Il
grande rovello della politica è questo: salvare la decenza o
Berlusconi? La domanda è trasversale perché in entrambi i campi c’è
voglia la voglia di conservare la poltrona e non andare ad nuove
elezioni, perché la classe dirigente non vuole la fine della larghe
intese che sono anche larghi affari, perché senza il Cavaliere il Pdl o
Forza Italia semplicemente non esisterebbero, mentre anche il Pd sarebbe
in preda alle forze centrifughe che solo la presenza di Silvio e gli
interessi di apparato hanno finora smorzato.
La domanda è in un certo senso anche storica perché Berlusconi
rappresenta l’incarnazione di un modello anomalo che è diventato
pervasivo e ha occupato ogni spazio, che è diventato in qualche modo
egemone: liberarsi di lui, permettere che gli scheletri negli armadi gli
diano degna sepoltura, significa perciò mettere in pericolo gli
equilibri incerti, iniqui e opachi sui quali si regge la vita italiana e
su cui banchetta la classe dirigente.
Quindi la domanda è drammatica non certo per le sorti del
governicchio Letta o di quelli che Napolitano tenterebbe per non far
mancare all’Europa della Merkel e della Bce dei diligenti notai: se c’è
qualcosa che al Paese non manca sono proprio le attitudini servili. Ma
il venir meno della palude berlusconiana rischierebbe di far scorrere di
nuovo le acque della politica e delle idee, mettendo in grave pericolo
lo statu quo. Per questo il vero obiettivo è quello di mettere mano alla
Costituzione manu militari per permettere una limitazione della
democrazia, poteri forti, la corruzione e il privilegio in forma meno
occulta, ma più autoritaria. Invece di curare i vizi li si vuole rendere
più efficienti, strocando sul nascere le nuove forme di lotta che si
affacciano.
Forse non ci si aspettava di dover arrivare a questo approdo in un
mare così tempestoso, ma qualunque sia la forza del vento e delle onde, è
li che si vuole arrivare. E chissà che la definitiva uscita di scena di
Berlusconi, pur con tutti i guai che sta provocando, non faciliti alla
lunga proprio la formazione di quella neo dc che nelle intenzioni delle
colombe Pdl, dei centristi e dei margheritini, dovrebbe guidare
l’attracco al molo. Chissà che proprio quest’ultima battaglia non
distragga dal fine per il quale sono nate le larghe intese.
Per questo è importante tenere desta l’attenzione e continuare a
firmare l’appello contro lo stravolgimento della Costituzione (il modulo
è qui ), quanto meno per non illudere qualcuno che non si sia compreso il gioco.
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