L’apatia
e l’indolenza, miscelate all’inettitudine a qualsiasi attività della
mente che stimoli un’azione vigorosa, costituiscono il profilo
peculiare di Ilja Ilic Oblòmov, il personaggio creato da Goncarov.
La premessa, per metà irrinunciabile e per l’altra, forse, addirittura
superflua, offre ben presto la possibilità di aggiungere, nell’ambito di
una semplice critica alle classi dirigenti delle forze di sinistra, una
ulteriore considerazione: queste denotano, se solo considerate appena
razionalmente e con sufficiente freddezza, una peculiare e sintomatica
concentrazione di personalità oblomoviane, che in ogni istante e
rispetto a qualsiasi argomento adottano ripetutamente un pensiero fiacco
ed un atteggiamento molle.
Non è tutta colpa dell’informazione, sì priva di guizzi interessanti e
osservazioni rivelatrici, se il materiale giornalistico e di critica si
riduce miserevolmente ad un corto segmento di argomenti che intercorre
tra la sfera privata e quella pubblica di un personaggio come Silvio Berlusconi.
Infatti, gli osservatori dei giornali e delle televisioni, più o meno
perpetuamente e nelle vesti di servette settecentesche, non possono che
cimentarsi in ricami intorno alle poverissime dichiarazioni rilasciate
nei vari tg dai politici di turno, intessendo rilievi dai motivi futili
per imbellettare discorsi ancora più banali. Si è arrivati, così, a
concepire la politica come una materia non soggetta ad analisi,
riempiendola di slogan, luoghi comuni e nonsense che esprimono concetti
per niente lineari e logicamente insani, coniati per difendere interessi
particolari e non comuni. Un campione della terminologia che
anestetizza le menti più deboli è dato da espressioni come “governo di servizio”, “coalizione di larghe intese”, “agibilità politica” :
definizioni che escludono ogni ragionevole motivo per far parte di un
linguaggio dai significati chiari ed inequivocabili. Sarebbe
ipotizzabile, forse, un governo di non servizio? Come potrebbero
intendersi tanto largamente la Sinistra e il Pdl se si ritrovano
insieme, al governo, in una unione forzata e in parte inevitabile? Cosa
include il concetto di agibilità politica se non la richiesta di
delegittimazione di una sentenza passata in giudicato e l’affermazione
della pretesa di dar prosieguo alla proprio ruolo istituzionale nella
vita pubblica italiana, prescindendo da qualunque condanna, anche se
definitiva?
Si ha l’impressione che, oggi, i partiti di sinistra vogliano vivere
la politica senza necessariamente agire, pensare, darsi da fare. Non si
dà forma e forza alla propria insofferenza standosene seduti accanto al
torrente tranquillo, osservando il flusso che scorre, una goccia dopo
l’altra, e diventare quelle acque. Lontano dalle reazioni emotive e i
richiami ideologici tutto resta immobile e persino il tempo appare
fermo. Se i pensatori, e non solo quelli di sinistra, non si riprendono
dal torpore ideativo e non osano disturbare l’uniformità di questa vita
resta difficile poter sperare in un futuro migliore, soprattutto per chi
non riuscirà mai ad adeguarsi al cinismo dei furbastri di ogni tempo.
Possibile, ad esempio, che nessun fine critico, economista, o
politologo, abbia messo in rilievo che l’evasione fiscale accertata in
via definitiva nel processo Mediaset potrebbe e dovrebbe spingere gli
azionisti della stessa azienda ad intraprendere azioni legali nei
confronti dell’evasore Berlusconi Silvio? A fronte di un utile
ridimensionato ad arte, con calcoli e costi fittizi, così come
confermato in Cassazione, ogni azionista è stato defraudato del proprio
dividendo, che sarebbe stato di maggiore consistenza se non avesse
subito artificiosamente un taglio per effetto, appunto, dell’evasione.
Mi rifiuto di pensare che l’Onorevole Fassina, certamente efferato in materia, non vada in tv a raccontare questi fatti in quanto sfuggono alla sua perspicacia. Così come credo si tratti solo di una fatale distrazione se l’Associazione dei consumatori, attenta, per statuto, ai diritti di tanta gente, non abbia ancora avviato una causa di risarcimento contro il pregiudicato Berlusconi, che in disprezzo di qualsivoglia principio di decenza si concede finanche l’ardire di ricattare la nazione, minacciando, da guitto quale è, di far cadere il Governo una volontà negata la sua volontà.
Mi rifiuto di pensare che l’Onorevole Fassina, certamente efferato in materia, non vada in tv a raccontare questi fatti in quanto sfuggono alla sua perspicacia. Così come credo si tratti solo di una fatale distrazione se l’Associazione dei consumatori, attenta, per statuto, ai diritti di tanta gente, non abbia ancora avviato una causa di risarcimento contro il pregiudicato Berlusconi, che in disprezzo di qualsivoglia principio di decenza si concede finanche l’ardire di ricattare la nazione, minacciando, da guitto quale è, di far cadere il Governo una volontà negata la sua volontà.
Povera patria! (Così, per dire.)
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