giovedì 20 marzo 2014

Lettera ai Compagni

Al Segretario Cesare Procaccini,
alla Presidente del Comitato Centrale,
alla Segreteria,
ai membri del Comitato Centrale,
ai Compagni.


 
Cari compagni,
mi trovo nella spiacevole condizione di scrivere questa lettera formale a causa di un’ irregolarità che lede profondamente le regole fondanti di questo partito ed offende la fiducia che i compagni vi ripongono.
Domenica 16 Marzo si è riunito a Roma il Comitato Centrale senza che io, come altri compagni ( Giulia Loche come me membro dell’esecutivo nazionale della FGCI, Tubino, ed altri ), ricevessi come invece di solito avviene alcuna convocazione per lo stesso.
Avrei davvero voluto poter intervenire riguardo al comportamento a dir poco ondivago tenuto dal nostro partito negli ultimi mesi, comportamento che sembra diventato purtroppo una spiacevole abitudine nella gestione delle tornate elettorali da parte del Pdci.
Questa operazione infatti ricorda fin troppo bene lo svolgersi degli eventi riguardanti le ultime elezioni politiche quando il nostro partito ha spaccato la Federazione della Sinistra millantando un accordo con il PD ed ha dato indicazione di voto alle primarie prima per Vendola e poi, addirittura, per Bersani.
Il tutto senza mai convocare un Comitato Centrale, se non dopo l’ennesima svolta e l’adesione codista alla oramai formata “Rivoluzione Civile”.
Anche questa volta non più di un paio di mesi fa si affermava riguardo alla nascente lista Tsipras :
«se si mettono troppi paletti di schieramento, e non ci si concentra sulle questioni politiche e programmatiche fondamentali e unificanti, si rischia di impedire una convergenza unitaria e inclusiva e di arrivare alle elezioni europee con due o tre liste a sinistra del PD. Ovvero: UN SUICIDIO ANNUNCIATO PER TUTTI» .
Abbiamo quindi deciso di suicidarci?
E questa argomentazione di fatto non eludeva la questione del Gue, che solo ora sembra diventata dirimente, al fine di poter accogliere una forza come Sel?
E non conoscevamo forse anche allora le posizioni sulla politica estera di Sinistra Ecologia e Libertà?
Sono rimasta francamente basita quando ho scoperto che, mentre i compagni sui territori si rimboccavano nuovamente le maniche seguendo le precise indicazioni di questo partito e partecipavano attivamente, a volte presiedendoli ed essendone referenti, ai comitati locali per “L’altra Europa” , i dirigenti di questo partito non si sono presentati ad alcuna riunione del comitato nazionale della suddetta lista.
Sono rimasta ancor più basita quando ho letto che la motivazione data è :“Non ci hanno invitato.”.
Forse è necessario rendersi conto che un comportamento più pragmatico sarebbe decisamente più consono ed utile agli obiettivi del nostro partito e della classe che vorremmo rappresentare.
In questa lista infatti sono stati inclusi praticamente tutti quelli che hanno partecipato e non è difficile pensare che saremmo stati inclusi anche noi se avessimo avuto maggior perizia nel curare i rapporti con i garanti.
Penso inoltre che se qualche mese fa ci fossimo rivolti a Rifondazione, che aveva maggiori rapporti con il candidato, per mettere in piedi un tavolo di trattativa per le Europee con i nostri due partiti comunisti alla base forse si sarebbe potuta arginare la deriva dovuta ai “garanti”.
Ma così non è stato ed abbiamo dichiarato il nostro sostegno, anche in questo caso quando la lista era già stata formata da qualcun’ altro.
Questa lista rappresenta ora, purtroppo, niente di più che quel fronte della sinistra che abbiamo auspicato negli ultimi congressi. Infatti nelle sue fila annovera, oltre ai partiti, anche quelle persone provenienti da battaglie di resistenza allo smantellamento dei valori costituzionali come, ad esempio, quella sulla scuola pubblica a Bologna, il referendum sull’acqua pubblica o il movimento NO-MUOS, con cui ci proponevamo di lavorare.
Attenzione, ripeto, è il fronte della sinistra, non il frutto della ricostruzione del Partito Comunista e quindi è ovvio, e da sempre noto, che le nostre posizioni, soprattutto sulla politica estera divergono, spesso pesantemente, dalle loro. Ma questo non ci ha impedito di invocarlo nei documenti congressuali ne di dichiarare la nostra adesione all’altra Europa dando indicazioni di voto sul simbolo o presentando candidati.
A mio modesto parere sarebbe quindi un errore a questo punto incartarsi tentando disperatamente di creare una lista alternativa che, seppur con posizioni condivisibili e più avanzate, verrebbe percepita di fatto come un sabotaggio alla battaglia contro l’austerity portata avanti dal resto della sinistra Italiana.
Avremmo dovuto pensarci prima, molto prima.
Credo infine che chiedere ai compagni, che hanno di nuovo messo in gioco la propria faccia e la propria credibilità sul territorio seguendo le indicazioni di questo partito, di interrompere i rapporti con tutte le forze con cui, di fatto, dovranno continuare a “fare politica” anche dopo le europee e che si sono coagulate attorno a questa lista sia inaccettabile.
Chiedergli di puntare tutto su un’ipotesi di lista che ha, se non altro per la tempistica e la modalità di creazione, scarsa possibilità di riuscita sia assurdo.
Bisognerebbe che questo gruppo dirigente si fermasse a riflettere su una semplice verità:
questo partito senza il lavoro e l’entusiasmo dei compagni non esiste, e bisognerebbe forse avere maggior rispetto del loro operato.
Fare sulla loro pelle questa ennesima sterzata senza preoccuparsi delle conseguenze significa assumersi una responsabilità enorme.
A maggior ragione quando la decisione viene ratificata da un Comitato Centrale praticamente dimezzato a causa dello scarso preavviso e non convocando parte dell’esecutivo nazionale della FGCI ed altri compagni.
 
Sara Milazzo
Responsabile Cultura Esecutivo Nazionale
Federazione Giovanile Comunisti Italiani

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