliare su cui non pagheranno un euro”. Vabè ma sono collegate alle banche ed oramai si è capitato che gli ordini dall’alto hanno deciso: si devono salvare solo quelle perché il mondo è fatto solo di finanza e denaro. Per il resto non c’è spazio, tempo e opportunità.Poi certo, quando tutto mancherà, potrete sempre dire alla cassiera del supermercato che non avete un euro in tasca ma che può regalarvi qualche fetta di salame pensando allo "Spread" che è sceso...

La ricetta disastrosa appare dunque chiara: più tasse, qualche taglio quasi a casaccio nella spesa pubblica, intoccabilità delle banche e delle rendite pregresse e zero misure per la crescita. Un ottimo modo per accompagnare il paese verso una recessione sicura e devastante ed un relativo aumento del debito. E se da politici arraffoni, pusillanimi e cialtroni potevamo aspettarci certi errori madornali, da questi plurititolati proprio no.

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