Il movimento vince a Chiavari: sarà restituito il 22% della «tariffa». Che altre scuse prenderanno i sindaci?
Elisabetta
del Signore, si chiama così la cittadina che ci ha messo la faccia e ha
fatto causa ad Idro Tigullio perché rispettasse quanto deciso dal
referendum. Un giudice di pace le ha dato ragione con una sentenza
pilota. E' successo a Chiavari, in Liguria, dove il giudice di pace ha
disposto la restituzione del 22% della bolletta di un membro del
Comitato pari alla quota di profitto che i cittadini pagano sulle
bollette dell'acqua.
«La sentenza - spiegano i comitati Acqua Pubblica Genova e Tigullio e il forum italiano dei Movimenti per l'Acqua - oltre a ribadire il valore legislativo dell'istituto referendario riconosce anche all'Autorità per l'Energia elettrica e il gas, che ha prodotto il nuovo sistema tariffario che di fatto aggira il referendum, un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all'esito referendario».
La sentenza, per il movimento, ha un rilievo nazionale: «Dopo una lunga battaglia legale durata un anno possiamo finalmente gioire della vittoria di Elisabetta contro la quota di profitto che attualmente (e illecitamente) ancora paghiamo a valle del referendum del 2011, contestata anche dalla campagna nazionale di Obbedienza civile del Forum dei Movimenti per l'Acqua. Se ne ricordino anche i nostri sindaci che da tempo oppongono al Forum dei Movimenti per l'Acqua le scuse più impensabili per non riconoscere l'esito referendario, in un gioco delle tre carte tra Conferenza dei Sindaci, gestore e Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas che a più di due anni dal referendum ha davvero passato ogni limite. Ora viene il bello: non ci fermeremo fino a quando non verrà avviato un serio processo di ripubblicizzazione che cominci con la totale ed immediata eliminazione di ogni forma di profitto dall'acqua. Non ci hanno fermati i professionisti dello studio Acquarone, uno degli studi legali più famosi e importanti di Genova: su di essi hanno avuto la meglio il coraggio di Elisabetta, un atto di citazione messo assieme sulle mailing list facendo tesoro dell'esperienza di persone che hanno lottato una vita, un avvocato patrocinante, Rino Tortorelli, anche lui militante nel comitato acqua pubblica, il sostegno del Movimento Consumatori ma soprattutto le centinaia di persone che hanno partecipato ai vari flash mob ed espresso solidarietà ad Elisabetta nei modi e nelle forme più diverse».
«Il giudice di pace di Chiavari ha preteso da Idrotigullio la restituzione della quota di profitto che attualmente anche Mediterranea delle Acque pretende di far pagare ai cittadini genovesi - commenta dalla vicinissima Antonio Bruno, capogruppo in consiglio comunale per la Federazione della Sinistra - la sentenza oltre a ribadire più volte il valore legislativo, troppo spesso dimenticato, dell'istituto referendario riconosce anche all'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, autorità che ha prodotto il nuovo sistema tariffario che subdolamente aggira il referendum (per questo denominato "taruffa", cioè tariffa-truffa), un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all'esito referendario. E' necessario che il Sindaco di Genova pretenda che Mediterranea delle Acque si adegui alla lege, al volere popolare espresso con i referendum di giugno 2011, al buon senso».
«La sentenza - spiegano i comitati Acqua Pubblica Genova e Tigullio e il forum italiano dei Movimenti per l'Acqua - oltre a ribadire il valore legislativo dell'istituto referendario riconosce anche all'Autorità per l'Energia elettrica e il gas, che ha prodotto il nuovo sistema tariffario che di fatto aggira il referendum, un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all'esito referendario».
La sentenza, per il movimento, ha un rilievo nazionale: «Dopo una lunga battaglia legale durata un anno possiamo finalmente gioire della vittoria di Elisabetta contro la quota di profitto che attualmente (e illecitamente) ancora paghiamo a valle del referendum del 2011, contestata anche dalla campagna nazionale di Obbedienza civile del Forum dei Movimenti per l'Acqua. Se ne ricordino anche i nostri sindaci che da tempo oppongono al Forum dei Movimenti per l'Acqua le scuse più impensabili per non riconoscere l'esito referendario, in un gioco delle tre carte tra Conferenza dei Sindaci, gestore e Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas che a più di due anni dal referendum ha davvero passato ogni limite. Ora viene il bello: non ci fermeremo fino a quando non verrà avviato un serio processo di ripubblicizzazione che cominci con la totale ed immediata eliminazione di ogni forma di profitto dall'acqua. Non ci hanno fermati i professionisti dello studio Acquarone, uno degli studi legali più famosi e importanti di Genova: su di essi hanno avuto la meglio il coraggio di Elisabetta, un atto di citazione messo assieme sulle mailing list facendo tesoro dell'esperienza di persone che hanno lottato una vita, un avvocato patrocinante, Rino Tortorelli, anche lui militante nel comitato acqua pubblica, il sostegno del Movimento Consumatori ma soprattutto le centinaia di persone che hanno partecipato ai vari flash mob ed espresso solidarietà ad Elisabetta nei modi e nelle forme più diverse».
«Il giudice di pace di Chiavari ha preteso da Idrotigullio la restituzione della quota di profitto che attualmente anche Mediterranea delle Acque pretende di far pagare ai cittadini genovesi - commenta dalla vicinissima Antonio Bruno, capogruppo in consiglio comunale per la Federazione della Sinistra - la sentenza oltre a ribadire più volte il valore legislativo, troppo spesso dimenticato, dell'istituto referendario riconosce anche all'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, autorità che ha prodotto il nuovo sistema tariffario che subdolamente aggira il referendum (per questo denominato "taruffa", cioè tariffa-truffa), un limitato potere amministrativo, comunque subordinato all'esito referendario. E' necessario che il Sindaco di Genova pretenda che Mediterranea delle Acque si adegui alla lege, al volere popolare espresso con i referendum di giugno 2011, al buon senso».
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