giovedì 22 agosto 2013

L’élite oblomoviana che ha infiacchito la sinistra da arcodiulisse.blog.


 L’apatia e l’indolenza, miscelate all’inettitudine a qualsiasi attività della mente che stimoli un’azione vigorosa, costituiscono il profilo peculiare di Ilja Ilic Oblòmov, il personaggio creato da Goncarov. La premessa, per metà irrinunciabile e per l’altra, forse, addirittura superflua, offre ben presto la possibilità di aggiungere, nell’ambito di una semplice critica alle classi dirigenti delle forze di sinistra, una ulteriore considerazione: queste denotano, se solo considerate appena razionalmente e con sufficiente freddezza, una peculiare e sintomatica concentrazione di personalità oblomoviane, che in ogni istante e rispetto a qualsiasi argomento adottano ripetutamente un pensiero fiacco ed un atteggiamento molle.
Non è tutta colpa dell’informazione, sì priva di guizzi interessanti e osservazioni rivelatrici, se il materiale giornalistico e di critica si riduce miserevolmente ad un corto segmento di argomenti che intercorre tra la sfera privata e quella pubblica di un personaggio come Silvio Berlusconi. Infatti, gli osservatori dei giornali e delle televisioni, più o meno perpetuamente e nelle vesti di servette settecentesche, non possono che cimentarsi in ricami intorno alle poverissime dichiarazioni rilasciate nei vari tg dai politici di turno, intessendo rilievi dai motivi futili per imbellettare discorsi ancora più banali.  Si è arrivati, così, a concepire la politica come una materia non soggetta ad analisi, riempiendola di slogan, luoghi comuni e nonsense che esprimono concetti per niente lineari e logicamente insani, coniati per difendere interessi particolari e non comuni. Un campione della terminologia che anestetizza le menti più deboli è dato da espressioni come “governo di servizio”, “coalizione di larghe intese”, “agibilità politica” : definizioni che escludono ogni ragionevole motivo per far parte di un linguaggio dai significati chiari ed inequivocabili. Sarebbe ipotizzabile, forse, un governo di non servizio? Come potrebbero intendersi tanto largamente la Sinistra e il Pdl se si ritrovano insieme, al governo, in una unione forzata e in parte inevitabile? Cosa include il concetto di agibilità politica se non la richiesta di delegittimazione di una sentenza passata in giudicato e l’affermazione della pretesa di dar prosieguo alla proprio ruolo istituzionale nella vita pubblica italiana, prescindendo da qualunque condanna, anche se definitiva?
Si ha l’impressione che, oggi, i partiti di sinistra vogliano vivere la politica senza necessariamente agire, pensare, darsi da fare. Non si dà forma e forza alla propria insofferenza standosene seduti accanto al torrente tranquillo, osservando il flusso che scorre, una goccia dopo l’altra, e diventare quelle acque. Lontano dalle reazioni emotive e i richiami ideologici tutto resta immobile e persino il tempo appare fermo. Se i pensatori, e non solo quelli di sinistra, non si riprendono dal torpore ideativo e non osano disturbare l’uniformità di questa vita resta difficile poter sperare in un futuro migliore, soprattutto per chi non riuscirà mai ad adeguarsi al cinismo dei furbastri di ogni tempo.
Possibile, ad esempio, che nessun fine critico, economista, o politologo, abbia messo in rilievo che l’evasione fiscale accertata in via definitiva nel processo Mediaset potrebbe e dovrebbe spingere gli azionisti della stessa azienda ad intraprendere azioni legali nei confronti dell’evasore Berlusconi Silvio? A fronte di un utile ridimensionato ad arte, con calcoli e costi fittizi, così come confermato in Cassazione, ogni azionista è stato defraudato del proprio dividendo, che sarebbe stato di maggiore consistenza se non avesse subito artificiosamente un taglio per effetto, appunto, dell’evasione.
Mi rifiuto di pensare che l’Onorevole Fassina, certamente efferato in materia, non vada in tv a raccontare questi fatti in quanto sfuggono alla sua perspicacia. Così come credo si tratti solo di una fatale distrazione se l’Associazione dei consumatori, attenta, per statuto, ai diritti di tanta gente, non abbia ancora avviato una causa di risarcimento contro il pregiudicato Berlusconi, che in disprezzo di qualsivoglia principio di decenza si concede finanche l’ardire di ricattare la nazione, minacciando, da guitto quale è, di far cadere il Governo una volontà negata la sua volontà.
Povera patria! (Così, per dire.)

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