Ormai viviamo sulla "nave dei folli". Una ventina di
parlamentari trasversali lanciano un appello contro la nuova legge
elettorale ma in nome del maggioritario e della governabilità. La legge
elettorale allestita da Alfano, Bersani, Casini si ammanta di
“proporzionale” ma è invece fortemente escludente.
No ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla
scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo. È questo lo snodo
dell'appello contro la proposta di riforma della legge elettorale sulla
quale stanno lavorando Bersani,, Alfano e Casini. L’appello è stato
promosso da 20 parlamentari del Pd e del Pdl. Tra questi spiccano i
maggioritaristi come Arturo Parisi e diversi esponenti del Pd, ma anche
scontenti del Pdl come l’ultraliberale e liberista Antonio Martino o
postfascisti come Giorgia Meloni e Fabio Rampelli. “In democrazia - si
legge nel testo - un governo è forte solo se può dire di avere alle sue
spalle un chiaro mandato dei cittadini fondato su una scelta tra diverse
alternative politiche”. Per questo “vogliamo dichiarare tutta la nostra
preoccupazione nei riguardi delle soluzioni che sentiamo avanzare in
nome della governabilità per quel che riguarda la nuova legge
elettorale”. Nell’appello si afferma in particolare la ferma contrarietà
ad ogni modifica normativa che sottragga ai cittadini, oltre alla
scelta dei parlamentari, anche la scelta del governo, perchè sarebbe un
«grave arretramento» sia se ci fosse in maniera esplicita che
“attraverso meccanismi che illudessero gli elettori di indicare la guida
del governo, sapendo tuttavia che, poichè nessun partito è nelle
condizioni di poter conseguire da solo la maggioranza, il governo
finirebbe per essere negoziato tra i partiti dopo il voto così come
accadeva nella prima stagione della Repubblica”. Per i firmatari
dell’appello, tutte queste brutture sarebbero evitabili solo con il
sistema maggioritario, ossia il sistema elettorale più antidemocratico
dopo quelli elaborati dalle dittature vere e proprie. I sottoscrittori
dell'appello fanno sapere che promuoveranno una campagna di adesioni tra
i parlamentari e gli eletti nei territori regionali e annunciano poi
una forte azione di contrasto in Parlamento qualora la nuova legge
ipotizzata dovesse essere quella anticipata nei giorni scorsi. I
firmatari sono Mario Barbi (Pd); Viviana Becalossi (Pdl); Maurizio
Bianconi (Pdl); Renato Cambursano (Misto); Giuseppe Cossiga (Pdl);
Sabrina De Camillis (Pdl); Sandro Gozi (Pd); Antonio La Forgia (Pd);
Ricardo Levi (Pd); Gennaro Malgieri (Pdl); Antonio Martino (Pdl);
Giorgia Meloni (Pdl); Giuseppe Moles (Pdl); Arturo Parisi (Pd); Fabio
Rampelli (Pdl); Fausto Recchia (Pd); Gianfranco Rotondi (Pdl); Giulio
Santagata (Pd); Albertina Soliani (Pd); Sandra Zampa (Pd). Alla
pattuglia di maggioritaristi si aggrega anche un altro che sui sistemi
elettorali si è schierato sempre dalla parte sbagliata. “L'Italia dei
Valori condivide e sottoscrive l'iniziativa lanciata da Arturo Parisi e
da altri parlamentari di entrambi gli schieramenti contro il ritorno al
proporzionale e la bozza di riforma elettorale proposta da Alfano,
Bersani e Casini” afferma in una nota Antonio Di Pietro.
Lo scenario politico si divide di nuovo tra due opzioni entrambe
impresentabili, un po’ come Monti e Berlusconi. Se si avesse la forza o
magari la volontà, bisognerebbe far saltare il tavolo e mettere entrambi
gli schieramenti di fronte alle loro responsabililità. E’ dal 1993, da
quando furono votati i referendum reazionari filo-maggioritari sulla
legge elettorale, che in Italia non si vota con un sistema elettorale
democratico ma solo su sistemi blindati, sia a livello locale che
nazionale. Il fatto che la situazione sociale, oltrechè politica e
democratica, sia precipitata in peggio dal 1993 in poi, è un dato di
fatto. Sarà una coincidenza? Siamo tra la padella e la brace. L’unica
alternativa è un sistema proporzionale vero, rappresentativo,
democratico. Il resto è solo un imbroglio.
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