- DI LUCA MULLANU
luca.mullanu@liberopensiero.eu
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Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha sempre fatto della
trasparenza e della lotta contro gli sprechi una delle sue battaglie
principali. La campagna elettorale, infatti, è stata improntata proprio
su questi temi, tra cui l’abolizione dei rimborsi elettorali e il
dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. Dopo un anno di attività
politica basata sull’opposizione tout court, espulsioni e litigi
interni, i dettagli delle loro spese vengono messi online, per la pace
di ogni attivista stellato che voglia controllare i suoi parlamentari.
Sebbene ci siano molti grillini virtuosi, a quanto pare la gestione
dello stipendio non è sempre un’attività cristallina, ci sono alcune
zone grigie.
Così come si può evincere dal sito internet tirendiconto.it, molti
parlamentari grillini si danno alle spese folli, ma andiamo con ordine.
Una delle regole fondamentali che si è imposto il Movimento è quella di
rendicontare le entrate e le uscite, documentarle e postarle sul sito.
Ma pare che ben 11 parlamentari pentastellati se ne siano
dimenticati. A non pubblicare le loro spese tra novembre e dicembre 2013
sono: Bonafede, Ciampolillo, Cotti, Dall’osso, Del Grosso, Di
Benedetto, Lezzi, Montevecchi, Mucci, Puglia e Taverna.
Invece, i seguenti grillini, ad oggi, si sono fermati al rendiconto
di novembre, escludendo quindi i mesi a seguire: Micillo, Pepe. Il caso
più eclatante è quello che riguarda Serenella Fuksia che non pubblica
nulla da maggio 2013.
Grazie alla trasparenza che ostentano, è possibile, sempre sul sito,
verificare i numeri delle ingenti spese sostenute dai grillini tra
giugno e dicembre 2013.
- Alloggio
Per quanto riguarda le spese d’alloggio, i parlamentari che spendono
di più sono: Agostinelli Donatella con € 1.800,00 al mese di pigione,
strane le cifre che riguardano Cioffi Andrea che a novembre rendiconta
come spese iniziali ben 5.400,00€. Fra i conti di Colonnese Vega,
invece, appare come spesa iniziale, nel mese di luglio, la cifra di
6.213,60€. Non si sa bene dove abiti Crippa Davide, che spende
11.420,00€ in sette mesi e rendiconta quattro spese iniziali per un
totale di 4.227,20€, che sommati alla prima cifra ammontano ad un totale
di 15.647,20€. Un sorriso per Toninelli Danilo che dissemina le spese
d’affitto su 3 voci distinte, riuscendo a spendere in 7 mesi la modica
cifra di €13.193,02.
- Trasporto
Non passano inosservate, comunque, anche le spese relative alla voce
trasporti, tra le più elevate quelle di Baroni Massimo che per muoversi
spende un netto di €3.633,30. Si posiziona al secondo posto del podio
Ruocco Carla, grazie ad una cifra leggermente inferiore (€3.543,45).
Ultimo dei tre, risulta Pisano Girolamo, con i suoi €3.462,06.
- Vitto
Le cifre più consistenti, oltre a quelle dell’alloggio, riguardano il
vitto. Si sa, l’Italia è il Paese della buona cucina, ne sapranno
qualcosa i parlamentari Cataldo Nunzia, che a Luglio ha speso €1.754,07 e
Segoni Samuele che a settembre ha speso €1.730,99. Per quanto riguarda
le spese totali più corpose, invece, che comprendono il periodo giugno –
dicembre 2013, i parlamentari grillini meno oculati sono Cecconi Andrea
(€7.515,14) e Chimienti Silvia (€7.214,61). Tuttavia, analizzando i
dati, oltre 10 parlamentari risultano superare la soglia dei 5.000,00€
complessivi.
- Rimborsi
Passiamo ora al tema più caro ai grillini, i rimborsi. Anche tra i
pentastellati ce ne sono di chilometrici. Sul sito possiamo vedere che
ci sono ben 9 parlamentari che hanno percepito rimborsi totali oltre i
2.000,00€, ma si distingue tra tutti il grillino Castaldi Gianluca che
scavalca tutti con i suoi 6.689,69€. Un caso particolare è quello che
riguarda Fattori Elena, la quale rendiconta un totale di €3.175,50 (ha
pubblicato le cifre sostenute solo nei primi 5 mesi dall’inizio della
sua attività da parlamentare) benché sia residente a Genzano di Roma.
