C’è
da rabbrividire a leggere certi quotidiani nostrani che sulla sola base
dell’incidente dei liberali, fuori dal Parlamento tedesco, vaneggiano
di una Merkel condizionata a sinistra e quindi di una possibile svolta
europea. Da rabbrividire perché la politica estera viene affidata a
persone che non la seguono e che non sanno come Spd e Verdi abbiano
votato tutto ciò che la Merkel ha proposto e che, almeno al Senato, la
maggioranza di Angela era in minoranza da tempo a causa delle elezioni
regionali che cambiano la composizione dell’assemblea. Da darsi
pizziccotti per accertarsi di essere svegli e di non sognare, perché é
proprio il Senato ad avere competenza nelle questioni che riguardano
l’Unione europea, con i risultati che sappiamo.
Ma i brividi vengono soprattutto perché dietro tutto questo si scorge
un Paese che non ha la forza di opporre la minima resistenza alla
deriva presa dall’Europa e arriva a sperare che sia proprio il massimo
sponsor dell’austerità a cavarci in qualche modo dai guai. Siamo ormai
all’iper irrealismo perché è evidente che la vittoria tutta personale
della cancelliera condizionerà qualsiasi eventuale alleato anche più di
quanto non accadesse prima. E gli unici che non vorranno adeguarsi sono
proprio gli antieuro cresciuti a sorpresa quasi al 5%: se qualcosa
cambierà sarà proprio in quella direzione sempre più in crescita,
nonostante il Parlamento sia sfuggito per qualche decimo.
Questo senza dire che la disfatta dei socialdemocratici e dei Verdi è
dovuta in gran parte alle astensioni degli elettori più a sinistra,
stanchi di appiattimenti sulla Merkel, tanto da rendere questo tipo
opposizione complice e/o superflua. Una ennesima lezione per il Pd che
di questo passo rischia di prendere una batosta non da una cancelliera
di ferro che ha perseguito con tetragona ostinazione gli interessi
tedeschi del momento, ma dal morto che cammina Berlusconi. Certo è
difficile che ci facciano un pensiero visto che già Napolitano ha detto
che la Merkel rafforza l’Europa e si sa Napolitano non si tocca. Ci
tocchiamo noi, semmai.
Dire che proprio oggi il Financial Times pubblica un documento contro
l’austerità firmato da molti economisti di rilievo europei e promosso
dagli italiani Brancaccio e Realfonzo : si mostra come le previsioni
nere fatte nel 2010 e sottoscritte da 300 economisti si siano
puntualmente realizzate. Si invoca l’addio a politiche rivelatesi
nefaste, quelle stesse accettate senza riserve dal nostro sistema
politico tutto teso a ubbidire senza fiatare e a vendere stravaganti
verità ai cittadini nella speranza che essi non si accorgano di essere
eterodiretti. Con un Pd che un giorno acclama Renzi e l’altro Letta in
una furibonda ricerca di una strada maestra per l’auto perpetuazione. .
Ma di questi italiani non si parla sui media, né raccolgono
l’attenzione dei vegliardi della Repubblica che preferiscono accendere
impossibili candele votive.
Nessun commento:
Posta un commento