giovedì 1 dicembre 2011

Siamo in crisi nera, ma finanziamo la Difesa

Questa volta voglio proprio fare un discorso da bar, o da parrucchiere. Quei discorsi banali, terra terra, che denunciano cose ovvie.

Si parla tanto e a ragion veduta della crisi che si è abbattuta sull’Italia, del rischio di default, e dei tagli previsti. Bene, l’Italia nel 2010 ha speso 21 miliardi di euro per la Difesa. 

“Difesa” in realtà è un eufemismo. Nessuno ci attacca, in compenso noi attacchiamo gli altri, o comunque occupiamo paesi. Chiamiamola più propriamente “Offesa”. Siamo stati in Iraq, siamo in Afghanistan, magari a breve saremo in Iran. Alla faccia del fatto che dovremmo ripudiare le guerre, come recita l’art. 11 della Costituzione.

E perché il papa, che si intromette in tutti i nostri affari, non dice mai nulla sulle spese per le armi?

Siamo in crisi, ma si parla forse seriamente di tagliare le spese per gli armamenti? No, piuttosto si parla di privatizzare sempre di più i servizi pubblici. O si parla forse di stornare le spese destinate agli  armamenti per una seria politica idrogeologica, visto che la gente continua a morire per la sua totale mancanza?

Intanto è cambiato il governo. Al posto del mefistofelico La Russa alla Difesa, adesso abbiamo anche lì un tecnico, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola. È facile permettersi di dubitare che taglierà le spese, magari al massimo taglierà gli sprechi.

Intanto c’è chi, mosso da improvviso sentimento patriottico, è andato a comprare in questi giorni dei buoni del Tesoro. Dare soldi a uno Stato che li usa per finanziare l’esercito e non ne spende per tutelare territorio ed ambiente lo trovo semplicemente stupido. Per quanto mi riguarda uno Stato di tal fatta può anche andare a fondo.

Non occorre essere pacifisti per fare un discorso così, basta essere persone di buon senso. Appunto: un discorso da bar.

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