martedì 10 aprile 2012

Legge elettorale. Dalla padella alla brace di Sergio Cararo, www.contropiano.org

Ormai viviamo sulla "nave dei folli". Una ventina di parlamentari trasversali lanciano un appello contro la nuova legge elettorale ma in nome del maggioritario e della governabilità. La legge elettorale allestita da Alfano, Bersani, Casini si ammanta di “proporzionale” ma è invece fortemente escludente.


No ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo. È questo lo snodo dell'appello contro la proposta di riforma della legge elettorale sulla quale stanno lavorando Bersani,, Alfano e Casini. L’appello è stato promosso da 20 parlamentari del Pd e del Pdl. Tra questi spiccano i maggioritaristi come Arturo Parisi e diversi esponenti del Pd, ma anche scontenti del Pdl come l’ultraliberale e liberista Antonio Martino o postfascisti come Giorgia Meloni e Fabio Rampelli. “In democrazia - si legge nel testo - un governo è forte solo se può dire di avere alle sue spalle un chiaro mandato dei cittadini fondato su una scelta tra diverse alternative politiche”. Per questo “vogliamo dichiarare tutta la nostra preoccupazione nei riguardi delle soluzioni che sentiamo avanzare in nome della governabilità per quel che riguarda la nuova legge elettorale”. Nell’appello si afferma in particolare la ferma contrarietà ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo, perchè sarebbe un «grave arretramento» sia se ci fosse in maniera esplicita che “attraverso meccanismi che illudessero gli elettori di indicare la guida del governo, sapendo tuttavia che, poichè nessun partito è nelle condizioni di poter conseguire da solo la maggioranza, il governo finirebbe per essere negoziato tra i partiti dopo il voto così come accadeva nella prima stagione della Repubblica”. Per i firmatari dell’appello, tutte queste brutture sarebbero evitabili solo con il sistema maggioritario, ossia il sistema elettorale più antidemocratico dopo quelli elaborati dalle dittature vere e proprie. I sottoscrittori dell'appello fanno sapere che promuoveranno una campagna di adesioni tra i parlamentari e gli eletti nei territori regionali e annunciano poi una forte azione di contrasto in Parlamento qualora la nuova legge ipotizzata dovesse essere quella anticipata nei giorni scorsi. I firmatari sono Mario Barbi (Pd); Viviana Becalossi (Pdl); Maurizio Bianconi (Pdl); Renato Cambursano (Misto); Giuseppe Cossiga (Pdl); Sabrina De Camillis (Pdl); Sandro Gozi (Pd); Antonio La Forgia (Pd); Ricardo Levi (Pd); Gennaro Malgieri (Pdl); Antonio Martino (Pdl); Giorgia Meloni (Pdl); Giuseppe Moles (Pdl); Arturo Parisi (Pd); Fabio Rampelli (Pdl); Fausto Recchia (Pd); Gianfranco Rotondi (Pdl); Giulio Santagata (Pd); Albertina Soliani (Pd); Sandra Zampa (Pd). Alla pattuglia di maggioritaristi si aggrega anche un altro che sui sistemi elettorali si è schierato sempre dalla parte sbagliata. “L'Italia dei Valori condivide e sottoscrive l'iniziativa lanciata da Arturo Parisi e da altri parlamentari di entrambi gli schieramenti contro il ritorno al proporzionale e la bozza di riforma elettorale proposta da Alfano, Bersani e Casini” afferma in una nota Antonio Di Pietro.
Lo scenario politico si divide di nuovo tra due opzioni entrambe impresentabili, un po’ come Monti e Berlusconi. Se si avesse la forza o magari la volontà, bisognerebbe far saltare il tavolo e mettere entrambi gli schieramenti di fronte alle loro responsabililità. E’ dal 1993, da quando furono votati i referendum reazionari filo-maggioritari sulla legge elettorale, che in Italia non si vota con un sistema elettorale democratico ma solo su sistemi blindati, sia a livello locale che nazionale. Il fatto che la situazione sociale, oltrechè politica e democratica, sia precipitata in peggio dal 1993 in poi, è un dato di fatto. Sarà una coincidenza? Siamo tra la padella e la brace. L’unica alternativa è un sistema proporzionale vero, rappresentativo, democratico. Il resto è solo un imbroglio.

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