Ferrari, Maserati e Cnh: Fiom espulsa e il sindacato passa in mano ai dirigenti
La rappresentanza sindacale in mano ai capi reparto: gli operai, col sindacato di Landini fuori, non sono più rappresentanti
In Ferrari, Maserati e Cnh la Fiom prende una valanga di voti, ma non valgono nulla. A vincere davvero è invece l’Assoquadri, l’associazione dei quadri e capi Fiat che nelle tre aziende modenesi del gruppo guidato da Marchionne
fa il pieno, e in alcuni stabilimenti porta addirittura a casa la
maggioranza dei delegati sindacali. Cosa vuol dire? Semplice: i delegati
sindacali che dovranno fare gli accordi con i dirigenti del gruppo
saranno i dirigenti stessi. In sostanza equivale a dire che non ci sarà
trattativa.
A rivendicare il successo la stessa Assoquadri, che
già ieri in un comunicato spiegava come a livello nazionale “nelle 20
unità del gruppo Fiat dove ha presentato liste, su un totale di 130 Rsa
eleggibili, l’Associazione Quadri e Capi Fiat ne ha conquistate 80, pari
al 61% del totale”.
Voti inutili invece, perché la Fiat non li riconosce, quelli della Fiom. Tra Ferrari, Maserati e Cnh oltre 1200 preferenze. Al contrario di quello che è successo alla Magneti Marelli di Bologna però, a Modena il Tribunale del lavoro non si è ancora pronunciato sui ricorsi presentati contro Fiat,
e quindi la Fiom resta esclusa dalle aziende del gruppo non avendo
firmato il nuovo contratto in vigore da gennaio. Insomma: come passare
dall’essere il primo sindacato in termini di voti (il 40%) e delegati
(22 su 54) a sparire da tutti gli stabilimenti modenesi del gruppo. Se
dentro le fabbriche la Fiom è bandita, fuori dai cancelli però invece
resta viva e vegeta. A dimostrarlo il voto organizzato con banchetti di
fortuna e urne volanti. In tutto un bottino di 1200 schede che comunque
avranno un loro peso quanto meno politico. Nella pratica se si fosse
votato regolarmente la maggioranza relativa delle preferenze sarebbe
andata proprio alla Fiom. Esattamente come nelle scorse elezioni 2010.
A sorpresa dunque a fare la parte del leone è stata invece l’associazione dei dirigenti e capi Fiat (oggi si chiamano professional), che in alcuni stabilimenti ha fatto davvero il pieno. Come alla Cnh di San Matteo Modenese,
dove nel 2010 i 9 delegati erano divisi tra i 4 Fiom, i 3 Uilm e i 2
Fim-Cisl. Ora l’Assoquadri, che prima non esisteva, ne conquista 5 e
lascia le briciole alle altre sigle. Difficile spiegare il perché di
un’avanzata così fulminante. Ci prova la Fiom, che parla di “decisione
di Fiat di far crescere un sindacato piuttosto che un altro”. “In tutte
le votazioni sindacali precedenti il disinteresse della Fiat era
completo – ha spiegato Giordano Fiorani, segretario
modenese della Fiom-Cgil – Questa volta c’erano i capi sulle linee che
si aggiornavano con la Commissione elettorale per sapere in quanti
avevano votato sino a quel momento, mentre ai lavoratori veniva detto
che era bene non fermarsi troppo vicino al presidio della Fiom”. Gli
operai hanno riferito di pressioni dei capi reparto e inviti a votare
solo per i sindacati firmatari. Altrimenti, racconta un tecnico Ferrari,
“la minaccia era quella di perdere il diritto di voto”. Segnalazioni
del genere, a quanto riferiscono le ex rsu Fiom, ne sono arrivate a
decine.
Al di là delle accuse, le votazioni ufficiali hanno visto
una flessione dei partecipanti e un forte voto di protesta. Oltre il 20%
delle schede sono risultate bianche o nulle. Segno evidente che non
tutti i lavoratori hanno gradito l’impossibilità di votare Fiom. Ad
esempio in Ferrari a votare per le Rsa sono stati in 1600, e su questi
in 350 hanno preferito annullare la scheda o lasciarla bianca. Fuori dai
cancelli invece la Fiom ha collezionato 723 voti, poco meno dei 790 del
2010.
Nessun commento:
Posta un commento