domenica 30 marzo 2014

"Su Expo e criminalità noi del Prc già documentammo tutti anni fa". Intervista ad Alfio Nicotra



Il Prc della Lombardia aveva denunciato da anni cosa stava succedendo nel grande affaire dell’Expo.Già da allora, ovvero nel primo decennio del 2000, la Lombardia risultò essere quarta per densità mafiosa. Raccogliemmo tutto il materiale in un libro che chiamammo “Mafia del nord”. Era una ricerca puntigliosa sulle indagini e sul groviglio di interessi tra edilizia e finanza. C’era la presenza di varie organizzazioni criminali, in particolar modo delle ‘Ndrine’. Allora si iniziava a parlare di Expo e fu uno dei temi che sollevammo sia nell'amministrazione Penati dove avevamo tre assessori. Eravamo presenti anche nel Consiglio regionale con Luciano Muhlbauer e Mario Agostinelli. E lì ci rendemmo conto che non vi erano garanzie per il contrasto della penetrazione criminale. Ponemmo il problema e per tutta risposta registrammo un rigetto da parte di Formigoni innanzitutto, e anche del Partito democratico. Vari i legami, non solo tra questi settori politici ma, attraverso Penati, con la Provincia di Milano, anche amministrativi. E poi il filo rosso che si dipanava tra Lega delle coop e Comunione e liberazione. Una grande coalizione del mattone che sfuggiva a un controllo serio anche delle opposizioni formali.
Fece rumore il vostro libro-inchiesta?
Il libro rappresentò un sasso nello stagno perché parlare di mafie del nord era considerato rivoluzionario. Ci furono reazioni sdegnate da parte della Lega, e Formigoni parlò di massima attenzione su trasparenza e rispetto delle regole. Alla fine di una discussione nel Prc, con il libro sostenemmo attivamente il Comitato no Expo che è quello che poi ha sviluppato l'iniziativa di controllo sugli appalti e sulla politica di Formigoni, fino a Infrastrutture lombarde li cui capo è stato arrestato e sostituito,però, con il suo braccio destro. Il messaggio è, appunto, i lavori non si devono fermare.
Ecco, questo slogan “i lavori non si devono fermare” sembra però condiviso e sostenuto da Roma…Allora tutti lavorarono attivamente per sottrarre l'Expo alla Turchia. Ci furono dei festeggiamenti quando l'Italia riuscì ad ottenere il consenso di diversi paesi. E l’allora presidente del Consiglio, Prodi, fu certamente una parte attiva. Poi quando il filone cominciò a prendere corpo si diffuse un senso di impunità. Sembravano gli intoccabili dietro la retorica della locomotiva d'Italia. E anche per una assenza di opposizione reale, con Ds e Margherita in Provincia che di fatto costruivano le basi di una alleanza politica molto nella. Devo sottolineare che nel 2009 pagammo questa opposizione perché Penati che venne scelto come candidato presidente alla Regione Lombardia pose il veto su di noi. Ora si capisce perché, chiaramente. Sicuramente vi era un accordo politico a non sollevare questi temi nel dibattito pubblico. L'Expo avrebbe portato ricchezza a tutti i livelli. E quindi ce ne era per tutti.
Un disastro, da un punto di vista urbanistico.I piani di Albertini e Moratti basati su un grande consumo di territorio invece della riqualificazione dell'esistente, vista anche la fase economica post industriale. La ristrutturazione intorno alla stazione Garibaldi è indicativa. Lì sono stati edificati dei veri e propri mostri nel deserto rimasti vuoti. La fiera di Rho è recentissima e ciononostante si è invece varata una variante al piano regolatore di forte impatto. Poi l'Expo serviva anche per la nuova rete di autostrade e la Lombardia che è una delle regioni più inquinate lo sarà ancora di più. Il modello lombardo è stato stravolto dal just in time in cui non si fa più magazzino e tutto viene riversato su strada.
Oggi Renzi sembra cavalcare un po’ la stessa tipologia diintervento, la crescita a spot.L'Italia non ci fa una bella figura sull’intreccio tra grandi opere e criminalità. Anche perché i campanelli d'allarme c'erano tutti. Renzi sposa l'idea della velocità e tutto ciò che ostacola questo lavorìo, basato molto sull’immagine, è un problema. La sua lotta contro la burocrazia è in realtà la lotta contro le norme che impediscono la depredazione dei territori attraverso la trasparenza delle procedure. E' una visione iperliberista che fa del territorio un luogo di conquista. Sicuramente Renzi si sta coportando come l'uomo della velocità e come l'uomo degli annunci. Un qualsiasi altro governo avrebbe rallentato sull'Expo, in presenza dell’evidenza dei risultati delle indagini, e invece qui si continua ad andare avanti nella stesa direzione con l’accordo tra governo nazionale e presidenza Maroni. Un incrocio di interessi, rispetto alle forme di controllo della magistratura, tra Renzi e Berluscopni.
In questo ordine di idee c’è la proposta del G8 a Firenze nel 2017.Renzi dimentica con una certa leggerezza che non solo il G8 in Italia è carico di simboli negativi ma che proprio nella fortezza Da Basso di Firenze dove vorrebbe tenere il vertice nel 2017 ci fu un grande movimento altermondista che mosse i suoi primi passi in Italia e segnò proprio a Firenze un momento molto netto. La verità è molto più terra terra delle roboanti parole dell'ex sindaco di Firenze, ovvero il sostegno a Nardella, candidato debole del Pd nella corsa a diventare primo cittadino di Firenze alle prossime amministrative. Nardella ha già formato un comitato. E' chiaro che il movimento stesso deve alzare la voce per far tornare Renzi sui suoi passi. Tra l'altro se tutto va per il verso giusto abbiamo un fronte molto ampio, che si misurererà alle amministrative, alternativo a quello della maggioranza tenuta dal Pd.

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