Tutto inutile? Beh, no. La speculazione ringrazia
Monti e ricomincia a fare il suo mestiere. Hanno saputo mettere i loro
uomini alla testa dei governi europei, e ora passano all'incasso.
Chi ha creduto che Monti fosse l'uomo giusto per restituire credibilita'
al paese, e quindi indirettamente all'Europa ora deve prendere atto che
i suoi erano soltanto sogni. In economia globale non esistono
"comportamenti virtuosi" buoni per ogni condizione, ma soltanto
"posizioni temporanee" cui i mercati prendono le misure per agire poi di
conseguenza. Se il problema e' far soldi - da non confondere con il far
profitti, che e' un altro mestiere - non conta assolutamente nulla che
tu abbia i conti in ordine o no (Stari Uniti e Gran Bretagna avrebbero
dovuto essere al posto della Grecia, in tal caso), ma solo il tuo posto
dentro una catena di variabili.
Ora che le "riforme" imposte dalla Ue e dalla Bce sono di fatto la nuova
Costituzione europea, ecco che la speculazione ha preso le nuove misure
a ogni paese. Ringraziano per aver fatto risalire le quotazioni,
garantendo ampi margini di guadagno ai ribassisti. Il gioco ricomincia.
Una nuova ondata ribassista sta aggredebdo l'Europa perche' e' guidata
dalla certezza che i nuovi governi continentali faranno di tutto per
scaricare le perdite sulle rispettive popolazioni. Magari con riforme
nuove di zecca, pronte per essere partorite dalla fervide meni di
Fornero o Papademos.
Ancora non ci volete credere? Ma allora siete prorprio masochisti... Per
favore, almeno credete al Sole24Ore, organo ufficiale di Confindustria.
Gli hedge fund «ribassisti» sull'Europa di Stefano Carrer, Il Sole24ore
Gli hedge fund stanno tornando a cercare di dare spallate alla fortezza
Europa. E non solo nei punti percepiti come più deboli. Un trend ormai
più che indiziario, in un contesto generale in cui gli investitori hanno
varie ragioni per essere meno ottimisti, dopo quasi tutto un trimestre
in cui le euro-preoccupazioni si erano allentate generando una ripresa
sia dei mercati azionari sia di quelli obbligazionari.
«La speculazione è sempre vigile: non si è mai fermata, ma solo
attenuata – osserva Angelo Drusiani, gestore di Albertini Syz –Molta
finanza guadagna sulle inversioni di tendenza e tende a cavalcarle. Un
segnale concomitante piuttosto chiaro arriva dal nuovo martellamento
della stampa anglosassone, specie nei confronti di Spagna e Italia. La
consolazione, ma non per gli esportatori nell'economia reale, è che
l'euro probabilmente si indebolirà solo di poco, visto che non conviene
agli Usa che ceda in modo accentuato». «L'attacco trova spazi di manovra
in un periodo delicato sul piano politico e finanziario – dice un
operatore italiano noto per le sue acute analisi – La Bce ha indicato di
non montare altre difese e anzi di non voler fare un nuovo shopping di
titoli. Il "firewall" è stato in teoria rafforzato, ma in modo non
ancora operativo.
Bisogna attendere quasi la fine di aprile per vedere come il Fondo
Monetario rafforzerà la sua dotazione anti-crisi. Peserà poi per
settimane il fattore elettorale: presenziali in Francia e voto nella
Renania Settentrionale-Vestfalia, prima del quale la Merkel deve evitare
di passare per lassista». C'è n'è abbastanza, insomma, per giustificare
la teoria di chi vede in esaurimento la spinta propulsiva derivante
dalle precedenti forti iniezioni di liquidità nel sistema da parte della
Bce; o di chi insiste sulle relazioni pericolose create dalla
"simbiosi" tra banche dell'Europeriferia (che hanno comprato titoli di
stato con la liquidità addizionale) e bond pubblici: il calo dei titoli e
gli intoppi sulle aste (specie le ultime in Spagna) gravano sulle
banche e le penalizzano in Borsa, riverberandosi sull'andamento generale
dei listini azionari.
