L'addio all'Imu diventa una comica, Frida Nacinovich, Liberazione.it
L’Imu non si pagherà. La prima tranche è andata, sulla seconda c’è un «impegno politico» del governo e della larga maggioranza che lo sostiene. I soldi saranno recuperati in qualche modo, ma ancora non è chiaro come. Tanto basta a Renato Brunetta e all’intero Pdl per cantare vittoria. «Cancellazione per il 2013 e riforma complessiva della tassazione degli immobili, in termini di service tax, dal 2014», annuncia trionfante il capogruppo pidiellino. L’importante è farsi sentire oggi e prendersi i meriti della decisione. Del domani, cioè del 2014, non c’è certezza. E chi vuol esser lieto sia. Tanto basta al Pd per far vedere che quanto a senso dello Stato, il partitone tricolore non è secondo a nessuno. Il senatore democrat Nicola Latorre spiega che «sarà esclusa dal pagare l’Imu una fascia amplissima di popolazione, la restante dovrà pagarla con importi ricalibrati in modo progressivo». Una puntualizzazione che fa molto, molto Pd. Bisogna salvare capre e cavoli, in che modo si vedrà. Nel mezzo, vaso di coccio fra vasi di ferro, resta Scelta civica che è piuttosto seccata e lo fa anche notare. «Letta si è arreso alle pressioni dei pidiellini», osserva Mario Monti. Sfogo comprensibile, l’Imu era farina delle “sue” larghe intese, ma a giudicare dal voto di febbraio gli italiani non avevano granché apprezzato l’ideona del professore bocconiano. Conta quanto il due di coppe quando briscola è bastoni.
Prima ancora dell’inizio del Consiglio dei ministri, fonti del centrodestra e del centrosinistra annunciano l’accordo sull’Imu, peraltro già dato per certo ventiquattr’ore prima. I 2,6 miliardi necessari per “coprire” la prima rata sono assicurati, mentre sui 2 per la seconda ci sarà ancora molto da lavorare, chi vivrà vedrà. I tecnici del Tesoro ce la mettono tutta per trovare soldi, ma la coperta resta troppo corta. Nonostante l’ottimismo mostrato da Brunetta, che assicura le coperture per l’intero anno, allo stato dell’arte c’è solo «un impegno politico» sull’eliminazione della seconda tranche e l’introduzione della service tax, che andrà attentamente modulata. Staremo a vedere.
Nel mentre si moltiplicano le ipotesi su come raschiare il fondo del barile. Una di queste, fra le più gettonate, sarebbe quella di una copertura “precauzionale”, forse con l’aumento delle accise su alcol e tabacchi, lasciando lo spazio per una possibile sostituzione da parte del Parlamento in fase di conversione del decreto con risorse derivanti dalla spending review o con le entrate dalla lotta all’evasione. Niente di nuovo sotto il sole dell’ex belpaese. La sinistra extraparlamentare osserva il quadro che si è andato delineando e scuote la testa. «Servirebbe una patrimoniale sulle grandi ricchezze – spiega il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero – ma il governo Letta fa l’esatto contrario togliendo le tasse anche sulle case di quel venti per cento della popolazione che deve pagare di più. Non basta certo tassare i castelli e le grandi ville per fare una politica di giustizia sociale».
Prima ancora dell’inizio del Consiglio dei ministri, fonti del centrodestra e del centrosinistra annunciano l’accordo sull’Imu, peraltro già dato per certo ventiquattr’ore prima. I 2,6 miliardi necessari per “coprire” la prima rata sono assicurati, mentre sui 2 per la seconda ci sarà ancora molto da lavorare, chi vivrà vedrà. I tecnici del Tesoro ce la mettono tutta per trovare soldi, ma la coperta resta troppo corta. Nonostante l’ottimismo mostrato da Brunetta, che assicura le coperture per l’intero anno, allo stato dell’arte c’è solo «un impegno politico» sull’eliminazione della seconda tranche e l’introduzione della service tax, che andrà attentamente modulata. Staremo a vedere.
Nel mentre si moltiplicano le ipotesi su come raschiare il fondo del barile. Una di queste, fra le più gettonate, sarebbe quella di una copertura “precauzionale”, forse con l’aumento delle accise su alcol e tabacchi, lasciando lo spazio per una possibile sostituzione da parte del Parlamento in fase di conversione del decreto con risorse derivanti dalla spending review o con le entrate dalla lotta all’evasione. Niente di nuovo sotto il sole dell’ex belpaese. La sinistra extraparlamentare osserva il quadro che si è andato delineando e scuote la testa. «Servirebbe una patrimoniale sulle grandi ricchezze – spiega il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero – ma il governo Letta fa l’esatto contrario togliendo le tasse anche sulle case di quel venti per cento della popolazione che deve pagare di più. Non basta certo tassare i castelli e le grandi ville per fare una politica di giustizia sociale».
di Andrea Viola, Il Fatto Quotidiano
Ormai Letta per mantenere la Sua poltrona è disposto a tutto. Poco gli importa delle sorti dell’Italia e di quello che rimane del Pd. Niente più Imu e Tares: dal primo gennaio 2014 nasce una nuova imposta sui servizi comunali che si chiamerà Taser, acronimo di service tax.
