Nella manifestazione che ha visto migliaia di lavoratori bresciani
farsi alcuni chilometri di corteo per poi giungere a presidiare
l’autostrada, era comune il sentimento di rabbia e indignazione contro i
principali partiti. Ma come, gridavano i
lavoratori, questi ci hanno portato via le pensioni, il contratto
nazionale, ora vogliono cancellare l’articolo 18, ci riempiono di tasse,
tagliano i servizi e poi ci chiedono i soldi per sostenerli?
Trovo ridicole le affermazioni del segretario del Partito
democratico, che con il suo solito tono televisivo dice “attenzione o
cadiamo tutti”. Forse non ha capito che in mezzo alla gente che soffre e
che lotta questa non è una minaccia ma una speranza, un augurio. E’
inutile continuare a blaterare della funzione dei partiti, quando i
principali partiti italiani, guidati dalla sigla ABC (Alfano, Bersani,
Casini) – che ha soppiantato il CAF (Craxi, Andreotti, Forlani), che
portò alla rovina la prima repubblica –, continuano semplicemente a
subire i dettati delle banche e della finanza internazionale, mentre
litigano tra di loro su come spartirsi il sottopotere rimasto. E’
fastidioso che si continui a spiegare che il finanziamento pubblico ai
partiti garantisce dal potere delle lobby, quando in pieno finanziamento
pubblico il capo del governo è stato l’uomo più ricco d’Italia. E’
insopportabile che si lamenti la crisi della democrazia quando il
Parlamento di nominati dai segretari dei partiti sta cambiando
tranquillamente la nostra Costituzione, imponendo alle generazioni
future un obbligo di bilancio in pareggio che, non a caso, i padri
costituenti del ’48 avevano ignorato.
La crisi dei partiti è sicuramente in campo e non saranno i soldi
pubblici a salvarla. La verità è che partiti deboli e privi di reale
identità, sono stati costretti a rinunciare al loro ruolo fondamentale,
quello dell’organizzazione delle volontà dei cittadini, perché sulle
questioni di fondo decidono il mercato, le banche, i poteri forti. Nella
manifestazione di Brescia, come in altre manifestazioni oggi in corso
in Italia, si faceva notare che negli stabilimenti Fiat in questi giorni
si sta votando per eleggere le rappresentanze da cui sono
preventivamente esclusi tutti i sindacati che non sono d’accordo con
Marchionne. Come fare elezioni politiche generali a cui possano
partecipare solo coloro che stanno con Monti. Eppure, dal Partito
democratico non è venuta una parola su questa farsa, mentre si chiedono i
soldi ai cittadini per rafforzare la democrazia.
La situazione economica del paese precipita e gli allarmi sono
sull’antipolitica. Diciamoci la verità: l’antipolitica è frutto dell’ABC
e di questi due schieramenti di governo, centrodestra e centrosinistra,
che per vent’anni sono stati in rissa perenne tra di loro, essendo poi
d’accordo su tutte le questioni economiche e sociali fondamentali.
L’antipolitica è proprio costituita da coloro che oggi ci governano, la
politica potrà essere ricostruita solo senza e contro di essi.
Ricostruiamo la politica, mandiamoli a casa.
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