L’azione più saggia che si possa fare oggi in Italia è difendere la
Costituzione. L’hanno detto chiaro e forte Stefano Rodotà, Maurizio
Landini e Gustavo Zagrebelsky in una conferenza stampa di inizio agosto.
In agenda per ora ci sono due iniziative: un’assemblea pubblica, a
Roma, l’8 settembre, che vedrà insieme forze politiche, sociali, civili,
sindacati e associazioni. In una parola, l’Italia che si oppone allo
stravolgimento della Costituzione, con buona pace di Pdl e Pd, di
bicamerali e “saggi”. E poi una manifestazione, sempre a Roma, sabato 5
ottobre. Comitati per la difesa della Costituzione sono nati come funghi
dopo la pioggia di settembre in quasi tutte le città italiane. «Il
volere a tutti i costi manomettere la Carta – scrive il comitato cuneese
per la difesa e la valorizzazione della Costituzione – con un
parlamento di “nominati” in virtù di una legge elettorale che sta per
essere dichiarata incostituzionale, e con un procedimento che non
rispetta l’articolo138 mette a rischio la democrazia. Lo stesso
procedimento scelto con la nomina di un Comitato di “saggi” e con una
piccola commissione bicamerale serve ad impedire la conoscenza e la
partecipazione, che sono diritti incomprimibili dei cittadini». In un
mese e poco più le firme raccolte per la difesa dell’articolo 318 hanno
superato quota 320mila. Intanto qualche saggio se n’è andato: è di tre
giorni fa la notizia che Nadia Urbinati ha lasciato la commissione degli
esperti per le Riforme istituzionali. Dimissioni «irrevocabili», che la
politologa ha motivato con il profilo «non esattamente super partes» di
Gaetano Quariagliello, chiamato a presiedere la commissione dei 35.
Adesso sono 33: a luglio se n'era andata la costituzionalista Lorenza
Carlassare, in segno di protesta contro il blocco del Parlamento preteso
dal Pdl dopo la condanna definitiva di Berlusconi. La “colomba”
pidiellina Quagliariello ha definito un «plotone di esecuzione» la
giunta del Senato, nel caso voti per la decadenza del condannato in via
definitiva per evasione fiscale Berlusconi. Troppo per la professoressa
Urbinati: «Caro ministro, hai espresso opinioni e usato argomenti che
non ritengo si adattino al tuo ruolo di presidente della commissione per
le riforme della Costituzione». Eppure c’è chi si ostina a chiamarli
“saggi”.
Il sogno di quelli che difendono la Costituzione è riempire piazza
San Giovanni. «Vogliamo ricostruire il tessuto politico e ricomporre la
voragine che si è creata in questa fase – ha spiegato Stefano Rodotà –
Non abbiamo l’obiettivo di presentare liste: abbiamo già assistito al
fallimento clamoroso di formazioni di sinistra nate in fretta e furia
prima delle elezioni. Vogliamo aiutare a riscrivere l’agenda e la prima
urgenza è liberarci di questa legge elettorale incostituzionale ». Il
segretario della Fiom Landini non ha dubbi: «Abbiamo assistito allo
spettacolo triste di un condannato che manifesta dall’alto di un palco.
Mi ha fatto pensare alle migliaia di persone che stanno perdendo il
lavoro e sono invisibili, senza rappresentanza. E pagano anche le tasse.
Quindi, visto che ce lo chiedete: sì, vogliamo fare politica. Dobbiamo
coprire il vuoto lasciato da chi si occupa di altro. Difendere la
Costituzione è fare politica: la vera rivoluzione sarà applicarla». Un
concetto rafforzato da Gustavo Zagrebelsky: «Dobbiamo prenderci la
responsabilità di passare dalla fase dei documenti e delle petizioni a
quella dell’impegno attivo».
Anche Rifondazione comunista, insieme alla
galassia delle realtà di sinistra presenti nel paese, parteciperà
all’assemblea dell’8 settembre, così come lavorerà per la piena riuscita
della manifestazione del 5 ottobre. «In Italia ci sono le forze per
fermare lo stravolgimento della Costituzione e per costruire
un’alternativa – ha osservato Paolo Ferrero – l’iniziativa di Rodotà e
Landini apre la possibilità concreta di dar vita ad un vero spazio
pubblico di sinistra e di aggregare queste forze».
Frida Nacinovich
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