PERUGIA - “Non si sa come il governo nazionale
applicherà l’Imu sulla prima casa, ma è certo che questa imposta sarà
salatissima per i proprietari degli immobili sfitti, a cominciare dalle
seconde case”: lo ha detto l’assessore regionale alle politiche
abitative, Stefano Vinti, che ha ricordato come tra le ipotesi di
riforma dell’Imu presentate dal ministro Saccomanni vi sia la
reintroduzione dell’Irpef sugli immobili abitativi non locati.
“In Umbria – ha detto l’assessore -, secondo le
stime di Confedilizia, saranno migliaia i proprietari interessati dal
provvedimento che dovranno versare complessivamente circa 12 milioni di
euro l’anno di imposta. L’importo dipenderà sia dall’aliquota irpef di
ciascuno, sia dalla rendita dell’immobile rivalutata, secondo la
decisione che verrà assunta dal Governo, come minimo del 5 per cento,
come avveniva prima dell’introduzione dell’Imu, o addirittura del 60 per
cento, come a suo tempo stabilito per il calcolo dell’imposta
municipale unica. Non vi è quindi alcun dubbio – ha sottolineato
l’assessore – che si tratta di un esborso aggiuntivo che peserà sulle
tasche dei proprietari per centinaia di euro all’anno. In questo quadro,
diventa dunque particolarmente conveniente per i proprietari umbri di
alloggi liberi aderire al bando della Regione che prevede un sostegno
economico, pari a 5 mila 200 per due anni, a coloro che mettono a
disposizione case a canone concordato da destinare a famiglie sfrattate
per motivi non dipendenti dalla loro volontà. Il bando, a cui abbiamo
destinato un milione e mezzo di euro e che l’Ater pubblicherà a fine
agosto, è infatti rivolto a chi è in possesso di sfratto esecutivo per
morosità ‘incolpevole’, con l’obiettivo di aiutare le famiglie colpite
dalla crisi, agevolare l’incontro tra domanda e offerta sul mercato
privato della locazione e favorire il superamento della condizione di
emergenza abitativa, ormai divenuta una vera e propria piaga sociale.
L’aggravarsi ed il prolungarsi della crisi economica e occupazionale
accresce l’impoverimento delle famiglie, che spesso non sono più in
grado di sostenere l’onere delle locazioni sul mercato privato e vengono
raggiunte da esecuzioni di sfratto. Una situazione – ha concluso Vinti -
che non riguarda più esclusivamente le categorie tradizionalmente
svantaggiate, lavoratori precari o extracomunitari, ma anche chi perde
il lavoro o deve far fronte a spese impreviste particolarmente onerosi.
In assenza, da parte del Governo, della sospensione degli sfratti
esecutivi, la Regione Umbria ha dunque predisposto questo bando con cui
si cerca di rispondere il più efficacemente possibile alle crescenti
richieste di aiuto abitativo da parte di molte famiglie”.
Gli alloggi disponibili per la locazione saranno
individuati dall’Ater regionale attraverso il bando pubblico rivolto ai
proprietari privati di alloggi liberi. Nei 75 giorni dalla pubblicazione
del bando, i proprietari interessati potranno offrire la disponibilità
di alloggi, indicando l’ubicazione, la dimensione, i dati catastali,
l’anno di costruzione, il possesso delle certificazioni di legge e
l’entità del canone di locazione richiesto che comunque dovrà essere
concordato.
Successivamente l’Ater predisporrà gli elenchi
delle case disponibili in ciascun Comune, ordinandoli per gruppi
omogenei di grandezza e dando priorità, all’interno di ogni gruppo, a
quelli a canone più basso. I contributi hanno la finalità di integrare
l’affitto per il nuovo alloggio, sino all’eventuale miglioramento della
capacità di reddito del nucleo familiare e comunque per un massimo di 24
mesi. Trascorsi trenta giorni dall’emanazione dei bandi per il
reperimento degli alloggi, l’Ater regionale emanerà un bando pubblico
livello regionale, per l’individuazione dei nuclei familiari
beneficiari, in possesso di un provvedimento di sfratto per “morosità
incolpevole”. Il provvedimento di sfratto deve essere stato pronunciato
in seguito ad una inadempienza nei pagamenti di almeno 6 mesi,
dipendente esclusivamente da una significativa riduzione del reddito
intervenuta dopo la stipula del contratto di affitto a causa di
licenziamento (escluso quello per giustificato motivo soggettivo e per
dimissioni volontarie), collocazione in cassa integrazione ordinaria o
straordinaria o in stato di mobilità, mancato rinnovo di contratti a
termine o di lavoro atipico, cessazione di attività libero-professionali
o di imprese registrate alla CCIA aperte da almeno 12 mesi, malattia
grave o invalidità di uno dei componenti il nucleo familiare che abbia
comportato la necessità di far fronte a documentate spese mediche e
assistenziali di particolare rilevanza, decesso del componente il nucleo
familiare unico percettore di reddito.
La graduatoria dei beneficiari sarà formulata
dall’Ater regionale tenendo conto di alcune priorità, determinate dal
grado dei diversi possibili livelli di sfratto. Si va da quei nuclei
familiari che sono stati costretti a rilasciare l’alloggio condotto in
locazione a seguito dell’esecuzione di un provvedimento dell’Autorità
Giudiziaria fino ai nuclei familiari in possesso di semplice avviso di
rilascio.
Nell’ambito di ciascuna delle suddette categorie le
domande sono collocate in graduatoria sulla base del reddito Isee
dell’anno 2012 e della composizione del nucleo familiare.
Gli affittuari saranno chiamati dall’Ater regionale a scegliere gli
alloggi a disposizione seguendo l’ordine di graduatoria. Gli alloggi,
ricompresi negli elenchi predisposti per ciascun Comune, saranno
proposti tenendo conto della grandezza idonea alla consistenza del
nucleo familiare.
Il contributo, che verrà erogato al proprietario,
non potrà superare i 200 euro mensili, per un periodo massimo di 24 mesi
e sono previsti due ‘bonus’ di 200 euro per i proprietari che
concordano un canone minimo e altri 200 euro per gli affittuari se il
costo dell’affitto è superiore al quindici per cento del reddito
dichiarato.
Nessun commento:
Posta un commento