Con
la riapertura delle Università riesplode anche il problema degli
affitti degli alloggi, carissimi e spesso in nero. Ecco come difendersi.
Stanno per riaprire i corsi accademici, si ripopolano i quartieri vicino le università e sulle bacheche riappare il classico mosaico di annunci di affitto: principali destinatari i circa 450mila giovani costretti a spostarsi per l’Italia per motivi di studio.
Stanno per riaprire i corsi accademici, si ripopolano i quartieri vicino le università e sulle bacheche riappare il classico mosaico di annunci di affitto: principali destinatari i circa 450mila giovani costretti a spostarsi per l’Italia per motivi di studio.
Vista la cronica insufficienza di
residenze universitarie, gli studenti fuori sede alla ricerca di un
alloggio diventano fonte di notevoli guadagni. “Le richieste sono anche
di 5-600 euro al mese per una stanza, o 3-400 per un posto letto, con
affitti spesso non dichiarati al fisco. E magari in abitazioni non
sufficientemente fornite di servizi o senza impianti a norma. In
appartamenti di 60 metri quadri con un solo bagno, pensati per ospitare 2
persone, a volte se ne trovano 4”.
La denuncia viene da Massimo Pasquini,
segretario dell’Unione Inquilini, una delle più attive associazioni che
si batte contro i canoni in nero. Da due anni a questa parte ha aiutato
in tutta Italia 10mila inquilini ad avere informazioni per fruire del
diritto previsto decreto legislativo 23/2011 sulla cedolare secca, che
prevede la possibilità di un affitto a prezzi stracciati per chi
denuncia di pagare un canone in nero.
Circa 3mila, secondo l’Agenzia delle
Entrate chi ha seguito questa strada fino in fondo. A frenare molti è
stata la paura di ricevere lo sfratto dal proprietario che, obbligato ad
affittare a un terzo o anche meno dell’importo previsto, spesso coglie
la prima occasione per mettere il denunciante per strada.
Controlli? Pochi e poco efficaci
D’altronde, ci sono tendenze
storico-economiche difficili da modificare, e quella a non dichiarare
gli affitti sembra essere una di queste. Complice il fatto che un prezzo
in nero è in genere - ma per gli universitari non sembra vero - più
conveniente anche per l’inquilino.
“Sono circa un milione gli affitti per
cui vengono evase le tasse. Vi immaginate”, chiede Pasquini, “che
perdita per l’erario? Servirebbero controlli, ma anche quando vengono
effettuati se ne perdono le tracce…”.
Il cappio al collo
“Gli universitari, e i genitori che
spesso pagano per loro, non devono accettare di farsi mettere il cappio
al collo da proprietari che lucrano evadendo le tasse", spiega Pasquini.
“Ad esempio, devono sapere che i contratti per studenti non sono a
libero mercato, questo significa che i canoni vanno calcolati
all'interno delle fasce individuate dagli accordi locali". Di qui l’idea
di diffondere una guida: 15 regole da conoscere prima di affittare un
alloggio. Un Vademecum valido per gli studenti, ma potenzialmente utile a
tutti gli affittuari.
Le 15 regole per salvarsi
Il Vademecum dell’Unione Inquilini
indica 15 regole di autodifesa da conoscere prima di prendere in affitto
una casa, una stanza o un posto letto, per non cadere in affitti
capestro.
Vediamole.
I contratti transitori per studenti
fuori sede non sono a libero mercato, ma a canoni agevolati. Ovvero
soggetti ad agevolazioni fiscali e con valori fissati dagli accordi
locali tra sindacati degli inquilini e associazioni della proprietà.A
partire dalla data di entrata in vigore della legge 431 del 9/12/1998, i
contratti devono essere scritti e registrati pena la nullità; per
controllare se lo sono, si può far riferimento all’Agenzia delle
Entrate.Sono disponibili i moduli-tipo di contratto per locazioni
transitorie per studenti fuori sede da compilare. Si trovano presso il
Comune, le università, le sedi dell’Unione Inquilini e sul sito del
ministero delle Infrastrutture.I contratti per studenti fuori sede
devono avere una durata che varia dai 6 mesi ai 3 anni. Altri tipi di
contratto non vanno utilizzati in quanto possono contenere norme
vessatorie.I contratti transitori devono esplicitamente indicare la
motivazione della transitorietà, ovvero l’iscrizione a un corso di
laurea in un comune diverso da quello di residenza.Negli accordi locali
stipulati da sindacati e associazioni di proprietari, è previsto il
subentro di altri studenti nel contratto, ma nell’alloggio deve restare
almeno uno degli studenti che hanno stipulato in origine il
contratto.Per affittare stanze il proprietario dovrebbe avere apposita
autorizzazione. In mancanza di questo nessun proprietario dovrebbe
affittare stanze o, peggio, posti letto.Quando si firma un contratto di
locazione ci si deve far dare sempre una copia in originale con la firma
del proprietario, nonché la copia del contratto con i riferimenti della
registrazione avvenuta presso l’Agenzia delle Entrate. È l’unico modo
per verificare l’avvenuta registrazione.A partire dalla data di stipula
del contratto di locazione, il proprietario ha 30 giorni per procedere
alla registrazione. Le spese di registrazione si pagano una volta
l’anno, sono da dividere tra proprietario e dell’inquilino al 50%.È
necessario avere sempre traccia del pagamento dei canoni di locazione.
Si possono, a tal fine, utilizzare pagamenti tramite vaglia postali,
assegni o bonifici. Ricordarsi di indicare la causale: affitto mese
di…La legge 431/98 prevede che il canone da corrispondere è
esclusivamente quello derivante dal contratto registrato. Pagare somme
ulteriori è un inutile esborso.Le spese condominiali non sono tutte a
carico degli inquilini/studenti fuori sede. Esiste una tabella delle
spese di manutenzione ripartite tra quello che spetta all’inquilino e
quello che paga il proprietario, che variano in base ad accordi locali.
Sono reperibili presso il Comune, associazioni di inquilini e sul sito
del ministero delle Infrastrutture.Le spese relative all’amministratore
del condominio e di assicurazione dello stabile sono a carico del
proprietario. Bisogna però fare attenzione che il proprietario non
inserisca nel contratto queste voci a carico dell’inquilino/studente
fuori sede: in questo caso sarebbe costretto a corrispondere una somma
non dovuta.In sede di conguaglio delle spese condominiali è possibile
sospendere il pagamento previa lettera raccomandata con la quale si
chiede al proprietario di vedere le giustificative delle spese
richieste. Così si potrà verificare se le spese sono state
effettivamente sostenute e se devono essere a carico
dell’inquilino.Prima di firmare un contratto, informarsi! È bene
arrivare alla stipula consapevoli dei propri diritti.
Nessun commento:
Posta un commento