di Luigi Pandolfi, huffingtonpost.it
Sarebbe il caso che qualcuno, tra i suoi più stretti collaboratori,
spiegasse a Renzi che insistere sul recupero di qualche decimale tra il
2,6% ed il 3% del rapporto tra deficit e Pil non ha alcun senso, stante
la pendenza sul capo del nostro paese dei nuovi vincoli di bilancio
imposti dal "Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance
nell'unione economica e monetaria", meglio conosciuto come Fiscal compact.
Senza entrare nel dettaglio del meccanismo - piuttosto complesso - di
riduzione fiscale previsto dal nuovo patto di bilancio, è bene
ricordare che il nostro paese, entro il 2016, dovrà convergere verso il
"pareggio di bilancio strutturale", ovvero verso un equilibro delle entrate e delle uscite dello stato al netto dei fattori congiunturali.
Tale regola si considera rispettata se il deficit dello stato non
eccede lo 0,5% del Pil. Non solo: stando al dettato del regolamento UE
n. 1175/2011 (Six Pack), integrato poi nel Fiscal compact, che prevede per il saldo strutturale una forcella tra il -1% del Pil e il pareggio o l'attivo, il nostro paese dovrebbe addirittura conseguire un "avanzo strutturale" dello 0,2%!
Posto che il conseguimento di tale obiettivo, insieme alla riduzione
delle eccedenze del debito, richiederebbe un massacro sociale di
proporzioni inaudite, più terribile di quello perpetrato ai danni del
popolo greco, è lecito chiedersi se Renzi faccia finta di non conoscerne
i contenuti - il che sarebbe già grave di per sé - oppure se non li
conosca affatto.
In entrambi i casi stiamo parlando di una situazione davvero
surreale, al limite della tragicommedia. Si discute di rastrellare
qualche miliardo per dare una mancia in busta paga a qualche milione di
lavoratori dipendenti (Meglio di niente, per carità), di svincolare i
fondi europei dal patto di stabilità, e di altre misure di ristoro
dell'economia, quando già a partire dai prossimi mesi si dovrà pensare a
manovre draconiane per rispettare gli impegni assunti con la ratifica
del nuovo patto di bilancio, i cui effetti non potranno che essere
recessivi.
E' stato stimato che un'applicazione pedissequa del meccanismo di
riduzione fiscale ci costerebbe, già a partire da quest'anno, una
manovra da 75-80 miliardi di euro. Possiamo permettercela? Ma
soprattutto: sarebbe compatibile con le misure annunciate da Renzi in
tema di Irpef, Irap e debiti della pubblica amministrazione?
Forse che Renzi intende non rispettare i vincoli del Fiscal compact?
Vuole rinegoziarli? Lo dica. Sarebbe una cosa diversa del dire "i compiti a casa li facciamo per i nostri figli". E' evidente che il rinnovamento, al punto in cui siamo, passi innanzitutto dall'essere seri.
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