Nonostante ciò, la Fattori non porta il conto delle spese d’affitto,
anche se aggiunge un totale di €330,00 come spese iniziali di locazione e
€516,00 di spese varie di locazione (forse hotel).
- Taxi
Il Movimento 5 Stelle, che porta nei suoi programmi elettorali la
sostenibilità ed elogia i parlamentari esteri che raggiungono il
Parlamento con i mezzi pubblici, dovrà rivedere le sue basi, visto che
tra le spese più pazze risaltano quelle per la voce “Taxi”. La
parlamentare De Pietro Cristina preferisce la comodità e, infatti, il
valore complessivo delle cifre rendicontate ammonta a €5.090,15 (solo a
novembre €1.713,69); il grillino Girotto Gianni spende, invece, un
totale di €4.231,90 (solo a luglio €1.168,80).
Evidentemente per alcuni grillini è sconosciuta la possibilità di
acquistare l’abbonamento annuale per il trasporto urbano nella città di
Roma. E’ questo il caso di Lezzi Barbara, che per spostarsi spende ben
€2.340,12 (cifra totale tra giugno e dicembre 2013).
Dall’analisi dei dati sul sito, le cifre rilevanti risultano essere
quelle sostenute da Nesci Dalila, che spende in totale € 1.606,88 per il
nolo di un’auto, rendiconta € 1.230,18 di rimborsi chilometrici, spende
in taxi € 1.423,90 e € 28,00 di trasporto urbano, per un totale
complessivo in 7 mesi di € 4.288,96 (€ 612,71 al mese di media).
Castaldi Gianluca spende in totale € 1.353,94 per il nolo di un’auto,
rendiconta € 6.689,69 di rimborsi chilometrici, spende in taxi € 655,70 e
€ 184,80 di trasporto urbano, per un totale complessivo in 7 mesi di €
8.884,13 (€ 1.269,16 al mese di media).
Nonostante ciò, non si può comunque evitare di citare i parlamentari
grillini più virtuosi, i dati di chi ha ‘restituito’ di più riguardano
Nugnes Paola (€ 40.803,47); Lombardi Roberta (€36.889,91); Lucidi
Stefano (€35.813,42) e molti altri. Certo, poi ci sono quelli che hanno
restituito di meno, stiamo parlando di: Pepe Bartolomeo (€ 9.768,82);
Tacconi Alessio (€ 9.919,40); Dall’osso Matteo (€ 10.077,76) e così via.
Ricordiamo tutti quando Roberta Lombardi in diretta streaming con
Pierluigi Bersani si vantò di essere “le parti sociali”, di
rappresentarle e di convogliare nel Movimento i loro interessi. Infatti,
da lì in poi i grillini vollero farsi chiamare “Cittadini” e non
parlamentari, per rafforzare la distinzione tra loro e gli altri
partiti. Una questione di immagine, di marketing e di comunicazione,
perché, personalmente, un cittadino, magari lavoratore o in cassa
integrazione, di certo non lo vedrei spendere in 7 mesi più di 5.000,00€
di vitto. Così come la casalinga che, non trovando lavoro, deve
rendicontare, lei sì, lo stipendio del marito cercando di tirare la
cinghia per arrivare a fine mese. Allo stesso modo, lo studente, magari
appena laureato, che non trova sbocchi, di certo non lo immagino a
sperperare i propri risparmi per un alloggio per cui dovrebbe spendere
oltre 1.300,00€ mensili.
La trasparenza è un fatto positivo, su questo non si discute,
tuttavia sembra essere un’arma a doppio taglio, soprattutto per chi fa
della propria attività politica la battaglia contro gli sprechi.
Ci vediamo in Parlamento, vi apriremo come apriscatole.
Ci vediamo in Parlamento, vi apriremo come apriscatole.
Si specifica che l’inchiesta è stata fatta sulla base di un calcolo
di foglio excel, facendo rientrare tutti i dati disponibili e pubblici
del sito www.tirendiconto.it
Il foglio di calcolo è pubblico e scaricabile cliccando al seguente link:
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