Secondo
un'elaborazione effettuata dal Sole 24 Ore e pubblicata oggi, l'aumento
delle tasse e delle tariffe che incidono sul reddito delle famiglie
italiane, costeranno circa 1.500 euro in più rispetto allo scorso anno.
Secondo il
quotidiano della Confindustria le misure adottate e in cantiere da
parte del governo Monti toglieranno dai redditi delle famiglie più di un
intero salario e pensione. In pratica, quasi tutta la tredicesima del
prossimo dicembre sarà erosa dai rincari di imposte e bollette, oltre
che dalle spese al supermercato o al distributore di benzina. Questa
drastica perdita del potere di acquisto di salari e pensioni (tra
l'altro congelate in alcuni casi da anni) è la pesante dose di lacrime e
sangue famiglie con figli a carico, single e pensionati pagheranno per
riempire il buco del debito pubblico, un pesantissimo costo sociale
avviato con il decreto salva-Italia di dicembre, che ha reintrodotto
l'imposta sull'abitazione principale (Imu), ha aumentato
retroattivamente le addizionali regionali e previsto un doppio aumento
dell'Iva a partire dal prossimo 1° ottobre, se non sarà effettuata in
tempo utile l'operazione di riordino e di risparmio sugli sconti
fiscali..
Le tasse aggiuntive, soprattutto sulla casa, rischiano di determinare aumenti medi del 20% sul 2011, con punte fino al 40%: valori che oscillano a seconda della tipologia del nucleo e della residenza geografica. Una famiglia media milanese con due figli può arrivare spendere mille euro in più, a fronte dei 1.400 euro a Napoli e Roma.
Ma non c'è solo il capitolo abitazioni. L'aumento dell'addizionale regionale all'Irpef (+0,33%) è stato già pagato nelle prime tre buste paga del 2012 da parte dei lavoratori dipendenti e così una parte dell'acconto delle addizionali comunali. La seconda parte dell'anno sommerà aumento ad aumento: oltre alla quota in più da pagare sui redditi prodotti nel 2010, i contribuenti dovranno fare i conti anche con le addizionali elevate per il periodo d'imposta 2011 (in Campania a causa del rosso nella sanità si arriva addirittura all'aliquota del 2,03%).
Paradossalmente – ma non per un governo di ricchi per i ricchi - la stretta fiscale rischia di essere "regressiva", cioè di far pagare di più chi ha redditi più bassi, per effetto dell'incidenza dell'Imu, che è un'imposta patrimoniale ma del tutto indipendente dai redditi disponibili.
Le tasse aggiuntive, soprattutto sulla casa, rischiano di determinare aumenti medi del 20% sul 2011, con punte fino al 40%: valori che oscillano a seconda della tipologia del nucleo e della residenza geografica. Una famiglia media milanese con due figli può arrivare spendere mille euro in più, a fronte dei 1.400 euro a Napoli e Roma.
Ma non c'è solo il capitolo abitazioni. L'aumento dell'addizionale regionale all'Irpef (+0,33%) è stato già pagato nelle prime tre buste paga del 2012 da parte dei lavoratori dipendenti e così una parte dell'acconto delle addizionali comunali. La seconda parte dell'anno sommerà aumento ad aumento: oltre alla quota in più da pagare sui redditi prodotti nel 2010, i contribuenti dovranno fare i conti anche con le addizionali elevate per il periodo d'imposta 2011 (in Campania a causa del rosso nella sanità si arriva addirittura all'aliquota del 2,03%).
Paradossalmente – ma non per un governo di ricchi per i ricchi - la stretta fiscale rischia di essere "regressiva", cioè di far pagare di più chi ha redditi più bassi, per effetto dell'incidenza dell'Imu, che è un'imposta patrimoniale ma del tutto indipendente dai redditi disponibili.
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