In
Curva Sud, durante la partita Roma-Napoli, un nutrito gruppo di neonati
critici letterari, sedicenti tifosi dell squadra di calcio della Roma,
ha esposto uno striscione nel quale si criticava il libro della madre di
Ciro Esposito e l'autrice stessa. Chissà che questa insolita
iniziativa, portata avanti dagli eredi di una scuola letteraria molto
ingloriosa, quella nazi-fascista, che i libri li ha sempre bruciati in
pubblica piazza; non sia foriera di un cambiamento. In fondo viene a
dirci che alcuni fascisti si sono dati alla lettura e questa, al di
fuori di ogni critica o punto di vista, è davvero un'incredibile novità.
La vera notizia nascosta dentro la notizia di cui molti scrivono. Ci
segnala che i pronipoti fuori tempo massimo del duce, finalmente hanno
capito, o manifestano l'ambizione di capire, che i libri vanno letti e
non bruciati. Perché dunque accanirsi contro questa loro impensabile e
saggia intenzione? Certo, hanno capito poco il senso del libro di
Antonella Leardi e non hanno capito quasi nulla delle sue parole e della
tragedia personale che tali parole, con coraggio, provano ad
affrontare, ma consiglio clemenza nei loro confronti; in fondo è il
primo libro che leggono nella loro vita, se si esclude il Mein Kampf
e i titoli di copertina delle opere di Ezra Pound. L'auspicio è che
continuino in questo loro proposito di farsi colti. Con dedizione e
profitto. Magari in futuro potrebbero anche aprire una rubrica in Curva
Sud dedicata alla recensione di opere letterarie a colpi di striscioni.
Ho anche in mente un titolo da proporre agli aspiranti critici per la
loro nuova rubrica: "il raglio della Sud".
Chissà che non seguano letture appassionate di altre opere e autori;
che so, Dostoevskij, Kafka, Guy de Maupassant. Potrebbe essere la volta
buona, anche per questi noti e ostinati menefreghisti del sapere,
generalmente refrattari a ogni tipo di cultura; di lasciarsi contaminare
dalla letteratura. Sono sicuro che il mondo accademico, da parte sua,
come è solito fare, potrebbe trarre persino giovamento
e interesse dai loro illuminati pareri. Sono convinto che questo
manifesto desiderio di scolarizzazione non vada sottovalutato. Potrebbe
segnare la nascita di una nicchia di letterati da considerare come nuova
avanguardia, antesignana di un genere: la critica a un libro mentre la
propria squadra fa, o subisce, un gol sotto l'incrocio dei pali, o un
rigore. Un pronunciamento dotto e autorevole, che vada a sostituire gli
ormai desueti slogan: "arbitro cornuto", o "forza Roma facci un gol". Un
futurismo del tifo, per dirla con parole colte. In attesa delle future
recensioni di questa neonata accademia della crusca, non ci resta che
chiedere scusa alla mamma di Ciro e invocare la sua più volte dimostrata
e forse abusata, pazienza e comprensione: "Li capisca signora, è la
loro prima volta come lettori. Vedrà, di libro in libro, cominceranno a
capire qualcosa. Intanto lei è già riuscita dove finora avevano fallito
scuole, insegnanti e scrittori di tutto il pianeta. Li ha finalmente
avvicinati alla lettura". E noi, che li avevamo sempre creduti somari!
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