Possiamo
mai permettere che si dimettano i parlamentari del Pdl che al 99
percento sono tirapiedi e scalzacani? Potremmo mai consentire che Silvio
non dorma la notte, anche se parrebbe che non lo facesse nemmeno al
tempo delle cene eleganti? Possiamo obbligare Napolitano a verificare e
riflettere con tutte le conseguenze del caso pure sul sistema simpatico
che anch’egli stranamente possiede? Man mano che si avvicina il voto al
Senato sul cavalier Evasore, man mano che la polvere messa sotto al
tappeto dal Letta Letta al gusto di menta quotidiana, la
drammatizzazione per la salvezza di Berlusconi assume ritmi e riti
incalzanti.
A mezzo tra farsa e la lauda liturgica… Stabat Papi doloroso… la
rappresentazione è davvero interessante come forma letteraria della
politica. Anche perché la verità sul reale stato del Paese, nascosta
fino a dieci giorni fa e anzi mischiata alla polverina di un ottimismo
stupefacente, finalmente emerge, ma solo per essere usata come strumento
di menzogna, cioè per facilitare la salvezza di Silvio con la scusa che
adesso è imperativo non mettere a rischio il governo. Sono due anni che
è necessario e sono gli stati gli anni peggiori dal dopoguerra, ma mica
ci faremo scrupoli per questo insignificante particolare.
Da parte sua il Cavaliere finge di prepararsi elezioni, fa la parata
con i cannoni mediatici di vent’anni fa, ben sapendo che i pennacchi e
le minacce servono solo per indurre alla clemenza e soprattutto per
costruire anticipatamente un alibi al possibile cedimento del Pd, non
nelle posizioni ufficiali, ma nel segreto dell’urna. Anche perché le
dimissioni di massa sono una pura fantasia, non esistono, le dimissioni
sono sempre individuali e vanno esaminate e votate una per una: con i
tempi della politica faremmo in tempo ad arrivare alle prossime
elezioni. La fuga in avanti mette solo in imbarazzo Napolitano
spintonato a cercare una soluzione, peraltro non lontana dai suoi
auspici purché siano salve le larghe intese.
Del resto cosa potremmo aspettarci di meglio in un Paese nel quale
all’amministratore delegato di una delle grandi imprese residue viene
consentito di sostenere che non sapeva nulla della vendita dell’azienda,
di averlo appreso dai giornali, senza essere sommerso da pernacchie? In
realtà l’Italia è come il set del video messaggio berlusconiano, con i
libri a metro che al massimo potrebbero servire per qualche stravagante
pratica erotica e con le foto dei figli rivolte alla telecamera e non
verso il soggetto che si suppone debba guardarle: una accorata voglia di
mentire e di mentirsi.
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