Anno
scolastico 2013-2014. Ragusa, Italia: 49 alunni iscritti nella prima
classe del Liceo Musicale di Modica, tra cui un alunno disabile;
ricordiamo che con la presenza di un disabile in classe si dovrebbe
arrivare a massimo 20 studenti, ma siamo in Italia, se i genitori
dell'alunno/studente disabile non vanno per via legale, va bene così, si
chiudono gli occhi e si prosegue al ritmo delle campanelle di inizio e
fine lezione. La controriformaccia Gelmini e la sua applicazione, dal
2008, ci hanno abituato al fenomeno delle classi-pollaio. Ogni anno si
tenta di battere i record degli studenti in batteria. Tutto per
risparmiare. Questa è la parola d'ordine della nuova didattica e
politica scolastica italiana.Tutti insieme appassionatamente. Altro che
compresenza. Che insegnamento individualizzato e piani specifici di
apprendimento. Tutto va bene finchè va bene, cioè finchè non ci sono
incidenti, finchè gli studenti non si fanno male. Se no, di chi è la
colpa? L'articolo 3 della Costituzione recita :«E` compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese». Ma non sembra più di abitare nel Paese in cui c'è questa
Costituzione, oggi, in Italia. Specie nella scuola pubblica. Siamo al
tutti-contro-tutti. Siamo al si salvi chi può. Non si garantisce più a
tutti gli studenti partendo dal Nord al Sud, isole comprese, il diritto
di studio. La scuola è sempre più mortificata, sottomessa alle leggi
«sacre» del mercato. All'incuria. Avere 49, 38, o 10 alunni per classe,
sembra sia la stessa cosa. Mentre invece occorre dire forte e chiaro
all'opinione pubblica, a tutti i genitori degli studenti, che quando si
parla di qualità della scuola, si parte innanzitutto da un dato: il
rapporto tra studenti e valore. Meno scuola, meno istruzione, meno
formazione. Stiamo provando a investire sull'ignoranza invece che
sull'istruzione. Non c'è cosa peggiore che avremmo potuto fare. I
risultati nefasti, molto più nefasti di quelli a cui siamo abituati, non
tarderanno ad arrivare. La Scuola non interessa. Non si investe.
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