Chi sarà il "premier" a 5Stelle?
In un suo recente post
- di cui ha fatto molto parlare per la difesa del Porcellum - Beppe
Grillo ha infilato tra le righe una regola nuova di zecca per il
Movimento, una regola che avrà di certo il suo peso nello scenario
politico italiano prossimo venturo.
Scrive il leader: «Sanno che con il Porcellum il rischio che il M5S
vinca le elezioni e vada al governo è altissimo. Se succedesse, il
presidente del Consiglio del M5S, che dovrà essere una persona interna al MoVimento, ricoprirebbe anche il ruolo di presidente UE nel 2014».
Per la prima volta Beppe specifica nero su bianco che, in caso di
vittoria alle elezioni, il primo ministro indicato dai cinque stelle
sarà una "persona interna". Non una personalità della mitica "società
civile", dunque; non un Rodotà, un Zagrebelsky o qualche saggio votato
dai militanti sul blog - questa la strada da sempre indicata dai
grillini: Luigi Di Maio e Vito Crimi lo hanno ribadito in recenti
interviste.
Vieni da chiedersi, allora, chi potrebbe essere questa "persona
interna" da indicare come premier, probabilmente già in campagna
elettorale? Forse l'ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi? O il suo
omologo in Senato Vito Crimi? Magari il video-blogger Nick il nero? O
il telegenico Roberto Fico?
In realtà, con tutto il rispetto, si fa fatica a vedere anche uno
solo dei militanti ed eletti 5Stelle in grado di proporsi agli italiani
come presidente del consiglio e presidente UE 2014.
È chiaro allora che Beppe con questa nuova regoletta chiude le porte
in faccia a qualsiasi Letta-bis e a qualsiasi collaborazione con il pd.
Ma viene un dubbio: non è che Grillo preannuncia l'intenzione scendere
in campo e proporsi lui stesso come "presidente del consiglio" in caso
la situazione precipitasse e si andasse a votare?
Non sarebbe una decisione campata in aria. Grillo, è vero, ha una
condanna penale definitiva, e per le sue stesse regole non potrebbe
candidarsi. Ma per diventare premier non è obbligatorio correre per un
seggio a Camera o Senato (già alle elezioni dello scorso febbraio Grillo
si auto-nominò "capo politico" del Movimento pur senza candidarsi).
In campo direttamente, Beppe avrebbe qualcosa di nuovo da urlare a
destra e manca in campagna elettorale. I 5Stelle si sono distinti in
Parlamento per una certa improvvisazione e una scarsa incisività
politica. Mettendoci la "faccia", invece, l'ex comico
avrebbe un nuovo patto da proporre ai suoi elettori: questa volta ci
penso io direttamente a "mandarli tutti a casa".
È davvero così? Sarebbe interessante una risposta del "leader
politico" - questo è un blog tra l'altro: caro Beppe potresti per una
volta rispondere ad una domanda che ti arriva da "La Rete".
PS: Fa impressione, infine, notare come Grillo e Casaleggio continuino a cambiare regole
e codicilli in base all'interesse contingente. In un noto post del
marzo 2012, dal blog partì una delle prime scomuniche ai militanti - di
lì a breve seguirà l'espulsione di Valentino Tavolazzi. La colpa di
"quelli di Rimini", ai tempi, fu di aver organizzato un incontro in cui
"L'elenco dei punti di discussione", scrisse Grillo, è degno della
migliore partitocrazia". In particolare ce l'aveva "con la proposta
finale di un leader del M5S". Negli oltre 50 punti all'ordine del
giorno, infatti, un militante aveva proposto Giovanni Favia come
"candidato Premier del Movimento 5 stelle". Allora a Beppe non andava
bene: il Movimento non aveva leader, uno valeva uno e di premiership non
bisognava manco parlarne, pena la scomunica. Ora non è più così. Alcuni
candidati premier, evidentemente, sono più candidati premier di altri.
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