Basta leggere la decisione del Consiglio dei Ministri di ieri per capire che siamo di fronte al solito gioco di prestigio mal riuscito. Si cambiano i nomi ma i risultati non cambiano. Le tasse e le imposte non solo non vengono eliminate, ma vengono aumentate e fatte pagare indistintamente senza proporzionalità. L’importante è assecondare il Pdl e il suo capo pregiudicato. Notoriamente esperto di tasse e frodi fiscali.
L’imposta sarà riscossa dai Comuni ed è costituita da due componenti: gestione dei rifiuti urbani e copertura dei servizi indivisibili. La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno parametrite dal Comune con ampia flessibilità, ma nel principio comunitario “ chi inquina paga” e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio, si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi. La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati”. Il Comune, si legge ancora, potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale e sarà a carico sia del proprietario che dell’occupante.
Il Comune, spiega la nota, avrà adeguati margini di manovra nell’ambito dei limiti fissati dalla legge statale. È facile, quindi, capire che dopo i soliti annunci, il Governo delle larghe intese continua a prenderci per i fondelli ed inizia anche a sfotterci spudoratamente. E si, prima dicevano che l’Ici sarebbe stata cancellata, poi l’hanno chiamata Imu ed è diventata più cara. Ora si chiamerà con un nome ancora più difficile. Tanto per scoraggiare anche i cittadini a nominarla e a conoscerla.
La politica è semplice. Fai credere quello che vogliono credere. Volete che vi leviamo l’Imu? Ve la leviamo. Si chiamerà in un altro modo, ma ve la leviamo. Tanto il popolo mica se ne accorge.
Considerate un’altra cosa. Oramai i Comuni non hanno nessun controllo preventivo sulle spese e sugli atti. Difficili e rari i controlli della Corte dei Conti. Se vi trovate di fronte a sindaci che buttano i soldi pubblici dalla finestra per feste e opere poco utili alla collettività state tranquilli che le aliquote saranno ai massimi. È sempre più desolante vedere uno Stato senza un governo serio e credibile. Senza persone che dentro i palazzi si ricordino da dove vengono.
Sembra di assistere a un film ripetuto all’infinto. Un incubo senza fine. La prossima campagna elettorale di Forza Italia è pronta, e Letta sarà il suo naturale alleato.
Basta leggere la decisione del Consiglio dei Ministri di ieri per capire che siamo di fronte al solito gioco di prestigio mal riuscito. Si cambiano i nomi ma i risultati non cambiano. Le tasse e le imposte non solo non vengono eliminate, ma vengono aumentate e fatte pagare indistintamente senza proporzionalità. L’importante è assecondare il Pdl e il suo capo pregiudicato. Notoriamente esperto di tasse e frodi fiscali.
L’imposta sarà riscossa dai Comuni ed è costituita da due componenti: gestione dei rifiuti urbani e copertura dei servizi indivisibili. La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie, saranno parametrite dal Comune con ampia flessibilità, ma nel principio comunitario “ chi inquina paga” e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio, si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi. La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati”. Il Comune, si legge ancora, potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale e sarà a carico sia del proprietario che dell’occupante.
Il Comune, spiega la nota, avrà adeguati margini di manovra nell’ambito dei limiti fissati dalla legge statale. È facile, quindi, capire che dopo i soliti annunci, il Governo delle larghe intese continua a prenderci per i fondelli ed inizia anche a sfotterci spudoratamente. E si, prima dicevano che l’Ici sarebbe stata cancellata, poi l’hanno chiamata Imu ed è diventata più cara. Ora si chiamerà con un nome ancora più difficile. Tanto per scoraggiare anche i cittadini a nominarla e a conoscerla.
La politica è semplice. Fai credere quello che vogliono credere. Volete che vi leviamo l’Imu? Ve la leviamo. Si chiamerà in un altro modo, ma ve la leviamo. Tanto il popolo mica se ne accorge.
Considerate un’altra cosa. Oramai i Comuni non hanno nessun controllo preventivo sulle spese e sugli atti. Difficili e rari i controlli della Corte dei Conti. Se vi trovate di fronte a sindaci che buttano i soldi pubblici dalla finestra per feste e opere poco utili alla collettività state tranquilli che le aliquote saranno ai massimi. È sempre più desolante vedere uno Stato senza un governo serio e credibile. Senza persone che dentro i palazzi si ricordino da dove vengono.
Sembra di assistere a un film ripetuto all’infinto. Un incubo senza fine. La prossima campagna elettorale di Forza Italia è pronta, e Letta sarà il suo naturale alleato.
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