Così si spiega come, mentre le performance delle Borse extraeuropee sono
rimaste relativamente robuste, molte piazze azionarie europee abbiano
accusato di recente duri colpi, a partire dai tonfi di Madrid e Piazza
Affari, dove aumentano i volumi sugli Etf ribassisti. Non giova che le
proibizioni delle vendite allo scoperto sui titoli finanziari siano
venute meno da fine febbraio. Sul clima generale potrebbero incidere
anche i rinnovati venti contrari provenienti dagli States, che avranno
una prima verifica domani (a mercati europei chiusi) in relazione
all'ultimo dato deludente sull'occupazione. Per alcuni osservatori è già
cominciata una correzione dell'azionario, dopo che solo all'inizio
dell'ultima ottava l'indice S&P's 500 ha toccato i massimi da
quattro anni, per poi accusare la maggiore contrazione settimanale
dell'anno.
Sono in molti gli analisti che ipotizzano una stagione inferiore al
consensus degli utili aziendali trimestrali, che inizia dopo Pasqua
proprio con JPMorgan Chase, il colosso bancario Usa finito sotto i
riflettori per il braccio di ferro in corso con gli hedge fund sulle
posizioni ammassate dal suo trader Bruno Iksil a Londra su un
maxi-indice di Cds. Peraltro non manca chi spera in dati macro deludenti
(anche quelle attesi dalla Cina a giorni) e nei loro effetti sui
mercati, perché possano diventare l'innesco di una nuova manovra di
allentamento quantitativo della Fed, dopo che la reticenza emersa in
proposito da parte della banca centrale Usa ha contribuito a ridurre la
propensione al rischio degli investitori. «È sbagliato attribuire in
toto agli hedge fund le rinnovate tensioni sui mercati europei – afferma
Mattia Nocera di Global Selection Sgr – Almeno fino a poco tempo fa,
non c'erano significative posizioni short. Appare piuttosto una tendenza
generale degli investitori, hedge fund compresi, a rientrare da puntate
più 'ottimiste'». Una combinazione di fattori politici ed economici,
intanto, sta mettendo sotto pressione anche uno dei Paesi finora
considerati nel nocciolo duro della moneta unica: l'Olanda. Da un paio
di settimane il costo dei Cds sul debito olandese ha preso a salire, con
gli spread sui quinquennali (rispetto ai Bund) intorno ai massimi
storici e il differenziale sui decennali a 56 punti base rispetto ai 40
di inizio anno. Le previsioni di contrazione del Pil, le difficoltà del
governo di minoranza a varare tagli per rispettare il target di deficit
del 3% e i crescenti umori anti-euro in tutto lo spettro politico hanno
indotto gli analisti di Citigroup a togliere ad Amsterdam lo status di
membro «core» dell'Eurozona. Sotto osservazione speciale, dunque,
saranno le sue emissioni di quinquennali di martedì, anche se certo meno
delle nuove cruciali aste di metà settimana di titoli italiani.
TORNA LA PRESSIONE SUGLI INDICI EUROPEIETF «SHORT» IN AZIONE Che su
Piazza Affari sia tornata un po' di tensione lo dimostra non solo il
pesante calo degli indici (-11,3% il calo del Ftse Mib dal 19 marzo a
giovedì) ma anche l'aumento dei volumi scambiati degli Etf ribassisti,
strumenti derivati che permettono di guadagnare con i cali del
sottostante (in questo caso il Ftse Mib). Il grafico accanto ritrae i
volumi dell'Etf Lyxor XBear Ftse Mib, tra i più scambiati del genere in
Italia: l'incremento dei volumi va di pari passo con il calo dell'indice
milanese. Etf simili, detti short, lucrando al ribasso permettono ai
gestori di difendersi dal calo dell'azionario.
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