lunedì 16 settembre 2013

Modernamente indietro di Patrizio Gonnella, Micromega





Nel nome della modernità la maggioranza che ci governa ha deciso di mettere mano alla Costituzione. Il concetto di modernità è stato evocato anche dal presidente del Consiglio Enrico Letta per avallare il processo di riforma dell’articolo 138 della Costituzione, quell’articolo che di fatto sottrae diritti e beni alla disponibilità delle forze politiche. La nostra è una Costituzione rigida. Come nelle più avanzate Costituzioni post-belliche è stata quella rigidità a garantirci dall’autoritarismo o da derive maggioritarie. Cosa c’entri quindi la modernità con una maggiore flessibilità della Costituzione è tutto da spiegare. Le Costituzioni flessibili sono quelle che garantiscono meno dalle involuzioni tiranniche. Cosa significa modernità? È un valore oppure uno stato temporale neutro?
La modernità – se supponiamo il suo inizio risalga al diciannovesimo secolo – ha prodotto progresso e genocidi, imperialismo e totalitarismo. Il partito della destra radicale norvegese si chiama per l’appunto Partito del Progresso. Le parole vengono così svuotate di senso profondo. La destra di Berlusconi ha svuotato di significato la parola “libertà”. Anche la parola “democrazia” è a rischio. Porsi a difesa della Costituzione significa ergersi a protezione dello stato sociale di diritto.
L’articolo 13 della nostra Carta Costituzionale sancisce: «È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà». Moderno è un Paese dove il legislatore rispetta il volere superiore delle norme costituzionali e introduca il delitto di tortura nel codice penale. Moderno è un Paese che non tratti le persone come oggetti, che non azzeri la loro dignità.
Moderno è un Paese che rispetti l’ habeas corpus , che risale al lontanissimo 1215, alla Magna Charta Libertatum. Il fatto che l’ habeas corpus abbia ottocento anni circa di vita significa quindi che va superato nel nome della modernità? Nel nome della libertà, e non della modernità, Sandro Pertini era nel carcere di Regina Coeli a Roma, imprigionato dai fascisti per le sue idee. Nel nome della giustizia, e non della modernità, Giuliano Vassalli lo aiutò a evadere.
Anche nel rispetto profondo e storico di quella fuga va protetta e promossa la Costituzione contro i tentativi moderni e volgari di modificarla. Il 12 ottobre dobbiamo salvare la Costituzione dalla modernità.

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