D. Onorevole come considera queste nuove dichiarazioni di Renzi?
R. «Mi colpisce innanzitutto la disinvoltura su temi così rilevanti. Fino a ieri aveva insultato chi proponeva il Senato elettivo additandolo come un difensore della propria poltrona. Ricordo le numerose tirate polemiche contro Chiti e altri senatori. Ora, improvvisamente, il Presidente risulta disponibile».
Dunque un’apertura che sa tanto di un tentativo per dividere l’opposizione interna che si sta ricompattando.
«Sinceramente mi sembra difficile non riconoscere una certa strumentalità in questa disponibilità. Stranamente arriva dopo l’assemblea dei deputati nella quale si è dimesso il capogruppo Speranza e si è raggiunta una sostanziale convergenza fra tanti di noi sulla valutazione da dare all’Italicum anche in rapporto alla revisione della riforma del Senato».
Ma cosa c’è dietro questa strana operazione politico-mediatica?
«Qualcuno meno ingenuo di me dice che Renzi voglia approvare la legge elettorale e andare al più presto alle elezioni. Se è così la riforma del Senato è praticamente su un binario morto e Renzi ci lascia giocare con il testo di un disegno di legge che non vedrà mai la luce».
Ma cosa le fa pensare che sia questo il vero obiettivo del premier?
«Da una parte c’è l’indisponibilità a correggere punti rilevanti dell’Italicum in un orizzonte temporale certo, come può essere il mese di luglio, per un passaggio definitivo al Senato. Dall’altra, appare sempre più evidente lo scarto tra i racconti del premier e i dati della realtà che rendono credibile il suo vero obiettivo: approvare l’Italicum e andare al voto il più presto possibile, che vuol dire nella primavera del prossimo anno».
Ma perché Renzi punterebbe con tanta determinazione al voto anticipato?
«Lo scenario economico appare fortemente a rischio e la politica dell’eurozona è fallimentare. Questo determina una situazione di stagnazione e di impossibilità di ripresa. Tutto ciò contrasta con le letture, le promesse e i racconti che vengono dal governo. Dall’altra parte il quadro politico presenta una destra in grande difficoltà e una sinistra forse in una difficoltà ancora più grande. Dunque, sia per ragioni economiche, che per ragioni politiche, votare al più presto può essere la soluzione più vantaggiosa per Renzi».
In questo disegno è presente anche il voto di fiducia sulla riforma elettorale. Voi che farete in questo caso?
«Per ragioni di principio il voto di fiducia è inaccettabile su una legge elettorale. In questo caso poi ritengo inaccettabile l’intero pacchetto comprendente l’Italicum e la revisione del Senato, perché porta ad un presidenzialismo di fatto squilibrato e ad un arretramento pericoloso della nostra democrazia».
* Intervista a Libero - Fonte: Stefano Fassina
R. «Mi colpisce innanzitutto la disinvoltura su temi così rilevanti. Fino a ieri aveva insultato chi proponeva il Senato elettivo additandolo come un difensore della propria poltrona. Ricordo le numerose tirate polemiche contro Chiti e altri senatori. Ora, improvvisamente, il Presidente risulta disponibile».
Dunque un’apertura che sa tanto di un tentativo per dividere l’opposizione interna che si sta ricompattando.
«Sinceramente mi sembra difficile non riconoscere una certa strumentalità in questa disponibilità. Stranamente arriva dopo l’assemblea dei deputati nella quale si è dimesso il capogruppo Speranza e si è raggiunta una sostanziale convergenza fra tanti di noi sulla valutazione da dare all’Italicum anche in rapporto alla revisione della riforma del Senato».
Ma cosa c’è dietro questa strana operazione politico-mediatica?
«Qualcuno meno ingenuo di me dice che Renzi voglia approvare la legge elettorale e andare al più presto alle elezioni. Se è così la riforma del Senato è praticamente su un binario morto e Renzi ci lascia giocare con il testo di un disegno di legge che non vedrà mai la luce».
Ma cosa le fa pensare che sia questo il vero obiettivo del premier?
«Da una parte c’è l’indisponibilità a correggere punti rilevanti dell’Italicum in un orizzonte temporale certo, come può essere il mese di luglio, per un passaggio definitivo al Senato. Dall’altra, appare sempre più evidente lo scarto tra i racconti del premier e i dati della realtà che rendono credibile il suo vero obiettivo: approvare l’Italicum e andare al voto il più presto possibile, che vuol dire nella primavera del prossimo anno».
Ma perché Renzi punterebbe con tanta determinazione al voto anticipato?
«Lo scenario economico appare fortemente a rischio e la politica dell’eurozona è fallimentare. Questo determina una situazione di stagnazione e di impossibilità di ripresa. Tutto ciò contrasta con le letture, le promesse e i racconti che vengono dal governo. Dall’altra parte il quadro politico presenta una destra in grande difficoltà e una sinistra forse in una difficoltà ancora più grande. Dunque, sia per ragioni economiche, che per ragioni politiche, votare al più presto può essere la soluzione più vantaggiosa per Renzi».
In questo disegno è presente anche il voto di fiducia sulla riforma elettorale. Voi che farete in questo caso?
«Per ragioni di principio il voto di fiducia è inaccettabile su una legge elettorale. In questo caso poi ritengo inaccettabile l’intero pacchetto comprendente l’Italicum e la revisione del Senato, perché porta ad un presidenzialismo di fatto squilibrato e ad un arretramento pericoloso della nostra democrazia».
* Intervista a Libero - Fonte: Stefano Fassina
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