sabato 3 agosto 2013

La borghesia delinquente e “le due condanne” di Raul Mordenti, Liberazione.it




Infelice Paese, e infelice sinistra, che – a quanto sembra – non riesce a stappare bottiglie di spumante nemmeno per la condanna definitiva del suo nemico giurato, il massimo esponente del blocco reazionario che ha governato l’Italia per vent’anni, e la governa ancora. Ciò accade perché, in questo infelice Paese che è il nostro, si riesce a occultare, anzi a rimuovere i fatti. Tutto, anche questa volta, sembra cospirare ad occultare il fatto: la trama delle complicità di cui Berlusconi ha goduto e gode, la protezione costante dell’innominabile Napolitano (che parla, proprio oggi!, della necessità di “riformare la giustizia”: chi ha orecchie per intendere intenda), il costante strapotere mediatico che ancora dopo la sentenza ha permesso al delinquente condannato di tenere un messaggio alla Nazione a reti unificate, e senza contraddittorio, per ribadire la sua “narrazione” menzognera e aprire la campagna elettorale; infine (ma soprattutto) ha cercato di occultare il fatto, la viltà senza fine del PD che nelle ultime settimane ha saputo solo ripetere ossessivamente il mantra insensato «La politica non sia influenzata dalle vicende giudiziarie», come se la difesa della verità e della dignità fossero compiti della Magistratura soltanto e non anche della politica e di tutti/e noi. 

Eppure, nonostante tutto questo, ora niente può riuscire più ad occultare il fatto, e il fatto è che Berlusconi Silvio, tessera P2 n.1816, è stato giudicato in via definitiva (cioè a dire da ben tre diversi collegi giudicanti) colpevole di un reato odioso, non una semplice evasione fiscale (come Al Capone) ma una immensa frode fiscale compiuta – come specifica la sentenza – avvalendosi anche dei vantaggi che gli derivavano dalla sua posizione di Presidente del Consiglio. In nessun Paese del mondo un uomo politico riconosciuto colpevole di un tale crimine potrebbe andare in giro senza farsi prima una radicale plastica facciale (chissà? Potrebbe essere una proposta per Berlusconi già abituato a lifting e trapianti e pompette). La cifra di cui si legge di solito, 7 milioni e 300.000 euro, è solo la piccola parte del maltolto non ancora caduta in prescrizione, ma il maltolto nel suo complesso è di oltre 270 milioni di euro (Giannini di “Repubblica” parla di 400 milioni); quelli bravi in matematica possono anche calcolare quale cifra sia stata sottratta in modo truffaldino a ciascuno/a di noi, e quante tasse le persone per bene abbiano dovuto pagare in più al posto di Berlusconi. Ma c’è di più: questo colossale tesoretto criminale è stato una vera matrice di corruzione e di ulteriori reati: vengono da lì i “fondi neri” che Berlusconi ha impiegato per comprare e corrompere, si tratti di testimoni e di giudici, di “olgettine” pagate per tacere o di senatori comprati in contanti perché votassero secondo i suoi comandi. Dunque la prima cosa che dobbiamo fare è mettere tutti davanti a questi fatti, scavalcando il mare di saliva dei Vespa e dei Telese, che cerca ancora di occultarli. Ha certamente ragione Marco Travaglio quando ricorda che in fondo non c’era bisogno di questa sentenza per sapere chi è Silvio Berlusconi, dato che parliamo del “compare” del mafioso Mangano e del piduista Licio Gelli, e del complice di Craxi, di Dell’Utri e di Previti, cioè di un uomo già amnistiato per falsa testimonianza, e (grazie a leggi e leggine ad personam) prescritto due volte per corruzione giudiziaria, cinque volte per falso in bilancio e una per rivelazione di segreto d’ufficio, nonché imputato per la compravendita di senatori e deputati e altre simili cosette e già condannato in primo grado per concussione e prostituzione minorile. E tuttavia una sentenza definitiva, e dunque esecutiva, è un’altra cosa perché ora nessuno, nemmeno il PD, può più dire di non sapere o di dubitare. 

Le domande politiche che si impongono oggi, dopo questa sentenza, sono dunque due. La prima, di ordine generale, è capire una volta per tutte che roba sia la borghesia italiana, una borghesia delinquente, organicamente (cioè anche economicamente) intrecciata con la mafia e il crimine organizzato, che si è riconosciuta per decenni in un uomo come questo e si è affidata a lui – in nome dell’anticomunismo – per compiere la propria politica di macelleria sociale, di distruzione dei diritti del lavoro, di attacco frontale al reddito di lavoratori e pensionati, di lenta asfissia della scuola e della sanità pubblica, di assalto frontale alla democrazia costituzionale. Tutti dobbiamo sapere che se pure Berlusconi fosse davvero morto (come dice Grillo) tuttavia il berlusconismo (cioè il cuore della sua politica antipopolare) è ben vivo e continua ad operare e a fare danni, ben radicato ed anzi egemone nel Governo di Letta-nipote. La seconda domanda riguarda le forze del centro-sinistra, a cominciare dal PD: come potete continuare a stare al Governo con Berlusconi? E come potete pensare di affidarvi, per uscire dalla vostra crisi, al piccolo Renzi, l’assiduo frequentatore di Arcore? Ma soprattutto: come potete pensare di manomettere la Costituzione, come state facendo proprio in queste settimane in Parlamento con la vostra maggioranza “blindata” PD-PdL, la quale sta imponendo lo stupro dell’art.138 e prepara la fine del sistema parlamentare previsto dalla nostra Costituzione e l’instaurazione di una Repubblica presidenziale neo-autoritaria? Che queste domande risuonino forti in ogni assemblea e in ogni festa dell’ “Unità” o del PD, che anche i compagni del PD le facciano proprie senza esitazioni, per ottenere che la condanna di Berlusconi segni anche immediatamente la condanna dell’infame inciucio che assieme a Berlusconi il PD sta portando avanti contro la Costituzione. Per queste due condanne, insieme, noi stapperemo bottiglie di spumante.

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